CAPITOLO XIII.

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- Sai, sei fortunato che non ci sia Hakkai, altrimenti non ne saresti uscito vivo- commentò Keisuke, mentre Inui si accertava che Mitsuya non avesse armi addosso.

Si fidava di loro, ma l'aveva fatto anche con Kisaki e i suoi uomini, e non sapeva se li stessero guardando, per cui doveva farlo anche con quel gruppo.

- Perché, se l'avessero fatto a Chifuyu come l'avresti presa?- commentò Haruchiyo.

- Nessuno può toccarlo a parte me- ringhiò Keisuke, e il ragazzo scoppiò a ridere.

- Ragazzi, cercate di rimanere concentrati- li ammonì Draken.

- Facile parlare, Inui è gay, tu non devi preoccuparti per Emma- borbottó Keisuke.

- O forse è perché si fida di me?- fece notare Emma.

- Mi fido di Chifuyu, è di tutti gli altri che non mi fido- affermò il moro.

- Adesso che sei occupato sei più nervoso eh?- commentò Draken.

- Io invece non sono per niente occupato- Haruchiyo su avvicinò a Mitsuya e Inui, avvicinando il volto a quello del biondo - neanche tu lo sei ufficialmente, vero?- sussurró.

- Bene, vi ho controllati tutti: potete entrare- affermò Seishu, ignorando il biondo e guardando Mitsuya, che annuì.

- Ehm, tanto per sapere... loro quanti sono?- chiese Kazushi, leggermente nervoso.

- Cinque, uno meno di voi. Kisaki, ovviamente Hanma, e con lui ci sono Choji, Chrome e Chombo. Io non potrò intervenire, ma sarò al piano di sopra, se avrete bisogno- affermò Seishu.

- Grazie Inui, lo apprezziamo molto- dichiarò Takashi, e il biondo annuì.

- Siete pronti?- chiese poi, guardando Draken.

- Avviciniamoci a lui- disse Emma, e tutti si avvicinarono al biondo.

Draken chiuse per un attimo gli occhi, prima di attivare la sua barriera ed espanderla leggermente, in modo che coprisse anche i suoi amici.

Riaprì gli occhi.

- Siamo pronti- affermò.

Inui annuì e si voltò per aprire la porta d'ingresso del locale; entrò, seguito dai sei ragazzi, e si diresse verso la zona dei divanetti.

Due di essi erano stati sistemati uno di fronte all'altro, con in mezzo un tavolino, e uno dei due era già occupato.

Seduto al centro c'era Kisaki, e di fianco a lui, appoggiato al bracciolo, Hanma.

Dietro i due ragazzi ce n'erano altri tre, membri della gang di Kisaki, che Akane anni prima aveva dichiarato non avere poteri: Choji, che Sanzu aveva rinominato "lo stronzo che mi ha rubato lo stile", visto che, con quei capelli lunghi bianchi e la mascherina sembrava Sanzu fino a qualche anno prima; Chome, un ragazzo dagli occhi spiritati e delle strani spirali nere in testa che spiccavano tra i suoni capelli biondi; e Chombo, un ragazzo pelato con un tatuaggio sull'occhio.

Non erano decisamente forti quanto loro, ma probabilmente Kisaki li aveva portati per ricordare alla Toman la sua potenza.

- Benvenuti. Noto con dispiacere che il vostro capo non c'è- commentò Tetta.

- Mikey aveva facende più urgenti di cui occupassi: per questo incontro, parlerai con Mitsuya- dichiarò Draken, mentre il ragazzo appena nominato si sedeva sul divanetto, facendo cenno a Yamagishi di mettersi di fianco a lui.

- Takashi Mitsuya. Strano vederti senza Hakkai- commentò Tetta.

- Non penso siamo qui per parlare delle nostre relazioni; altrimenti, bisognerebbe chiedere ad Hanma se sono suoi i segni o se hai fregato anche lui- affermò Takashi.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora