PROLOGO

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Come al solito, il locale era pieno di persone: illuminate dai mille colori proiettati dalle sfere stroboscopiche sul soffitto, al centro della stanza era pieno di persone che ballavano, e a lato i divanetti e i tavoli erano occupati da clienti che si dedicavano all'alcool e alla droga.

La pista circolare racchiudeva un'altra pista più piccola, delimitata tra tre sbarre, sulle quali tre ragazze stavano ballando.

Una delle tre lanciò uno sguardo all'orario: era il momento del cambio. Lentamente, finì l'ultima acrobazia e mise i piedi a terra. Scosse appena la testa, facendo ondeggiare leggermente la chioma castano chiaro, mentre si allontanava dal palo.

La pista si aprì per lasciarla passare, sapendo bene che era vietato toccare le ballerine senza un loro esplicito invito; e quella sera, la ragazza aveva intenzione di lanciarne uno.

Senza smettere di camminare, lanciò un'occhiata a un ragazzo, probabilmente di qualche anno più di lei, e gli rivolse un sorriso e un cenno, prima di voltarsi nuovamente.

Si diresse verso delle scale, incassate nel muro di sinistra, che conducevano al piano di sopra; si scambiò uno sguardo con il ragazzo biondo a guardia delle scale, che annuì impercettibilmente.

La ragazza iniziò a salire, lanciando uno sguardo al suo outfit: una gonna decisamente corta di colore blu e un top rosso piuttosto aderente... Si, poteva riuscirci.

Arrivò al piano di sopra, che si sporgeva verso quello di sotto tramite un piccolo balconcino, che da sotto lasciava vedere appena le figure che passavano di sopra.

Così, anche se qualcuno avesse visto che si era incrociato con un ragazzo alto dai capelli biondo scuro, nessuno avrebbe potuto vedere cosa lui le avesse dato; la ragazza nascose l'oggetto in uno spazio apposito sotto la gonna, prima di continuare la sua camminata.

Entrò in una stanza. Erano tutte uguali: grandi, a sinistra c'era un letto a più di due piazze, a destra un'asta con davanti un divanetto. Sapeva che c'era anche una stanza con la Jacuzzi, ma non era mai arrivata ad usarla.

Si appoggiò con la schiena all'asta, mettendo su il suo miglior sorriso, e alzò appena la gamba, facendo attenzione a non farsi cadere i tacchi rossi.

La porta si aprì, lasciando entrare il ragazzo che aveva notato sulla pista da ballo.

- A giudicare dal fatto che mi hanno lasciato passare, direi che non ho mal'interpretato il tuo sguardo- commentó il ragazzo.

La ragazza aumentò appena il suo sorriso e si voltò, afferrando l'asta con entrambe la mani.

- Ti va una... Danza privata?- chiese.

Il ragazzo sorrise; si tolse la giacca, decisamente costosa, e la appoggiò sul letto, prima di andarsi a sedere sul divanetto davanti alla ragazza.

Lei, tenendo saldamente l'asta con le mani, iniziò a girarle intorno, strusciandosi appena in modo sensuale, senza fare sparire completamente il sorriso.

Tornò di fronte al ragazzo, scendendo lentamente, con la schiena attaccata all'asta, e scendendo aprì leggermente le gambe, facendo sorridere il ragazzo.

Si voltò di schiena e mise una gamba sull'asta, iniziando a girare lentamente; si issò sul metallo freddo, mettendovi attorno anche l'altra gamba, e continuó a girare con un movimento quasi ipnotico.

Il ragazzo ormai aveva lo sguardo fisso su di lei, completamente rapito dalla sua agilità, dai suoi movimenti e, ovviamente, anche dal suo corpo.

La ragazza scese lentamente dall'asta, dirigendosi verso il ragazzo; gli poggiò una mano sul petto, iniziando a slacciargli la camicia, mentre gli si sedeva in grembo.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora