CAPITOLO LVI.

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- Questa sarà la nostra battaglia finale contro Kisaki- affermò Mikey, fissando tutte le persone nel cortile di fronte a lui.

Nessuno fiató, pronti ad ascoltare ciò che il loro capo aveva da dire.

- Ci siamo allenati a lungo per questo. Abbiamo combattuto parecchie battaglie, abbiamo rischiato di perdere tante persone, ma siamo ancora qui tutti insieme, più forti che mai e pronti a combattere: per noi stessi, per le persone a cui teniamo e per Tokyo. Domani mattina, noi sconfiggeremo definitivamente Tetta Kisaki e prenderemo il possesso di questa città. Conoscete tutti il nostro piano: se qualcuno di voi non se la sente di combattere, non abbia paura di ammetterlo adesso; ricordatevi che la Toman è e sarà per sempre la vostra casa- concluse il ragazzo.

Come aveva immaginato, nessuno fiató: erano tutti pronti a mettere fine a quella storia.

- Bene: andate a riposare, domani sarà una lunga giornata- ordinò Draken.

Tutta la gang si inchinò al loro comandante, prima di allontanarsi per andare a riposare.

Taiju si avvicinò a Mikey, che stava rimanendo immobile nella sua postazione di capitano, in attesa che tutti gli altri si allontanassero.

- Grazie per avere effettuato questa riunione la sera- disse il maggiore.

- Volevo che partecipassi. Hai deciso cosa fare?- gli chiese Mikey.

- Ci vediamo domattina- dichiarò Taiju, prima di superarlo per salire sulla sua moto e tornare alla chiesa.

Anche le anime gliel'avevo confermato: aiutare la Toman contro Kisaki era la scelta migliore; un'ultima battaglia, in modo da potersi lasciare poi indietro tutto quel mondo a cui ormai non apparteneva più.

- È un bene che ci sia anche lui a combattere con noi, è parecchio forte- commentò Izana.

- Si, è un grande aiuto- confermò Mikey.

Il maggiore lo fissò per un attimo, cercando di capire se fosse il caso di dire qualcosa; ma sapeva che non era necessario: Mikey sapeva già tutto.

Sapeva quanto tenesse a Kakucho, e quanto ci tenesse ad aiutare il fratello e la Toman: non c'era bisogno di dire altro.

- Ci vediamo domani, capitano- salutò, prima di voltarsi per allontanarsi; si diresse verso Emma, che stava parlando con Yuzuha e Senju.

- Sorellina- la chiamò, e la ragazza si voltò, rivolgendogli un piccolo sorriso.

- Dimmi- rispose.

- Questa notte non venire nel mio appartamento: vado a dormire subito, devo essere al meglio della mia bellezza quando rivedrò Kaku- dichiarò Izana, facendola ridere leggermente.

- Va bene. Chiamami se hai bisogno, d'accordo?- disse Emma.

- Vale lo stesso per te: chiamami se Mikey ti fa disperare- le fece l'occhiolino, prima di allontanarsi.

- Posso avere l'onore di accompagnarti fino in camera?-. Izana si voltò, un sorriso in volto.

- Il tuo ragazzo non sarà preoccupato se allunghi così tanto la strada, fratellone?- commentò, lanciando un'occhiata a Wakasa; il ragazzo si era fermato leggermente dietro a Shinichiro, che invece l'aveva affiancato.

- Dato che mi terrà tutta la notte attaccato al letto, ho ricevuto questa piccola concessione- affermò Shinichiro mentre entravano nell'edificio, dirigendosi poi verso gli ascensori.

- Sicuro di voler venire domani? Come ti senti?- chiese Izana, salendo in ascensore insieme ai due ragazzi.

- Non preoccuparti, sto bene, e in ogni caso combattere non è il mio compito, per cui non mi sforzerò così tanto, e ho Waka a tenermi d'occhio- dichiarò il moro.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora