CAPITOLO XXVIII.

103 6 77
                                    

- Lo faranno stanotte- affermò Tetta, seduto sul suo letto, guardando fuori dalla finestra.

- Che emozione! Mi piacerebbe davvero assistere!- rise Shuji.

- Perché non li attacchiamo adesso? Di sicuro non se l'aspettano, e non andrà lì tutta la gang-.

Kisaki si voltò verso il ragazzo nuovamente seduto sulla sua poltrona; ci provava proprio gusto a entrare nella sua camera come se niente fosse... fortuna che nei momenti più importanti la chiudeva a chiave.

- Mikey è più forte di te, e anche se riuscissimo a tenerlo a bada, c'è Taiju Shiba con loro: anche se non combatte da un po', dubito che la sua forza sia diminuita- affermò.

- Quindi lascerai semplicemente che quei due tornino in vita?- sbuffò il ragazzo.

- Senti tu- con un sorriso, Shuji si avvicinò al ragazzo; poggiò le mani sui braccioli della poltrona, chinandosi poi verso di lui - inizi a darmi fastidio: il nostro capo ha già deciso che non attaccheremo adesso, la tua opinione non conta un cazzo, quindi vedi di stare zitto e uscire da questa stanza-.

Il ragazzo lo fissò per un attimo, poi sorrise anche lui.

- Che ne dici di uscire di qui con me? Il tuo capo è ancora a letto, avrai bisogno di sfogare le tue pulsioni. Posso mostrarti un nuovo modo per farlo-.

- Vuoi morire?- rise Shuji, senza scomporsi: sapeva che quel ragazzo era infido, e che puntava a ottenere molto più potere; non si sarebbe lasciato toccare dalle sue parole o dai suoi gesti.

- Esci dalla mia stanza. E non rientrare più senza il mio permesso- ordinò Tetta.

Hanma si spostò mentre il ragazzo, senza smettere di sorridere, si alzava e usciva dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.

Hanma si voltò verso il biondo, continuando a sorridere.

- Ma allora sai essere geloso!- esclamò, andando a sedersi sul letto di fianco al ragazzo, che tenne lo sguardo fuori dalla finestra.

- Non lo sono, semplicemente quel ragazzo mi dà fastidio. Ma è forte, ed è facile da controllare- dichiarò Tetta, mentre Hanma gli circondava la vita con le braccia.

- Fingerò di crederti- sussurró, posando le labbra sul suo collo - vuoi che ti faccia distrarre da ciò che sta succedendo in quella chiesa?-.

Kisaki annuì: ormai, non poteva fermare ciò che stava per succedere... ma di sicuro, avrebbe fatto in modo di fermare loro.

...

- Forza, forza! Prendete i pop corn! Stanno per cominciare!- esclamò Izana, saltellando fino al divano dell'appartamento di Muto e lasciandosi cadere su esso.

- Sai che non sono una sala cinema vero?- commentò il biondo, mentre Kakucho si sistemava sul divano di fianco a Izana, che si accoccolò contro di lui.

Ran si sistemò su una delle due poltrone alle spalle di quella di Muto, con Rindou seduto sul bracciolo, mentre Mocchi si sistemava sull'altra, con Madarame sulle ginocchia.

- Certo che lo sei! Forza, non voglio perdermelo! E voi tre cercate di non avere reazioni esagerate alla vista dei vostri amori, è un'altra la cosa su cui ci dobbiamo concentrate- dichiarò Izana.

- Cercherò di trattenermi- affermò Ran, appoggiandosi allo schienale.

- Indecente... e dire che scopi anche...- borbottó Rindou, alzando gli occhi al cielo.

TOKYO REVENGERS: VENDICATORI MALEDETTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora