Mercoledì
«L'amore è vaporosa nebbiolina formata dai sospiri; se si dissolve, è fuoco che sfavilla scintillando negli occhi degli amanti; s'è ostacolato, è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti. Che altro è esso? Una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana»
Romeo e Giulietta, W. Shakespeare«Scusa se te lo chiedo, ma non hai caldo con quei vestiti addosso?» mi chiese Meredith con un sopracciglio alzato.
Effettivamente, sì.
«Direi, ma non ho molta scelta» risposi sarcastica, «Nah, ci sono io come scelta! Possiedo una cabina armadio grande quanto una stanza, vieni con me» non feci in tempo a ribattere, perché lei mi tirò per un braccio.Salimmo le scale fino a raggiungere una camera, la porta era bianco crema, come d'altronde lo erano il resto delle porte.
Quella villa era davvero un labirinto, tutto enorme e tutto uguale.
«Non aver paura, vieni» mi strizzò l'occhio e io mi feci il segno della croce mentalmente.
Avevo un po' paura di quello che Meredith avesse in mente per me.
«Tranquilla, ho capito il tuo stile: Total black».
Okay, forse potevo ricredermi. Un punto per Maddy e la sua intelligenza.
Appena entrai in quella stanza mi sembrò di vivere in un film romantico americano.
Avete presente l'armadio enorme rosa pastello che ogni cheerleader aveva? Ecco, soltanto che davanti a me c'è ne era uno grande quanto un soggiorno.
Gli abiti erano disposti maniacalmente in ordine non solo di colore, ma per sfumature di colore.
Sgranai gli occhi e lei parve accorgersi del mio stupore.
Ridacchió divertita e la vidi trafficare nella zona dedicata agli abiti scuri. Pregai Dio e tutti i santi che facesse la scelta giusta e non mi conciasse come un uovo di pasqua piena di fiocchi e robe così.«Okay, ad occhio e croce direi che portiamo la stessa taglia. Provati questi» mi porse una maglietta nera a maniche corte, abbinata ad una-
«No, io le gonne non le metto. Scordatelo» roteò gli occhi e ripose il capo d'abbigliamento al suo posto. «Hai gusti difficili vedo».
Davvero?
Alzai le spalle e aspettai che scegliesse qualcosa che rientrasse nei miei standard. «Questi vanno bene?» erano semplici jeans che arrivavano appena sopra la caviglia, rigorosamente neri.
Annuii.***
Poco dopo aver indossato i vestiti scelti da Meredith scesi in cucina.
«Oh, ciao Bellezza!» ormai dubitavo che Luke avrebbe mai smesso di usare quel soprannome per me.
«Sei ancora qui» mise in bocca una patatina mentre guardava la partita su un mega televisore.
Alzai gli occhi al cielo. «No guarda, in realtà sono un ologramma!» ribattei sarcastica.
«Ah ah, divertente» mi sbeffeggió con un tono da so-tutto-io.
Lo sorpassai, «Luke!» mi voltai quando una bambina di circa sei anni corse ad abbracciare il biondo.
«Sophie, spostati. C'è la partita!» la scostò e lei rotolò sul divano che dire gigante era dire niente.
Mise il broncio e rubò una patatina, facendogli la linguaccia.
Solo pochi istanti dopo la bambina si accorse di me. Inclinó la testa e mi guardò, curiosa.
«E tu chi sei?» domandò fissandomi con i suoi grandi occhioni blu.«È una amica e adesso và di sopra a rompere le palle a Maddy» ribatté burbero.
Sophie scese dal divano e mi si avvicinò. «Ciao! Sono Sophie, e tu come ti chiami?» la squadrai sospirando.
«Mercoledì» sbuffai.
Non mi piacevano i bambini. «Ah. Aspetta, ma tu sei la Mercoledì di cui parlava sempre-» «-Sì Sophie, è lei. Ora vai in camera tua» la interruppe Luke.
«Wow, volevo conoscerti da tanto tempo! Ma voi due siete fidanzati? Tyler parlava tanto di te» mi sentii avvampare.
«No, non stiamo insieme» Luke spense la TV.
«MarySophie, vai di sopra o ti lancio qualcosa!» strillò il ragazzo, infuriato.«Mh, uffa. Va bene» si fermò sulle scale, «Sei davvero molto carina, Tyler lo diceva sempre» sgranai gli occhi mentre lei spariva al piano superiore.
Proprio in quel momento Meredith comparve in cima alle scale.
«Che scena stupenda: Mia sorella di sei anni che riesce a battere il mio gemello di sedici, di solito anche a me rompe però adesso sto stimando Mary».
Lui cercò di lanciarle un cuscino, ma naturalmente lo schivó.
«Sai che odia quando la chiami con il suo nome completo vero? Si vendicherà» cantilenò la bionda ridacchiando.
«Fanculo» borbottò, «Anche io ti voglio bene» mi guardò a sorrise, «Stai benissimo! Ho fatto la scelta giusta!» Luke si voltò, sedendosi sul bordo del divano.
«Ah, non avevo notato il cambio look. Stai molto bene Bellezza» alzai gli occhi al cielo e ignorai il suo commento.
«Lascialo perdere» «Lo stavo già facendo» la seguì non so dove.«Siamo una famiglia molto numerosa. Siamo sette fratelli compresi io e Luke».
Spalancai gli occhi. Alla faccia della famiglia numerosa!
«Vediamo, c'è mio fratello -il più grande di tutti noi- Jackson, più stronzo di Luke. Poi Elisabeth, che se la chiami Elisabeth ti uccide quindi se mai la dovessi incontrare chiamala Beth, lei ha un carattere abbastanza difficile, se ne sta sempre sulle sue» alzò le spalle.
«Poi ci siamo io e Luke, gli unici gemelli» «Dopo c'è Clare, lei è la più solare di tutti e non litiga mai con nessuno poiché è troppo dolce e ingenua. Ti dico solo che a dodici anni non sa ancora come si fanno i bambini» feci una smorfia di disappunto.
«Lei è rimasta in Arizona quindi non la vedrai» «Poi c'è Myriam, ha otto anni e conta che ha lo stesso carattere di Luke. Pensa che casino fanno quei due insieme» alzò gli occhi al cielo.
«E beh, MarySophie la hai già conosciuta, l'ultima arrivata nonché preferita dai nostri genitori. Una peste che non ti dico, odia il suo nome quindi chiamala Mary o Sophie» annuii, alla fine era interessante ascoltarla parlare.
«Mio padre è il fratello della madre di Tyler, io non ero nata quando è morta» abbassò lo sguardo e mi invitò a fare un giro in giardino.
«Dai racconti dei miei fratelli so che era una donna molto dolce e gentile, dalle foto invece posso dire che è la copia perfetta di Tyler» alzò le spalle.
«Lei è una argomento proibito in casa. Mio padre non si è mai ripreso dalla morte di sua sorella. Tutti in famiglia sappiamo che cos'era e beh, che cos'è Tyler. Ci siamo capite» mi lanciò un'occhiata complice e annuii.
«Bisogna fare attenzione a non pronunciare il nome Francois Galpin, o mio padre si incazza ed è capace anche di dartele» sgranai gli occhi.
«Tyler era sempre stato un bravo ragazzo, forse anche troppo. All'inizio passavo tanto tempo con lui perché da bambino veniva spesso a trovarci. Poi non so per quale motivo suo padre smise di portarlo qui. Non perdemmo mai i rapporti però, ci chiamavamo tutte le sere per parlare delle nostre rispettive vite» rise piano, «Mi manca, so che è scappato da quella specie mi penitenziario in cui lo hanno rinchiuso» mi guardò sorridendo.
«Parla in modo sincero, lui ti piace?» tossii e mantenni lo sguardo basso. «Forza Mercoledì, secondo te lo vado a raccontare a qualcuno?» alzai un sopracciglio, «Beh, hai scommesso su di noi» sbuffò, «Scusa, ma so mantenere un segreto».
Non so perché ma sentivo di potermi fidare di lei, «Non lo so» fui vaga, «Ne sei sicura?» la guardai male, ciò significava che avrebbe dovuto smettere di parlare di questo argomento entro un secondo se non voleva ritrovarsi senza bocca.
«Oookay» si arrese con un sorriso, «Non te lo ho ancora chiesto, ma perché sei qui?» quasi mi venne da ridere (quasi) al pensiero di quanto la mia storia potesse sembrare assurda, se raccontata a qualcuno.
Le raccontai tutto per filo e per segno, e mentre parlavo la vidi rabbuiarsi.
«Dove hai trovato quel libro?» il suo tono divenne serio, «Non lo so, me lo ha spedito non so chi» lei scosse la testa, «Quello è un grimorio molto prezioso, è pericoloso in mani sbagliate» mi prese la mano.
«Seguimi, voglio farti vedere una cosa».Spazio autrice:
Ciauu
Allora allora, questo capitolo è un po' avvolto dal mistero.
Sembra però che Meredith sia in grado di darci risposte a domande molto misteriose.
Al prossimo capitolo per sapere cosa la nostra biondina ha da dirci,
Baci,
Chiara 🦋
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Let me love you (Mercoledì x Tyler)
FanficDopo l'accaduto alla Nevermore Mercoledì torna a casa. La testa affollata da mille dubbi, troppe domande senza risposta è tante delusioni. Ma quando in un baleno giunge di nuovo Settembre, sua madre la obbliga a tornare nella scuola dove è praticame...