CAPITOLO XXXVI.

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- Non so se sentirmi onorato del fatto che ci abbiano dato questo compito o lamentarmi...- mormorò Hajime.

Inui alzò gli occhi al cielo.

- Ci hanno chiesto di aiutare i membri della Toman a tenere d'occhio quelli della Tenjiku, mica cose strane- gli fece notare, osservando di fronte a sé: Mikey aveva fatto attendere i combattenti della Tenjiku nel cortile dietro l'edificio della Toman, mentre i generali erano stati portati dai caposquadrone in una delle stanze all'interno.

- Bè, avrei preferito rimanere un pochino con te- mormorò Hajime.

Inui arrossì appena.

- Possiamo farlo dopo, prima di aprire il locale- mormorò.

Koko si avvicinò al suo orecchio.

- E se stessi nello studio con me stasera?- sussurró.

Inui cercò di mantenere una certa stoicità solo perché di fronte a loro c'erano centinaia di guerrieri che li fissavano.

- Sei tu il capo, decidi tu dove hai bisogno di me- dichiaró.

- Sulla mia scrivania-.

Inui per poco non si strozzò con la sua stessa salita; ringraziò con tutto sé stesso che si stessero avvicinando Akashi e Benkei a portarlo via da quell'imbarazzo.

- Stanno rimanendo tutti buoni eh?- commentò Takeomi.

- Si, per ora non hanno creato problemi- rispose Seishu.

- Anche perché non gli conviene, tra poco arriverà il cibo per tutti, se lo vogliono anche loro devono stare buoni- rise il maggiore.

- Comunque, complimenti per la vostra tecnica, si vede che siete abituati a combattere- affermò Hajime, voltandosi verso i due: anche se Shinichiro li aveva avvisati, avevano comunque avuto una prontezza di riflessi incredibile...

- Combattevamo sempre così: io seguivo gli ordini di Shinichiro su chi mandare dove, Akashi confondeva i nemici e Waka... bè, conosci le abilità di Waka, è una delle persone più agili al mondo- dichiarò Benkei.

- Mi mancava vedervi combattere- ammise Seishu; un paio di volte aveva assistito alle battaglie della prima Black Dragon, e aveva sempre amato come fossero uniti e si comprendessero tra di loro.

- Ormai siamo anziani per farlo sempre, ma diamo volentieri una mano- dichiarò Benkei.

- Allora che ne dite di dare una mano a noi?-.

I quattro si voltarono mentre Yuzuha e Senju andavano verso di loro.

- Dobbiamo portare il cibo a tutti questi ragazzi. Con il vostro aiuto sarebbe più semplice; tanto a voi piace dare una mano, no?- commentò Senju con un sorriso.

- Non è ciò che abbiamo detto- borbottó Takeomi.

- Si, ma vuoi tanto bene alla tua sorellina, giusto?- rispose Senju, allargando il suo sorriso.

- Questa è una grande maledizione...-.

- Vi ricordo che sono il secondo comandante del quinto squadrone, mi dovete ubbidire- Senju si voltò - andiamo?- chiese, iniziando a camminare insieme a Yuzuha.

I due ragazzi borbottarono leggermente, prima di seguirli.

- Allora era questo che avevi in mente quando hai detto che avevi un piano per farci aiutare?- commentò la castana.

- Esatto! Con loro faremo sicuramente prima- dichiaró Senju, e Yuzuha scosse la testa, divertita.

- A proposito, complimenti per il tuo ritorno ufficiale nella Toman- disse Senju.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora