Capitolo 22: C'è qualcuno che mi osserva...

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Mercoledì

«Se l'amore è cieco tanto meglio: si accorda con la notte»
Romeo e Giulietta, W. Shakespeare

Comoda.
Ecco come mi sentivo quando lentamente aprii gli occhi.
Vedevo ancora sfocato ma quando riuscii a mettere a fuoco l'ambiente attorno a me notai che mi trovavo in una camera da letto.
E che ero sdraiata su...un letto?
Da quando il tuo rapitore ti lascia dormire in un comodissimo letto?
Mi tirai a sedere e guardai un po' intorno a me.
Era -come avevo intuito- una camera da letto, aveva un grande armadio e una scrivania dotata di tutti gli oggetti di cancelleria necessari per attività manuali.
Tutto sembrava essere...normale.
Niente era fuori posto, apparte il letto sfatto dato che ci avevo dormito sopra.

Piano mi alzai in piedi e barcollai appena.
Trovai un bicchiere d'acqua sul comodino, insieme ad un caffè e dei biscotti.
La mia colazione preferita...
Inclinai la testa e mi chiesi se fosse il caso di mangiare e bere quelle cose.
Potevano essere avvelenate per quanto ne sapevo.
Sospirai e li lasciai stare -almeno per il momento-.

Sentii bussare alla porta e sussultai.
«Posso entrare?» chiese una voce maschile dall'altro lato della porta.
Deglutii a vuoto e mormorai un avanti.
Un uomo vestito di tutto punto entro nella stanza.
Aveva degli occhi azzurro ghiaccio e i capelli biondi.
Avrà avuto circa quarantacinque anni.
Lo squadrai, confusa.
«Ciao, Mercoledì» tremai appena sentii pronunciare il mio nome da quella voce ferma e priva di emozione.
«Chi sei? Che cosa ci faccio qui?» chiesi quasi inciampando sulle mie stesse parole.

«Una domanda alla volta» rimasi in silenzio, in attesa di una risposta.
«Sei qui perché ho bisogno di te» rispose come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
«Per cosa?» sussurrai, «Mi servi da esca. O arma di ricatto se preferisci» si avvicinò a me e io indietreggiai.
Prese un tablet e lo accese, mostrandomi delle foto che ritraevano me, Tyler, Maddy e tutti gli altri membri della famiglia Galpin.
Poi mi fece vedere delle immagini, registrazioni che sembravano essere...
«Telecamere di sorveglianza?» applaudì piano, «Brava» sibilò fissandomi con quegli occhi ghiaccio, così azzurri da sembrare bianchi.

«Perchè ci spii?» incrociò le braccia, «Pensi che io non sappia che cosa avete in mente?» mi porse la mano ghignando.
«Piacere, Mark Galpin. Ma sei preferisci, chiamami Satana» non la strinsi, rimasi a fissarlo con gli occhi sgranati.
«Ti propongo un patto» mi alzò il mento con un dito, «Quale?» feci un passo indietro.

«Lasciate da parte l'idea del processo, e io ti lascio andare» chiusi gli occhi, «Richiesta rifiutata» sibilai, «Davvero? Vediamo di alzare la posta in gioco. Lasciate perdere o il tuo Tyler non farà una buona fine» sgranai gli occhi.
No.
«Non ti azzardare» ringhiai fra i denti, «Oh e invece sì» schioccò le dita, e sulla parete apparì la registrazione della camera di Tyler, dove c'era lui che parlava al telefono con qualcuno.
«Lo vedo, posso fargli quello che voglio. Dipende da te» lo fissai a lungo.
«Il tempo scorre Mercoledì» «Perchè fa questo?» «Scegli» scandí.

Scossi la testa.
«Lascialo stare, faccia del male a me» rise, «So qual'è il tuo punto debole, per questo lo uso come arma di ricatto. Sono solo affari dolcezza» incrociò le braccia al petto.
Chiusi gli occhi.
«Tic tac, pensa a Tyler» lo guardai con un odio sprezzante negli occhi, stringendo i pugni fino a fare sbiancare le nocche.
«Non fargli del male. O te la vedrai con me» rise, divertito.
«Con te?» ghignai, «Faccio scherma, tiro con l'arco, nuoto addirittura con gli squali. Vuole che continui?».
«Okay» prese un telecomando e lo puntò verso lo schermo.
Vidi che dalla telecamera uscì un ologramma di un fucile.
«Colpisce davvero. Vuoi che spari?» «No! Okay» mi arresi alla fine.

Let me love you (Mercoledì x Tyler)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora