CAPITOLO XVIII.

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- Vuoi che vada via?!- chiese Takemichi, sorpreso.

- Esatto: tra due giorni ci sarà la battaglia contro Kisaki. Dovresti passare questo tempo con i tuoi amici, avranno bisogno di calmarsi un po' prima dello scontro- dichiarò Mikey.

Takemichi lo fissò per un attimo, anche se gli riusciva difficile visto che il ragazzo gli stava dando le spalle, lo sguardo fisso fuori dalla finestra della camera.

Lanciò uno sguardo a Draken, ma il maggiore scrollò le spalle, come a dirgli che avrebbe dovuto occuparsene lui.

Takemichi tornò a fissare Mikey.

Quando gli aveva detto che avrebbe indossato la giacca della Toman, gli era sembrato così felice... ormai era routine che dormisse con lui, quando non si allenava era sempre al suo fianco, ad assecondare i suoi giochi e le sue prese in giro.

Mikey gli sembrava tranquillo quando era con lui, e anche Draken gli aveva confermato che al suo fianco stava meglio; per cui perché adesso, all'improvviso, lo stava allontanando?

Serrò le labbra: non sapeva cosa gli stesse passando per la mente, però... non si sarebbe arreso così facilmente.

Non conosceva ancora totalmente Mikey, ma non ci voleva un genio a capire che non voleva rimanere solo, e lui non l'avrebbe di certo lasciato.

- Mikey-kun, ascoltami- fece un passo verso di lui - so che non sono nessuno per darti consigli, non ti conosco da tanto e probabilmente ci sono molte cose di te che non mi hai detto. Però io... sto combattendo anche per aiutarti, perché tu ti sei fidato di me e io voglio ricambiare la tua fiducia. Se posso aiutarti anche solo poco a stare meglio, allora tienimi con te, permettimi di aiutarti: io non voglio lasciarti solo, Mikey-kun-.

Per un attimo ci fu silenzio; durante quei secondi, Mikey ci mise tutto sé stesso per mantenere la sua espressione.

Si voltò, un sorriso in volto.

- Takemitchy, sei davvero un bravo ragazzo, e averti qui mi aiuta parecchio. Ma in questi due giorni dovrò pensare solo a finire di organizzare la battaglia, e tu devi finire di esercitarti con i tuoi amici. Avremmo comunque poco tempo per stare insieme, e la notte ho già Ken-chin ad aiutarmi- affermò.

- Però... ti posso aiutare anch'io no?- fece notare Takemichi: non si sarebbe arreso così facilmente.

- È vero, tu mi aiuti a tenere sotto controllo una parte di me che non dovrebbe mai uscire. Ma questa oscurità può essere compresa solo da altra oscurità: tu sei troppo puro per saperlo, Takemitchy- affermò Mikey.

- Allora perché non mi aiuti a capirlo? Se mi parlassi, potrei provare a fare di più- ribattè il minore.

Mikey scosse la testa.

- Quell'oscuritá... è qualcosa che spero tu non veda mai, Takemitchy- affermò.

Takemichi lo fissò: avrebbe tanto voluto aiutarlo ma... come poteva fare, se Mikey non intendeva parlare con lui?

Mikey gli si avvicinò.

- Vai dai tuoi amici Takemitchy, non preoccuparti: se avrò bisogno, verrò a chiamarti- dichiarò.

Takemichi lo fissò: era certo... che Mikey non l'avrebbe fatto, non così facilmente almeno.

Ma lui avrebbe fatto in modo di poterci essere, non si sarebbe arreso per così poco.

- Va bene. Aspetto la tua chiamata, Mikey- affermò, prima di voltarsi per uscire dall'appartamento.

Non appena aprì la porta, rimase parecchio sorpreso nel trovarsi di fronte Baji e Chifuyu.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora