Mercoledì
«L'amore dei giovani non sta nel cuore, ma negli occhi»
Romeo e Giulietta, W. ShakespeareQuando scendemmo in salotto io ero un vero fascio di nervi.
Presi un respiro profondo, mentre stringevo più forte la mano di Tyler, che mi diede un bacio fra i capelli per calmarmi.
Erano tutti lì, riuniti al tavolo, nervosi quanto noi.
Notai che Beth teneva in mano una busta con sopra il nostro indirizzo.
Deglutii a vuoto e mi sedetti accanto a Tyler e Maddy.
Ci guardammo tutti negli occhi per poi dare il segnale a Beth di aprire la lettera.
Piano lo fece e la lesse.
Vidi i suoi occhi risplendere e un largo sorriso farsi strada sulle sue labbra.
«Abbiamo vinto!» esclamò, tutti sorridemmo festeggiando l'ergastolo di Satana.
Mi girai e diedi un bacio a Tyler, «Ti avevo detto che c'è la avremo fatta» sorrisi per davvero, «È fatta» ci alzammo e Maddy saltò addosso a Tyler, emettendo urletti stile Enid.«Grazie Mercoledì» mi voltai e notai Luke sorridermi, «Di niente» risposi con un mezzo sorriso.
«Ci siamo riusciti!» Maddy mi abbracciò e mi rassegnai, ricambiando l'abbraccio.
«Ci siamo riusciti ragazzi» annunciò Jackson guardandoci tutti.
Ci guardammo più felici che mai, annuendo.
Lanciai un'occhiata complice a Tyler, che ricambiò con un sorriso.
«Andiamo» Maddy mi prese per un braccio, «Cosa fai? Piove!» la bionda sorrise al fratello, «Che importa?» la seguii rivivendo lo stesso deja-vu.
Eravamo zuppi dalla testa ai piedi, tutti.
«Non ci posso credere!» esclamò Beth commossa, «Neanche io!» abbracciò Luke chiudendo gli occhi.
«Hai visto? Abbiamo vinto noi» mi voltai e notai che Tyler era alle mie spalle, non feci ne uno ne due e gli saltai addosso.
Lo sentii ridere, «Grazie» mi mise piano giù, «È il post-it» annuii, «È il post-it» risposi mentre la pioggia mi scorreva sulla pelle.
Mi porse la mano, «Vieni con me» la afferrai e lo seguii.***
Mi portò in una parte del giardino che non avevo mai visto.
Era bellissima, un tempo doveva essere stato un parco giochi.
«Ci vengo quando voglio stare da solo» si sedette su una altalena, ma rimanendo fermo e mi sorrise, «Ancora mi chiedo se tutto questo sia un sogno» sussurrò, mi avvicinai, sedendomi sull'altra altalena.
«Non lo è» dissi prendendo la spinta per dondolare.
«Non hai idea di quanto tempo era che proviamo a metterlo in prigione e adesso grazie a te ci siamo riusciti» abbassai lo sguardo.
«Non è merito mio» si alzò e io feci lo stesso, «Chi la ha comprata questa casa?» rimasi in silenzio, «Ti sei risposta da sola» ci guardammo negli occhi per un tempo indefinito.
«Grazie Fufi» mi prese il viso fra le mani e mi baciò. Come sempre gli artigli mi graffiarono la maglietta zuppa.
In quel momento sembrava aver perso completamente il controllo, perché continuava a baciarmi come se fosse l'unica cosa di cui avesse bisogno in quel momento.
«Non qui dai» lo sfottei, «Ti stavo soltanto baciando» rispose riprendendo fiato, «Si si, certo certo» riprese a baciarmi e iniziai a non sentire neanche la pioggia che mi bagnava i capelli e i vestiti.
Sembrava che il mondo intorno a me fosse scomparso del tutto.
Forse quello fu il bacio più bello che ci scambiammo.
«Fermo adesso» dissi con il fiatone, «Okay» rispose abbozzando un sorriso.
«Ti amo Fufi» sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra, chiusi gli occhi, «Anche io» ribattei con lo stesso tono di voce, ovvero molto basso.
«Sei sicura che questo sia reale?» gli diedi un altro bacio, «Direi di sì» alzò gli occhi al cielo.
Gli avvolsi il collo con le braccia guardandolo negli occhi senza ombra di malizia.Ci fu un lungo e rilassante silenzio.
«Satana è chiuso nel suo Inferno per sempre» lo guardai spostando alcuni capelli che gli si erano appiccicati alla fronte.
«Esatto. Quindi niente paura» risposi calma, «Lo dice anche il post-it» aggiunsi con una punta di orgoglio nella voce.
«Torniamo dagli altri?» proposi con un sopracciglio alzato, «Okay».***
Raggiungemmo di altri, rientrando in casa.
«Raga, adesso si mangia!» Luke e il suo entusiasmo che riuscì a coinvolgere persino me.
Ripeto.
Me.
Sconvolgente.
Prese una bottiglia di vino, «Beh, questa è per la vittoria. La conservo dall'inizio del processo» ci strizzò l'occhio e tutti ridemmo apparte me che sorrisi appena.
«Attenti che la stappo» se mi fosse arrivata in testa lo avrei ammazzato.
Alla fine beccò Jackson e quasi non gli cavò un occhio.
Inutile dire gli insulti che seguirono, che coinvolsero anche qualche divinità.
Roteai gli occhi mentre prendevo posto a tavola.
Eravamo tutti completamente fradici ma poco ci importava.
Dopo aver mangiato non so quanta pasta al pesto e dell'arrosto con tanto di dessert finale mi lasciai cadere sul letto della camera di Tyler.
Ormai la consideravo mia, o meglio, nostra.
Sospirai, sapendo di dover cambiare le lenzuola dato che come un genio non avevo minimamente pensato al fatto che ero zuppa.
Gelato.
Così si risolvono i problemi, con il gelato.***
Venti minuti dopo ero io da sola che con santa pazienza cambiavo il letto, maledicendomi mentalmente del fatto di essermi buttata sulle lenzuola tutta bagnata.
Che nervi.
Sentii la porta aprirsi e chiudersi e non mi voltai neanche perché sapevo chi era la persona nella stanza.
«Ma ciao. Che fai?» gli lanciai un'occhiataccia, «Non lo vedi? Sto rimettendo a posto i cuscini» sbuffai, «Oh, e perché? Avevo fatto la lavatrice oggi».
E porca miseria!
«Lascia stare. Meglio non parlarne» borbottai mentre finalmente finivo la mia missione.
«Mi spiace davvero tanto però che tu abbia cambiato le coperte perché adesso» si avvicinò a me.
Ora lo ammazzo, deve smetterla di sfruttare la sua velocità per sfottermi!
«Noi ci divertiamo».
Lo sapevo.
Che stupida (parte due)
«Almeno puoi cambiart-» non finii la frase perché mi ritrovai coinvolta in un bacio passionale.
E ti pareva.
Ricambiai ovviamente, «Ancora devo realizzare il fatto che abbiamo vinto» disse mentre per un attimo si staccava dalle mie labbra, «Capisco ma, è reale» gli presi di nuovo il volto fra le mani e in quel momento rivissi tutti i ricordi che serbavo in sua compagnia.tGli artigli graffiarono la maglietta che ormai era andata a finire non so dove come la sua camicia e per una volta mi sentii...felice.
C'era qualcuno, una persona su otto miliardi che mi amava sul serio.
Stentavo a crederci per il semplice fatto di essere come dire..ostile ai sentimenti.
O almeno così credevo a quanto pareva.
Mi sentivo a casa, mi sentivo apprezzata da qualcuno che non fosse la mia famiglia.
Mi sentivo amata.***
«Ti avverto che il letto lo cambi tu dopo» Tyler roteò gli occhi, giocherellando con le mie trecce.
«Ah ah, ma ora non ho voglia di pensarci».
Ecco, lo sapevo.
«Credo che la mia maglietta sia irrecuperabile» alzò un sopracciglio, «Perchè?» «Perchè la hai ridotta praticamente a brandelli con quei cavolo di artigli» gli diedi uno schiaffo sulla nuca.
«Ahia!» ghignai, soddisfatta.
«Mi scuso, te la ricompro se vuoi» sbuffai, «Nah, neanche mi piaceva», infatti non mi piaceva vestirmi elegantemente.
Guardai il post-it, «Secondo me ci sta benissimo lì» mi voltai a guardarlo, «Concordo» mi spostai per baciarlo ancora.
Dipendenza.
«Che ore sono? Porca miseria!» mi alzai e notai che erano le nove di mattina.
Avevo dormito poco e niente praticamente.
«Ma si dai, prenditi tutte le coperte» gli lanciai un cuscino, accompagnato da un'occhiataccia.
«Taci».***
Quando scendemmo al piano inferiore aveva smesso di piovere.
Che peccato...
Ognuno era a farsi i cavoli propri, e notai che era presente anche..
«Lily?» si voltò, facendo svolazzare i suoi capelli biondi e sfoderò uno dei suoi bellissimi sorrisi.
«Ciao!» mi corse incontro e mi abbracciò.
Ancora.
Gelato?
No aspettate. Se Lily era lì voleva dire che Luke sapeva della sua esistenza.
«Ciao» notai che il biondo ci aveva raggiunte.
«Ciao stellina» le scompigliò i capelli e lei rise.
«È sempre mia figlia» mi lesse nel pensiero, «Esatto. Adesso puoi godertela quanto vuoi» annuì prendendola in braccio.Tutto era tornato normale.
Tutti i pezzi del puzzle combaciavano.
Tutto andava bene.
Finalmente avevo quella cosa che avevo cercato e ricercato.
L'amore.Spazio autrice:
Ciao a tutti amici!
Sono purtroppo triste di dirvi che questo è l'ultimo capitolo di Let me love you.
Seguirà a breve un epilogo che sto scrivendo tuttora.
Spero che fin qui abbiate apprezzato il mio lavoro e che Mercoledì e Tyler vi abbiamo fatto compagnia.
Detto ciò se volete lasciate un commento o una stellina,
Kiss kiss,
Chiara 🦋
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Let me love you (Mercoledì x Tyler)
FanfictionDopo l'accaduto alla Nevermore Mercoledì torna a casa. La testa affollata da mille dubbi, troppe domande senza risposta è tante delusioni. Ma quando in un baleno giunge di nuovo Settembre, sua madre la obbliga a tornare nella scuola dove è praticame...