CAPITOLO XI.

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- Come sta?- chiese Mikey; Draken gli lanciò un'occhiata, ma il ragazzo pareva impassibile.

- È stabile: il suo corpo ormai è abituato alla droga, e lui sa come trattarlo, per cui fisicamente non sta avendo ripercussioni: mi preoccupa il suo stato mentale- affermò Takeomi.

- È uno stato di merda, ecco cos'è- sbuffò Keisuke, poggiato contro la parete della cucina - e non è colpa della droga. Ha sempre retto bene quella roba. Quando era mentalmente sano-.

- Solo lui potrebbe essere mentalmente sano pur essendo un drogato- sussurró Mikey, voltandosi verso la porta della stanza dell'amico - ma è sempre stato speciale-.

Akashi serrò le labbra.

- Perché non ci parli?-. I quattro ragazzi di voltarono verso Wakasa, seduto su una delle sedie della cucina.

- Oh certo, per dirgli cosa? "Mi dispiace che il tuo ragazzo abbia tradito tutti noi e se ne sia andato?" Pensi non ci abbia provato?- sbuffò Takeomi.

- Oh certo: ci hai provato, poi hai visto che stava male e ti sei allontanato perché non sapevi come gestirlo. Un ottimo esempio- commentò Wakasa.

Akashi serrò le labbra.

- Cosa vuoi saperne tu? Qualcuno della tua famiglia... È mai diventato pazzo da un momento all'altro?- ringhiò.

- Sì- ribatte Wakasa.

I due si fissarono per un attimo, nel silenzio più totale.

Prima che uno dei due decidesse di uccidere l'altro, vennero interrotti dalla voce di Baji.

- Si è svegliato- affermò.

- Ben svegliato-.

Sanzu sbatté appena le palpebre e si voltò; fece un piccolo sorriso.

- Ciao Shinichiro. Come stai?- gli chiese, osservando il ragazzo, che si era accomodato su una sedia di fianco al suo letto.

- Io adesso bene. Ero più preoccupato per te: come ti senti?-.

- Per me?- mormorò Haruchiyo, mentre tornava a guardare il soffitto.

Bastò un attimo perché tutti i ricordi della sera precedente tornassero nella sua mente... O meglio, dei giorni precedenti; da quando era stato davanti a casa sua, per evitare di compiere qualche follia si era chiuso in casa, con la droga come unica compagnia.

Se non fosse arrivata sua sorella, sarebbe andato avanti giorni... Non che fosse una novità, visto che lo faceva spesso, anche per periodi più lunghi di quello.

- Ti sei ricordato?- chiese Shinichiro, e il ragazzo annuì.

- Mi dispiace... Non dovevi scomodarti per venire a trovarmi...- mormorò Haruchiyo.

- Ma che scomodarmi? Sei un amico del mio fratellino da anni Haruchiyo, mi prendo cura di te come di lui- gli poggiò una mano sulla testa - anzi, mi dispiace di non starlo facendo abbastanza. Appena starò meglio mi mostrerai come sei migliorato con le spade, va bene?-.

Lo sguardo del ragazzo si illuminò.

- Te lo mostrerò volentieri! Non vedo l'ora!- esclamò.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora