CAPITOLO XLVI.

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- Wow- sussurró Takashi, non sapendo bene cos'altro dire.

- Ti piace?- chiese Hakkai, leggermente esitante; aveva cercato di preparare tutto al meglio, aveva chiesto anche una mano ai suoi amici, ma non era certo di essere riuscito a farcela.

Mitsuya osservò la sua camera da letto, illuminata dalle candele che Hakkai aveva disposto sui comodini e sulla scrivania.

Sul letto erano state sistemate delle lenzuola con motivi decorativi a cuore, e ai piedi di esso c'era un tavolino, con in mezzo altre candele, apparecchiato per due e già imbandito.

Si voltò a osservare Hakkai, più che elegante nel completo che era certo di avergli cucito lui qualche tempo prima... Il primo completo elegante che gli aveva cucito.

Come avrebbe potuto tutto quello non essere perfetto?

Fece un sorriso dolce.

- Mi piace- affermò, allacciando le braccia attorno al suo collo - è bellissimo. A cosa devo tutto questo?- chiese.

Hakkai gli poggiò delicatamente la mano sul fianco.

- Lo devi al fatto di essere la persona più speciale che io conosca. E non lo dico a caso: prima di incontrarti... Ero sempre spaventato, mi sentivo solo, cercavo un modo per fingermi forte e finivo solo con il fare del male agli altri. Ma tu, con quel tuo sorriso gentile e una semplice frase, mi hai trattato come se fossi una persona, come se contassi davvero, come se non fossi inferiore agli altri. Mi hai portato a casa tua, mi hai aiutato a capire cosa volessi fare, mi hai donato degli amici, una seconda famiglia, mi hai fatto diventare più forte, liberandomi dai miei demoni e facendomi capire quanto valessi. Non hai idea di quanto ti sia grato per tutto ciò... E proprio per questo, non potevo lasciare che continuassi a fare tutto tu- allungò la mano libera, posandola sulla guancia del maggiore, che lo stava fissando, rapito dal suo discorso.

- Tutto ciò che volevo era stare al tuo fianco, ma non potevo farlo finché non fossi stato certo di poterci stare davvero. Non volevo continuare a dover contare solo su di te, a lasciarmi proteggere senza riuscire a fare davvero qualcosa. Per questo ho deciso... Che sarei dovuto diventare forte. Perché tu meriti qualcuno di forte al tuo fianco: qualcuno che possa riuscire a darti ciò che desideri, che possa renderti davvero felice- Hakkai si staccò da lui, facendo un paio di passi indietro; un lampo di confusione passò negli occhi di Mitsuya, che però continuò ad ascoltarlo.

- Io sono stato insicuro a lungo, tutt'ora ho molte insicurezze, ma c'è una cosa di cui sono sicuro: ovvero che nessuno potrà mai renderti felice come posso fare io, Taka-chan. Nessuno ti conosce bene come me, nessuno è in grado di rimanerti vicino come potrei fare io, di assisterti, di spronarti, di consolarti, di abbracciarti e baciarti come io so fare. Lo so perché tu me l'hai sempre dimostrato, e perché grazie a te ho capito anche io quanto amore ti possa dare. Io adesso so di essere diventato più forte: so di poter combattere, di poter proteggere, di poter superare le mie paure per il bene delle persone che ho intorno. Certo, ho ancora molta strada da fare... Eppure, adesso sono sicuro che non avrò più alcuna esitazione, alcun rimpianto, alcun dubbio nel percorrerla completamente accanto a te- Hakkai si mise una mano in tasca mentre si chinava lentamente.

Mitsuya sbarró gli occhi. Si era aspettato tante cose: che Hakkai gli chiedesse finalmente di essere ufficialmente il suo ragazzo, che gli dicesse che lo amava, che passassero la notte insieme a festeggiare, e una parte di lui aveva anche pensato che fosse possibile che Hakkai avesse bisogno delle ultime rassicurazioni necessarie per poter riuscire a fare tutto quello.

Di sicuro, non si aspettava di trovare Hakkai inginocchiato di fronte a lui, con una scatolina aperta in mano, dentro la quale si trovava un anello con una pietra lilla incastonata in esso.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora