CAPITOLO XLIII.

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- Che rottura non poter stare con lui eh? Immagino che muori dalla voglia di scoparlo- commentò Shion, guardando fuori dalla finestra.

- Non c'entra solo il sesso, Madarame-san: amo davvero Angry. E presto parlerà con suo fratello: così, saremo finalmente liberi di stare insieme- dichiaró Rindou, seduto sul letto della camera del ragazzo.

Osservò il maggiore, in piedi a fissare il paesaggio: sembrava avere qualcosa che non andava...

- È successo qualcosa?- chiese.

- Come fai a fidarti di Angry? Non è stato neanche in grado di parlare della vostra relazione fino a ora. Come sai che durerà per sempre, e che non stia solo fingendo?-.

Rindou sospirò e si alzò, per poi affiancare il ragazzo.

- Lo sento e basta: conosco Angry, so com'è fatto, lo vedo nei suoi occhi che è sincero. Anche se ci sono delle difficoltà, non è un buon motivo per arrendersi- si voltò verso di lui - perché non ti fidi di Mocchi?-.

- Non lo so- ammise il maggiore; sapeva anche lui di non avere più scuse, eppure...

Sentirono bussare alla porta della stanza; Madarame le lanciò uno sguardo e Rindou decise di andare ad aprire al suo posto.

Si trovò di fronte Mochizuki, piuttosto ubriaco, leggermente rosso, che sembrava anche parecchio impaziente.

- Esci, devo parlare con Shion- affermò.

- Hey, vedi di parlargli bene; sarà anche rispettoso ma non sei suo fratello- dichiarò Shion, lanciandogli uno sguardo.

Mocchi alzò lo sguardo su di lui; superò Rindou e lo raggiunse.

Il minore lanciò uno sguardo a Madarame, che gli fece cenno di uscire; gli fece gesto di chiamarlo in caso di bisogno, poi uscì dalla stanza.

- Che ti prende?- chiese Shion.

- Che prende a me? Sei stato tu a chiedere a Rindou di scoparti- ringhiò il moro.

Madarame maledisse mentalmente Muto: non gliene fregava mai un cazzo di nessuno, eppure non era in grado di farsi i fatti suoi... sapeva che era amico di Mocchi, ma non pensava così tanto.

- E allora? Non abbiamo mica l'esclusiva- sbuffò il biondo.

Il moro assottigliò lo sguardo.

- Senti. Muto è tornato a scoparsi uno psicopatico con le spade che voleva ucciderlo fino a due giorni fa, Ran tra poco si farà uno che lo odia e Rindou uno dei ragazzi più timidi di questo mondo. Mi vuoi dire perché tu ancora non riesci ad accettare la nostra cazzo di relazione?!- urlò.

Madarame lo fissò ancora per un attimo.

- Visto che tutti sono fidanzati dobbiamo esserlo anche noi?- commentò - è un ragionamento infantile, e tu sei ubriaco. Meglio che vai a sbollire... anzi, rimani qui, vado io- affermò.

Fece per allontanarsi, ma si sentì afferrare per il polso.

- Rimani qui con me-. Il biondo rimase sorpreso: quella era decisamente una supplica...

Si voltò e i suoi occhi si incatenarono a quelli del moro: da quando era capace di espressioni così tristi? E soprattutto... da quando a lui importava così tanto?

Quel momento gli fu fatale: Mocchi si avventò sulle sue labbra, e il ragazzo non fu in grado di tirarsi indietro, completamente catturato dalla passione che gli stava trasmettendo.

🔞🔞🔞

Mocchi tirò il corpo del biondo contro il suo e Madarame potè sentire che era già più che eccitato; cercò di liberarsi dalla sua stretta, ma il moro lo tenne stretto a sé, sapendo bene che quel sadismo che il biondo mostrava nella vita reale, a letto si trasformava nel bisogno e nel piacere di provare un po' di quel dolore su di sé.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora