CAPITOLO XLIV.

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Ran aprì la porta e sorrise vedendo chi aveva davanti.

- Ma guarda un po', e io che pensavo non volessi più vedermi. Che genere di informazione ti serve stavolta?- commentó, incrociando le braccia e le caviglie e appoggiandosi allo stipite della porta.

Smiley lo fissò per un attimo: probabilmente il maggiore in quel momento si stava allenando, perché indossava solo un paio di pantaloni rossi e aveva il petto pieno di goccioline che lo percorrevano come per evidenziare i suoi muscoli scolpiti.

Bè, di sicuro era una bella vista... Che lo aiutò a caricarsi della carica definitivamente che gli serviva per fare ciò che aveva deciso.

Senza troppe cerimonie, gli appoggiò le mani sul petto e lo spinse in casa, seguendolo all'interno; chiuse la porta con un calcio mentre spingeva Ran contro il muro.

Prima che il maggiore potesse dire qualcosa, si trovò con le labbra del ragazzo che premevano sulle sue con forza, ma anche con una certa titubanza che il moro non esitò a eliminare: fece passare una mano dietro la sua schiena, stringendolo a sé, mentre affondava l'altra tra i suoi capelli morbidi, tirandolo verso di sé ed approfondendo il bacio.

Premette leggermente la lingua contro i denti del minore, che schiuse le labbra consentendogli subito l'accesso.

Ran si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo: quel ragazzo... Baciarlo era ancora meglio di quanto avesse pensato, aveva le labbra che sembravano fatte apposta per combaciare con le sue e non aveva sentito il cuore battergli così forte neanche nelle battaglie con più adrenalina.

Avrebbe voluto continuare per sempre, ma si accorse che Smiley stava rimanendo a corto di fiato; aveva fatto tutto con foga, e il turbinio di emozioni che stava attraversando il suo corpo contribuiva a non farlo respirare come avrebbe dovuto.

Ran si staccò lentamente, senza però lasciarlo spostare di un millimetro.

- Fratellone, chi era? Perché non torni a...- Rindou si bloccò non appena vide la scena e un sorriso comparve sul suo volto.

Smiley abbassò la testa, leggermente in imbarazzo, mentre Ran, con il sorriso in volto, alzava lo sguardo su suo fratello.

- Rin, perché non esci a farti un giro? Un giro molto lungo- disse.

- Agli ordini!- Rindou, che come il fratello indossava solo i pantaloni, fregandosene del sudore e della fatica accumulate durante l'allenamento afferrò la giacca della gang e uscì di casa.

Salí sulla sua moto, iniziando a guidare velocemente verso una meta ben precisa.

Dopo aver superato tutti i limiti di velocità ed essersi preso gli insulti da tutti gli automobilisti di Roppongi e da metà di quelli di Tokyo, si fermò di fronte a un palazzo.

Quasi si lanciò giù dalla moto e si fiondò dentro, salendo velocemente le scale fino al primo piano e fermandosi di fronte a una porta; suonò il campanello, impaziente.

- Fratellone? Sei già torn... Rin?!- esclamò Angry, quando aprì la porta, sorpreso di trovarsi davanti il biondo.

- Ciao!- esclamò Rindou, sorridendo.

- Rin, cosa ci fai qui? È pericoloso! Mio fratello potrebbe...-.

- Dubito che tuo fratello tornerà tanto presto- Rindou si avvicinò all'azzurro; gli poggiò le mani sulle guance, tirandolo appena verso di sé e unendo le loro labbra.

Angry chiuse gli occhi, ricambiando il bacio ed arretrando appena, in modo da fare entrare il biondo in casa.

- Cosa succede?- sussurró il minore, aprendo gli occhi.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora