Mercoledì
«Il mio cuore aveva mai amato?
Occhi rinnegatelo, perché non ha mai conosciuto la bellezza fino ad ora»
Romeo e Giulietta, W. ShakespeareL'amore».
Beh, non lo davo mai a vedere ma ero certa di amare Tyler, oppure non avrei fatto tutte quelle cose e non sarei stata così ossessionata dal provare a risolvere un rebus alquanto difficile rischiando la vita.
Guardavo il soffitto come se potesse dirmi che cosa dovessi fare.
Lanciai un'occhiata furtiva a Tyler che dormiva tranquillamente vicino a me.
Sospirai chiudendo gli occhi, non sapevo proprio da dove cominciare per trovare la soluzione a quel rebus.
La parola pregare era un taboo, quindi sapevo che non dovevo dirlo mai in sua presenza.
Okay, era un inizio.
Misero, ma era sempre un inizio.
Accennai ad un sorriso. Tyler diceva che parlavo nel sonno, invece lui sorrideva. Ma non quel sorrisetto beffardo, un sorriso vero, genuino e dolce.
Gli accarezzai piano la guancia, spostandogli qualche ciocca di capelli dal viso.
Stava sognando per sorridere così?
Mi avvicinai a lui lentamente, era bello persino mentre dormiva.
Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal suono del suo battito cardiaco.
Poi mi addormentai.***
Quando aprii gli occhi notai che Tyler mi stava guardando, sbadigliando aggrottai le sopracciglia.
«Che cosa c'è?» sussurrai, «Nulla» rispose sorridendo, inclinai la testa, «Allora perché mi stavi guardando?» avvicinò il suo viso al mio, se avesse voluto avrebbe potuto baciarmi da quanto era vicino.
«Perchè sei bella» sgranai gli occhi, «Lo so che i complimenti ti mettono a disagio, ma me lo hai chiesto tu» alzai gli occhi al cielo, «Ti fanno tanto male?» chiese di punto in bianco, «Di cosa parli?» sospirò, «Di quelle» indicò le garze che coprivano le mie ferite.
«Non tanto» abbozzò un triste sorriso, «Non so come scusarmi i-» lo zittii con un bacio.
«Non scusarti, non è tua la colpa. Okay?» gli rivolsi uno sguardo dolce, «Okay» sussurrò, «Credici mentre lo dici. Non voglio che tu lo faccia per me, ma voglio che tu lo faccia per te» spiegai lentamente, «A cosa servirebbe? Faccio questo perché non voglio ferirti ancora. In tutti i sensi».«Invece non dovrebbe essere così. Dovresti crederci e ripetere che tu non sei il nostro. Tu sei Tyler Galpin, il ragazzo a cui ho aggiustato la macchina del caffè, quello che mi ha sorpresa con l'appuntamento perfetto e che mi ha fatto vedere quel film disgustoso, sei quello che mi ha realizzato un caffè con scritto buon compleanno quando ho fatto gli anni, sei quello che ho baciato quella sera al Wathervine» feci una pausa, «Sei il ragazzo di cui sono innamorata» mi guardò con gli occhi sgranati mentre io quasi mi stavo pentendo della frase finale.
Che. Cavolo. Avevo. Detto.
Gelato.
Avrei comprato anche le lenzuola, molto belle devo dire.«Non so come rispondere» scossi la testa, «Allora non mi rispondere» mi prese il volto fra le mani e mi diede un bacio che io ricambiai senza pensarci due volte.
«Grazie» sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra, «Non devi ringraziarmi. Piuttosto inizia a preoccuparti di te stesso, non solo di me» sorrisi appena.
«La devi smettere di mettere gli altri sempre al primo posto. Sei fin troppo generoso e ogni tanto devi concederti delle pause. Per una volta, pensa a te stesso e a come mantenere il controllo» gli diedi un altro bacio, «Senza dimenticare che io sono sempre qui e non ti abbandonerò mai, cascasse il mondo».
Non avrei mai immaginato di pronunciare parole del genere, ma dovetti ricredermi.
Mi sorrise, «Io te lo avevo detto che eri perfetta» alzai gli occhi al cielo, «Ora non adularmi troppo Galpin» mi coinvolse in un altro bacio, che valeva mille grazie che non riusciva ad esprimere se non in quel modo.
Era fatto così e a me andava bene, «Non so come ri-» non gli lasciai finire la frase perché gli diedi un altro bacio.
«Vuoi stare un po' zitto Fufi?» «Volentieri».
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Let me love you (Mercoledì x Tyler)
FanfictionDopo l'accaduto alla Nevermore Mercoledì torna a casa. La testa affollata da mille dubbi, troppe domande senza risposta è tante delusioni. Ma quando in un baleno giunge di nuovo Settembre, sua madre la obbliga a tornare nella scuola dove è praticame...