CAPITOLO LI.

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- Dio Peh, come cazzo fai a cucinare così bene?-.

Il ragazzo sorrise.

- Speravo davvero che ti sarebbe piaciuto! Ho pensato di farti una sorpresa, visto che ti stai allenando tanto- affermò.

Pah-chin osservò la tavola davanti a lui e tutte le prelibatezze che c'erano sopra.

- Vuoi farmi ingrassare?- borbottó, facendo ridere il ragazzo.

- La tua pancia morbida piace a tutti no?- dichiarò Peh-yan, sedendosi sul divano di fianco a lui.

- Puoi dirlo forte, è la più morbida di tutte- si vantò il minore - piace anche a te no?-.

- A me piace tutto di te!- dichiarò Peh-yan, e il biondo gli rivolse un sorriso.

- Comunque davvero, non riuscirò a mangiare tutto da solo, dammi una mano- Pah-chin afferrando un paio di bacchette.

Le usò per prendere una frittatina da un piatto e voltarsi verso il ragazzo, che prontamente aprì la bocca, lasciando che il minore lo imboccasse.

In fondo, per quanto la loro relazione sembrasse principalmente Peh-yan che viziava Pah-chin, anche al minore piaceva prendersi cura del compagno, e quando poteva non esitava a farlo.

- Oggi mi sono superato!- esclamò Peh-yan, facendo ridere il minore, che si voltò per iniziare anche lui a mangiare quelle prelibatezze.

Peh-yan lo fissò per un attimo: gli sembrava decisamente più rilassato, però...

- Pah... Ti penti mai di essere rimasto?- mormorò.

- No- rispose tranquillamente Pah-chin, portandosi un pezzo di sushi alle labbra.

- Però... Se tu non l'avessi fatto... Adesso saresti ancora con i tuoi genitori, in una villa enorme, servito e riverito, e non dovresti preoccuparti di niente- mormoró il maggiore.

Pah-chin era tra i pochi che aveva avuto la possibilità di andarsene, ma aveva deciso di rimanere per poter stare con i suoi amici e con lui.

Se stava rischiando... Era solo per loro.

- Non so di cosa tu stia parlando: io qui sono servito e riverito, e abito in un appartamento fantastico; ho il mio ragazzo e i miei amici, dove altro le trovo persone così fantastiche?- commentò Pah-chin.

Lui non aveva mai avuto dubbi: non gli importava cosa sarebbe successo o quanti pericoli ci fossero, lui voleva combattere per la Toman.

Anche quando era convinto di non essere abbastanza forte per poter rimanere al loro fianco, comunque non se ne sarebbe mai potuto andare: la Toman era la sua famiglia e avrebbe sempre lottato per loro.

Peh-yan non potè fare a meno di sorridere: quel ragazzo era davvero magnifico...

- Sei incredibile, Pah- affermò Peh-yan.

- Lo farebbero tutti i buoni amici- rispose semplicemente il minore; quale buon amico abbandona i suoi amici? Non avrebbe mai potuto fare qualcosa di simile.

Peh-yan si frugò nella tasca e Pah-chin lo guardò, con aria confusa.

- Mentre sentivo Ryusei parlare di come fosse fuori Tokyo... Ha parlato anche di un canile. Sono andato da lui e mi ha mostrato questa- mise sul tavolo una foto.

Pah-chin la fissò per un attimo, sorpreso: quei cuccioli... Somigliavano molto ai cani che aveva prima che i suoi genitori se ne andassero; era certo che non fossero loro, ma di sicuro erano della stessa razza.

- Pare che, tra non molto, avranno dei cuccioli. Dato che non dovremo attendere ancora molto per la battaglia contro Kisaki... Potremmo... Magari adottarne un paio- affermò Peh-yan, sapendo bene quanto l'amico fosse affezionato a quei cani, e che probabilmente la parte peggiore di dover mollare tutto quanto era stato non poterli più rivedere.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora