Mercoledì
«Chiamami solo amore, e sarò ribattezzato»
Romeo e Giulietta, W. Shakespeare«Sicura di non volerne parlare?» fissai il soffitto, «Sì» mi voltai a guardare Tyler, che aveva stampata in faccia un'espressione dispiaciuta.
«Ti ha provocata» mi avvicinai a lui chiudendo gli occhi con forza.
«Non doveva nominarti in quel modo» in un attimo fu sopra di me e mi fissò con quelle bellissime iridi verdi.
«Non dovevi fare quella scenata per colpa mia» scrollai le spalle, «Invece sì. Ricorda il post-it» indicai il muro di fronte a noi, dove avevamo appeso il foglietto incorniciato.
Mi sorrise spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Come dimenticare» gli diedi un bacio che durò secondi interi, dove il mondo scompariva e anche per pochi istanti potevo godermi il disastro che eravamo.
Aprii gli occhi lentamente, «Vuoi alzarti?» guardai l'ora e notai che erano le sette del mattino. Di solito a quell'ora io ero sempre sveglia.
«No» continuai a baciarlo invertendo le posizioni, «Da quando non ti svegli insieme ai galli?» roteai gli occhi, «Ancora non hai capito che in questi momenti devi soltanto stare zitto» mi fiondai di nuovo sulle sue labbra, che sapevano di caffè e menta.Amavo il suo profumo.
Amavo tutto di lui, anche il suo lato oscuro. Per me non faceva paura, non mi spaventava, non era un taboo.
Era una delle tante cose per cui lo avevo scelto.
Era vero, di difetti ne aveva tanti. Ma io non ero da meno.
Così ognuno aveva imparato ad amare i difetti dell'altro.
Quando ero con lui non mi importava di niente, se qualche persona sussurrava quanto assurda fosse la nostra coppia me ne fregavo altamente.
Fra un bacio e l'altro lanciavo occhiate al post-it, il nostro ufficiale testimone d'amore.Scossi la testa e ripresi a baciarlo.
Forse il legame di asservimento con noi stava un po' degenerando, ma non ci importava.
Era fisica? Era amore? Era attrazione?
No, era un vero e proprio disastro.
Il nostro perfetto disastro.
Ah quanto ero diventata sdolcinata.Guardai ancora l'orologio e decisi che tutto potesse aspettare.
Non mi importava di nessuno e niente.
Nel dubbio: 'fanculo mondo.***
Quando l'avvocato di Satana mi aveva provocata in quel modo non ero riuscita a stare zitta.
Non potevo.
Aveva ribaltato la situazione a suo piacimento peggiorando le cose non solo per lui, ma anche per noi che per colpa mia rischiavamo la vittoria.
Ma non ci ero riuscita, era impossibile non sbottare davanti ad una situazione simile.
Mark voleva questo, ecco cos'era quel ghigno.
So il tuo punto debole.
Infatti lo sapeva, e anche troppo.
Fissai il post-it attaccato al muro e scossi la testa.
So il tuo punto debole.
Volevo urlare per quanto fossi arrabbiata, ma non volevo svegliare Tyler accanto a me.
A differenza mia lui era riuscito a prendere sonno mentre io beh, io non facevo altro che pensare di aver rovinato il processo.Se le mie parole avessero inciso sul giudizio finale?
Avevamo lottato tanto per ottenere quel maledetto processo, e io avevo sprecato quell'occasione soltanto perché qualche frase mi aveva fatta arrabbiare?
Stupida.
Stupida.
Stupida!
Mi coprii la faccia con entrambe le mani e evitai di piangere.
Avevo pianto fin troppo.
«Va tutto bene?» tolsi la mani dal viso e mi girai su un fianco, guardando Tyler.
«No» ammisi piano, «È tutta colpa mia» aggrottò le sopracciglia, «Per cosa ti senti in colpa?» roteai gli occhi.
«Avrò rovinato il processo» mi sorrise, «No, sicuramente il giudice avrà capito la situazione. Quell'uomo non ti faceva neanche finire di parlare, non era uno onesto, giocava sporco» mi morsi un labbro.«Beh, è riuscito fin troppo bene a giocare sporco» sussurrai, «Forse, ma si vedeva lontano un miglio che era quello il suo intento. Tutti in aula lo hanno capito, fidati» alzai le spalle.
«Se lo dici tu» la mia voce aveva convinzione 0.
Lui se ne accorse, non gli sfuggiva mai niente.
Mi accarezzò la guancia e sorrise, «Non sentirti in colpa Mercoledì, davvero tu sei l'ultima persona che dovrebbe. Hai lottato tanto per ottenere l'occasione di sbattere quell'uomo in galera, quindi non darti colpe che assolutamente non hai. Il post-it, ricordi? Saremo forti anche nei momenti più bui» sospirai, «Ma-» «-Il post-it» sbuffai tornando a fissare il soffitto.
«Dormi adesso» mi diede un bacio e tornò a dormire.
Lo guardai con la coda dell'occhio per poi chiudere anche io gli occhi, cadendo in un sonno senza sogni.***
La mattina dopo mi svegliai verso le otto.
Avevo deciso che non avevo più voglia di alzarmi presto anche quando non dovevo.
Indossai una maglietta e dei pantaloni, per poi tornare sotto le coperte.
«Ma buongiorno Fufi» dissi con tono strafottente, sbadigliò girandosi per guardarmi.
«Ciao» sussurrò con gli occhi mezzi chiusi, che immagine buffa.
Lanciai un'occhiata al post-it che sembrava vegliare su di noi, «Come cavolo ti è venuta in mente l'idea di scrivere quelle promesse su un... post-it?» alzò le spalle, abbracciandomi da dietro, «Non lo so, volevo che fossero messe per iscritto. E poi il post-it lo hai scelto tu» mi baciò la spalla, «Perchè non c'era altro su cui scrivere. Non credi che dovremo ricopiarle in bella magari su un foglio?» si alzò sui gomiti e io mi sedetti a gambe incrociate.
«Assolutamente no. È nato così e così rimarrà» feci una smorfia, «Va bene allora rimarrà ridicolamente ridicolo per sempre» anche lui si mise seduto.
«Guarda che è la tua di scrittura eh» roteai gli occhi, «Scrivo molto meglio di così. Ero agitata e di fretta quando ho scritto quello» indicai il foglietto con un gesto della mano.Alzò le spalle.
«Resta pur sempre la tua scrittura Fufi» gli feci il dito medio e lui mi rivolse uno sguardo divertito.
«Sì sì, sfottimi quanto ti pare» sbuffai, si avvicinò a me, «Oh, come sei permalosa» lo fulminai con lo sguardo.
«Non sono p-» mi zittì con un lungo bacio.
«Come dicevi?» «Che non sono affatto per-» un altro bacio.
Così non vale però!
«Giochi davvero sporco Bel Faccino» gli diedi un leggero schiaffo sulla guancia.
Ma da quando ero diventata così sdolcinata per fare queste stupide cose da coppiette innamorate?
Di risposta lui mi coinvolse in un bacio lungo e passionale.
«Tyler, dai adesso no. Fra poco arriva la let-» mi zittì ancora spingendomi sul letto senza smettere di baciarmi, «Veramente» roteò gli occhi, «Abbiamo un po' di tempo» ghignò, «Forse» continuò a baciarmi mentre gli artigli spuntavano dalle sue unghie.
Non ci feci caso, non più.
Non ci capivo più niente, sembravo una drogata.
Mi tolse la maglietta che a quanto pareva avevo messo per niente, «Dovremo fermarci» dissi con il fiatone, «Vuoi smettere?» mi persi nei suoi occhi, «No».***
Non volevo pensare che a momenti sarebbe arrivata la lettera con scritte le condizioni in cui Mark avrebbe dovuto rimanere.
Ma soprattutto, chi di noi aveva vinto?
Finii di truccarmi e sospirai, «Cosa c'è Fufi?» Tyler mi raggiunse, «Niente è che..se avessi davvero rovinato tutto?» mi voltò verso di lui.
«Tu non hai rovinato un bel niente» disse serio, ma la mia espressione rimaneva tesa e abbattuta.
«Dico sul serio, non preoccuparti» trattenni una lacrima che minacciava di uscire.
Lo guardai incerta, «Tu hai dovuto sopportare così tante cose per colpa mia, sei sempre stata la più forte fra i due. Hai superato tante delusioni, sei guarita da tante ferite. Ma sei ancora qui» accennai ad un sorriso.
«Ti ringrazio» sussurrai con lo sguardo basso.
Quanto costano quelle mattonelle?
Mi alzò il mento con un dito sorridendomi, «Il post-it. Saremo forti» alzai gli occhi al cielo, «Va bene. Per il post-it».
Mi diede un bacio molto diverso dai soliti, molto dolce e nessun artiglio spuntò dalle sue dita.
Mi porse la mano e io la strinsi.
«Sei pronta a sbattere Satana in galera?» ghignai, «Non aspettavo altro».Spazio autrice:
Ciao a tutti!
Mi scuso per il capitolo più corto del solito ma volevo continuare la faccenda del processo in un capitolo prossimo.
Detto questo spero vi sia ugualmente piaciuto.
Se vi va lasciate una stellina o un commento,
Baci baci,
Chiara 🦋
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Let me love you (Mercoledì x Tyler)
FanficDopo l'accaduto alla Nevermore Mercoledì torna a casa. La testa affollata da mille dubbi, troppe domande senza risposta è tante delusioni. Ma quando in un baleno giunge di nuovo Settembre, sua madre la obbliga a tornare nella scuola dove è praticame...