Capitolo 16: Qualcosa di inaspettato. Decisamente...

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Mercoledì

«L'amore è cieco e gli amanti non possono vedere le piacevoli follie che essi commettono»
Romeo e Giulietta, W. Shakespeare

Cosa è successo?
Ecco quello che mi chiesi appena aprii lentamente gli occhi.
«Oh, buongiorno».
No.
Non è vero..
«No aspe ma tu che ci fai qui? Nel mio letto?» sgranai gli occhi, «Non mi dire che-» «-Non abbiamo scopato, tranquilla. Anche se non sarebbe stato niente di nuovo o spiacevole».
Dove era la mia fossa?
«Allora perché io sono appiccicata a te?» sorrise, «Beh, ieri -fra le tante cose che mi hai ordinato di fare- mi hai chiesto di dormire con te».
No.
Non lo posso aver fatto.
Cioè no.
«No, non è possibile» sbuffò, «È molto possibile, fidati».
E che palle però!
Mi veniva da piangere per la gran -non che forse più enorme- figura di merda che avevo appena fatto.

«Guarda che sono ancora molto arrabbiata con te» mi scostai da lui e mi alzai in piedi.
Porca miseria che mal di testa.
«Si si, ieri la pensavi leggermente diversamente eh, però se ci credi tu» sbadigliò, incrociando le braccia dietro alla testa.
Che palle.
Alzai gli occhi al cielo e barcollai appena.
«Tutto okay?» strizzai gli occhi, «Ah ah, si certo» mentii pietosamente.
Lui ridacchió divertito.
«Cazzo ridi?» scosse la testa, «No niente è che una Mercoledì Addams ubriaca è la cosa più assurda che mi sia mai capitato di vedere» gli lanciai un cuscino, ma lui, con una velocità non umana, lo afferrò.
Uffa.

Con la stessa velocità si piazzò davanti a me.
«Perdonami» sussurrò con un tono di voce maledettamente erotico.
Mi feci forza e spostai la mano che aveva poggiato sulla mia guancia.
«No» affermai gelida.
Sbuffò, «Fallo» i suoi occhi cambiarono colore, da verdi divennero arancioni, e poi rossi.
Feci un passo indietro.
«T-tyler?» balbettai indietreggiai, «Vattene via» ringhiò, «Non capisco, aspetta» mi afferrò il polso, stringendolo forte.
«Che cosa ti prende adesso?» lo guardai, non sembrava più il Tyler dolce e gentile, ma assomigliava al mostro assassino che avevo baciato in ospedale.
«Calmati, questo non sei tu» sussurrai.
Hai promesso Mercoledì, hai promesso di non scappare.
«Ti ho detto di andare via» il polso mi faceva male, ma non lo diedi a vedere.
«Stai calmo, calmati» scandii cercando di rimanere lucida.

«Non costringermi a farti del male».
Okay, la cosa si faceva un tantino pericolosa.
Lo vedevo che cercava di controllarsi, cercai di liberarmi, ma sembrava che la sua mano fosse incollata al mio polso.
Mi lasciai scappare un lamento, faceva male.
«Tyler, lasciami andare. Molla il mio polso» provai a non far tremare la voce.
Sembrò non essere più appartenente a questo mondo.
«Lasciami andare, mi fai male» cercai di strattonarmi, ma stavo soltanto peggiorando le cose.
Era immobile, gli occhi chiusi e la mano stretta sul mio polso.
Pensai che ormai si fosse slogato.
Ad una certa mi sentii lanciare, praticamente volai, sbattendo la testa contro la parete alle mie spalle.
Chiusi gli occhi, portando una mano alla testa, che iniziava a sanguinare.
All'improvviso sentii la porta aprirsi.
«Mercoledì! Oddio, Luke aiutami portala via da qui!» riconobbi la voce di Maddy.

Tossii, «Vieni, ti porto di la» il biondo mi prese delicatamente per la braccia e io non mi opposi.
Ciononostante continuavo a mantenere lo sguardo fisso sulla scena, Maddy che entrava nella stanza per poi chiudersela alle spalle.
«Cosa gli fa?» non sentii risposta, solo il morbido del divano su cui mi poggiò.
«Aspettami, prendo delle garze e ti medico la ferita» sparì dietro ad una porta e io mi alzai seduta.
Osservai il mio polso, che ormai era diventato rosso e notai anche il segno degli artigli che gli erano spuntati all'improvviso.
Storsi il naso in una smorfia di dolore, era decisamente slogato.
Sentii dei passi, segno che Luke era tornato.
«Ahi, quel polso è sicuramente slogato» lo prese fra le mani e io gemetti di dolore.
«Giá, ora ti farò un po' male. Devo disinfettare questa e la ferita alla testa» annuii, ma i miei pensieri erano fissi su quello che stava accadendo dietro a quella porta chiusa.
«Stará bene, Maddy si sta occupando di lui» mi rassicurò una volta fasciato il polso.
«Tieni il tutore, non fare l'orgogliosa levandotelo» sbuffai e annuii.
«Bene, ora passiamo alla fronte» mi scostò la frangia, «Niente di grave, basteranno dei punti. Sei stata fortunata».
Già...
Sospirai mentre lui mi medicava.
Non sentivo neanche dolore.
Cosa gli era preso? Perché mi aveva fatto del male?

Let me love you (Mercoledì x Tyler)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora