Capitolo 15: Mercoledì non è affatto ubriaca, però Tyler è Gesù

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Mercoledì

«Guarda come appoggia la guancia alla sua mano: Oh, potessi essere io il guanto di quella mano e poter così sfiorare quella guancia!»
Romeo e Giulietta, W. Shakespeare

«Un'altra prego» ordinai al barista indicando la bottiglia di tequila alle sue spalle.
Lui alzò un sopracciglio, perplesso.
«Scusa se te lo dico, ma è già il settimo bicchiere, non credo sia il cas-» sbuffai, «Non sei mio padre, dammi!» mi lamentai con un tono da bambina.
Ubriaca.
Ecco cos'ero in quel momento mentre buttavo giù il settimo bicchiere di tequila.
Ormai non stavo più connettendo: stop cervello di Mercoledì Addams.
Sentivo la testa pesare e la vista si stava leggermente annebbiando, ma me ne fregai abbastanza.
Mi alzai barcollando.
Il mio sguardo vagó per tutta la stanza, in cerca di qualcosa da fare. Mi stavo annoiando.
«Hey! Cosa ci fai qui?» notai Luke squadrarmi dall'alto in basso.
«Ma chi sei? Per caso un pulcino? Un pulcino insomma un po' alto, che capelli biondi che hai! Li posso toccare?» mi alzai sulle punte saltellando, ma ero troppo bassa per arrivarci.

Lui rise divertito, scuotendo la testa.
«Mi chiamo Luke, fratello di Maddy. Ti ricordi?».
Momento di riflessione
Connessione assente.
«Non credo» lui roteò gli occhi, «Ma quanto cazzo hai bevuto?» sbuffai, «Tipo sette bicchieri, niente di ché. È tuttoooo sotto controllo» barcollai leggermente.
«Ti porto a casa» «No! Lì c'è quel figo del mio ex fidanzato! Non ci torno!» incrociai le braccia al petto, come una bambina.
«Scusa, ricordami chi sei».
Mamma mia, io proprio non reggevo l'alcol.
«Lascia stare, vieni con me» tolsi le sue mani dal mio braccio.
«Nahhh, non voglio. Uh che bello il karaoke!».
Ma.Che.Cazzo.Stavo.Facendo?
Mi allontanai, cercando di non cadere.
«Dammi» rubai il drink di un tizio e lo bevvi tutto d'un fiato.
Basta, ero andata.

«Che canzone mettete?» chiesi al dj.
«Niente persone ubriache al karaoke, mi dispiace» sbattei le ciglia più volte, «E se ti faccio gli occhi dolci?» lui mi guardò impassibile.
«No» gli feci il dito medio e mi allontanai.
«Wow, biliardino, posso giocare?!».
Non sapevo neanche con chi stessi parlando, ma okay.
«Se ci tieni» rispose un tizio a caso.
Tirai un urletto un po' stile Enid e mi aggregai.
Mentre giocavo imprecavo se stavo perdendo, oppure scleravo quando stavo vincendo.
Alla fine la mia squadra vinse, «Batti il cinque tizio che non conosco!» lui mi guardò confuso, ma poi mi assecondò.
Feci per andarmene, ma lui mi trattenne per un braccio.
«Cosa fai?» ormai vedevo pure doppio, mi scostò la frangia dagli occhi, ghignando.
«Tu cosa vorresti fare?» mi strinse la vita, «Lasciami stare» lui non mi ascoltò e fece l'opposto, provando a baciarmi.
«Non mi toccare!» mi dimenai, cercando di liberarmi dalla sua stretta.
Ad una certa mi sentii trascinare via.

Aggrottai le sopracciglia.
«Pulcino?» sussurrai, «Non ho idea di cosa tu stia parlando, ma ora tu vieni con me».
Wtf?
Gelato?
Chiusi un secondo le palpebre.
«Sei per caso Gesù?» sentii una risata, «No, non sono Gesù. Ma in questo momento potrei esserlo visto che ti ho salvata da quel tizio» feci una smorfia di disappunto, mentre mi levavo le sue mani di dosso.
«Che cosa fai adesso?» mi diressi al bancone del bar con nonchalance.
Mi sentii afferrare ancora.
E che palle però!
«Ascolta, non mi sembra il caso di bere ancora. Se vuoi che non ti tocchi fai pure, ma non credo sia il caso, dubito che tu possa camminare in questo momento» alzai un sopracciglio.
«Nah, ma ti pare? Guarda che io sto benissimo!».

E fu così che Mercoledì Addams si ritrovò a terra.
Porca puttana.
Il ragazzo mi porse la mano, «Riesco da sola, grazie comunque Gesù».
E un'altra culata.
Olè!
«Fatti aiutare» mi prese in braccio e riconobbi subito il suo profumo.
«Ma tu sei Tyler?» domandai sbadigliando, mi lanciò un'occhiata divertita, «No, sono Gesù» appoggiai la testa sul suo petto, «Ah, allora avevo ragione!» gli diedi una pacca sulla spalla.
«Mi viene da vomitareeee» sbiascicai, lui roteò gli occhi.
«E ti credo, dopo aver bevuto il bar intero» si diresse verso l'uscita.
«Gesù, non ho pagato il conto!» lo apostrofai, «Ci ho pensato io. Ora andiamo prima che mi vomiti addosso».

***

Appena tornai a casa di Meredith mi buttai sul divano.
Tyle-Gesù (forse) roteò gli occhi, «Devi dormire sul letto, non sul divano» seppellii la testa al cuscino, facendogli il dito medio.
«Guarda che è colpa tua se sono ridotta così» la mia voce era attutita dalla stoffa che avevo in testa.
Chiusi gli occhi, «Vai a letto» «Di sti cazzi, vacci tu a letto» borbottai sbadigliando.
«Non farti prendere in braccio di nuovo, muoviti» mi alzai, mettendomi a gambe incrociate.
«Ma io ti castro!» lui mi tappò la bocca con la mano, «Non urlare!» la scostai, ormai di lui vedevo solo una figura sfocata.
«E poi, se mi castri non potrai godere dei privilegi che hai già bello che vissuti» mi strizzò l'occhio.
Io sorrisi come un ebete, «Hai ragionieeee! Giusto giusto, lo sai che sei bravo a letto?» lui rise, «Spero che ti dimenticherai di queste parole domani» alzai le spalle, «Sicuuuro».

«Dai vieni» finalmente mi tirai su e dovetti poggiarmi al suo braccio per salire le scale.
«Gesù? Posso farti una domanda intelligente?» roteò gli occhi, «Spara» «Secondo te gli unicorni esistono?» soffocò una risata.
«Ne dubito» «Scusa, ma quello non lo è?» «Quello è un lampadario Mercoledì» «Oh».
Raggiungemmo la mia camera, «Vai a farti una doccia e cambiati, dormi che ne hai bisogno».
«Perchè non mi cambi tu?».
Che.Cazzo.Avevo.Detto?
Lui mi rivolse uno sguardo malizioso, «Sicura?» inclinai la testa.
Riconnessione in corso...
Spiacenti, è impossibile accedere alla rete cervello Mercoledì Addams.

«Sì, dai che ti costa?» gli feci gli occhi dolci, «Scordatelo, fatti quella doccia che puzzi da morire» sbuffai, «Allora fai la doccia con me!».
Mi guardò con un misto fra il divertito e l'esasperato.
«Io l'ho già fatta. E comunque ho come l'impressione che fra poco vomiterai» alzai un sopracciglio.
«No, ma ti pare?».

Due minuti dopo mi ritrovai sulla tazza del water che vomitavo pure l'anima, con Tyler che mi teneva i capelli.
Che scena poetica.
«Okay, ora puoi mollarmi, grazieee» mi tenni al bordo del lavandino per alzarmi.
«Bene, sono sicuro a lasciarti sola?» barcollai appena, mimando un okay con il dito.
Un'altra bella culata, che bello!
«Ho capito, fatti una doccia. Io ti aspetto di qua» annuii, sorridendo come un ebete.
Ero davvero andata.

***

Uscii dopo una buona mezz'ora.
Beh, ci era voluto un po' soltanto per arrivarci alla doccia, figuriamoci a lavarmi.

Come aveva promesso Gesù (?) Mi aspettava seduto sul bordo del letto.
Mi sorrise, «Finalmente, vieni dai. Non lo so, vuoi che ti rimbocchi anche le coperte per caso?» annuii, felice come una bambina.
Bah, io basita da me stessa palese.
Mi sistemai sotto le coperte.
«Dormi con me?».
E vabbè però! Ma che cazzo hai per la testa tesoro?
«Se ci tieni» sbadigliai, ormai ero quasi addormentata.
Minchia mi ero bevuta un bar praticamente, ti credo che avevo sonno porca miseria!
Lui obbedì e mi raggiunse sul letto, mentre io praticamente mi ci accollati tipo koala.
Povero.
Il suo battito cardiaco era come una ninna nanna, e, mischiato già al mio sonno mi fece addormentare.
Chissà che cosa avrei dovuto affrontare il giorno dopo....














Spazio autrice:

Ciao a tutti!
Come state? Bene spero.
Ecco un nuovo capitolo di Let me love you.
Allora, la fine è molto sclerosa devo dire, Tyler=Gesù da oggi in tutti i negozi d'Italia e del mondo.
Vabbè, spero che il capitolo un po' scleroso vi sia piaciuto e nulla, alla prossima,
Abbracci,
Chiara 🦋

Let me love you (Mercoledì x Tyler)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora