CAPITOLO XII.

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- Ci siamo tutti?- chiese Mikey, osservando le persone davanti a lui.

Erano di più rispetto alla riunione precedente, ma quella era un'emergenza e c'era bisogno di tutti quanti presenti.

Anche Shinichiro, Wakasa, Akashi e Benkei avevano deciso di partecipare, così come Yuzuha, visto che si trovava sul luogo, e ovviamente c'erano Takemichi e i suoi amici.

- Ci siamo tutti- confermò Takashi.

- Bene. Ken-chin, spiega- ordinò Mikey.

- Come tutti sapete, questo pomeriggio Kisaki ha cercato di contattare Hina. Non ne conosciamo il motivo, ma se è andato da lei significa che sa, almeno in parte, chi siano le nuove persone che abbiamo preso sotto la nostra protezione. Se si è esposto così, o voleva qualcosa da lei... Oppure sta pianificando qualcosa contro di noi- affermò Draken.

- Potrebbe essere che sia venuto da me... Perché lo conosco?-.

Tutti gli sguardi si puntarono su Hina, seduta a capotavola dall'altra parte del tavolo rispetto a Mikey, la mano stretta in quella di Takemichi, al suo fianco.

- Lo conosci?- chiese Emma, sorpresa; Hina annuì.

- Non è che proprio lo conosco... Veniva al doposcuola con me quando andavo alle elementari. Quando eravamo circa in terza, ha scoperto di essere un Maledetto e sua mamma l'ha portato via. Ci ho parlato un paio di volte, ma all'epoca capitavano spesso cose simili per cui non ci avevo fatto tanto caso- spiegò Hina.

- Ed ecco perché avremmo dovuto dire loro da subito il nome del nemico- borbottó Emma.

- Quanto me la menerá per aver avuto ragione?- sospirò Mikey.

- Per anni- rise Draken, poi tornò serio.

- Hai qualche informazione su di lui?- chiese, ma Hina scosse la testa.

- So solo che era un bambino solitario, ma anche molto intelligente- rispose.

- Il potere di Kisaki si chiama Controllo Mentale: quando ti parla, se abbassi anche solo per un attimo la guardia entra nella tua mente, e ti può convincere a fare ciò che vuole. All'inizio ovviamente sono cose semplici, come seguirlo, e a te sembra di fare tutto secondo la tua volontà: fin quando ti ritrovi a compiere un omicidio senza sapere neanche come sei arrivato lì- affermò Draken.

- È terribile...- mormorò Mikey.

Chifuyu lanciò uno sguardo a Baji, notando che aveva serrato le labbra: sembrava parecchio preoccupato... Dopo ci avrebbe parlato.

- Questo è il motivo per cui non posso andare a parlare con Kisaki: ma non possiamo lasciare nulla al caso, non contro di lui- Mikey si alzò e posò le mani sul tavolo - Ken-chin andrà a parlare con lui, abbiamo già chiesto a Koko di utilizzare il suo locale. C'è qualcuno di voi che se la sente di andare? E prima di gettarvi, ricordatevi che non abbiamo più nessuno che possa aiutarci contro il potere di Kisaki: la stabilità mentale è essenziale per andare-.

- Io vado- dichiarò Keisuke.

Mikey lo fissò per un attimo. Se si parlava di stabilità mentale, Baji non era certo il più indicato... Ma era anche uno di quelli che faceva meno fatica a contrastare quel potere.

Per un semplice motivo: appena vedeva Kisaki si incazzava; inoltre, era sempre collegato ai suoi amici, per cui aveva un modo per rimanere saldo, motivo per cui la sua rabbia era più funzionante di quella di Pah-chin.

- Vado anche io. C'è bisogno di qualcuno che tenga d'occhio questi idioti... E se Yamagishi se la sente, vorrei portare anche lui- affermò Takashi.

- Eh?! Io?!- esclamò Kazushi, sorpreso.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora