Capitolo 13

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RUBY

Stavo per avere un attacco di panico. Ci trovavamo in una città praticamente sconosciuta che avevo visitato con i miei genitori quando avevo appena cinque anni.

Mentre camminavamo io e i ragazzi discutemmo i nomi da dare alla gattina, che scoprimmo essere femmina. Non so perché la volessi portare con me, ma qualcosa mi diceva che non potevo lasciarla lì. In più Derek adorava i gatti e per lui sarebbe stato un affronto lasciarla in quel vicolo puzzolente.

"Amber?"

"Lily."

"Maya"

"Daisy, Fiamma, Miss!"

"Io direi Arya." Mi girai verso mio fratello che aveva detto questo nome.

"Aggiudicato" dissi, anche Jug era d'accordo.

Mi piaceva come suonava Arya, aveva un che di mistico.

Osservai attentamente il Louvre che si stagliava di fronte a noi. Avevamo camminato per quasi un'ora, attraversando il Senna e giungendo sino a qui.

Stavo pensando e camminando per le vie trafficate di Parigi, quando andai a sbattere addosso a una ragazza, e tutti i suoi libri finirono per terra.

"Scusa mi spiace tantissimo" lasciai Arya a mio fratello e aiutai la ragazza a raccogliere i libri.

Notai la ragazza alzare la testa e osservarci. I suoi capelli ramati le scivolarono in faccia coprendole i tratti del viso.

"Comunque sono Ruby" allungai la mano, "Bounjour, je mapelle Isabelle, mais tu peux mappeler Belle." Lei la strinse e poi scoppiò a ridere.

Dovetti fare una faccia molto scioccata perché anche dopo aver smesso di ridere lo facevano i suoi occhi.

Iniziò a parlare in inglese: "Dovresti vedere la tua faccia in questo momento, io sono Belle."

Ringraziai il cielo che anche a Worend si parlasse la stessa lingua che usavano in questo mondo.

Mio fratello si presentò "Derek, mademoiselle, lieto di conoscerla."

Jug che era assai preoccupato di parlare con un'umana si limitò a un: "Salve, io sono Jughead."

Quando parlava, Isabelle emetteva un bellissimo accento francese, il che rendeva i nostri nomi molto divertenti. Ad esempio il mio lo pronunciava Rrubì.

Era una ragazza molto solare e si vedeva che le piaceva parlare, così ci disse: "Sentite, voi mi sembrate molto simpatici, che ne dite se mi accompagnate fino a casa mia per mettere giù questi libri e poi vi mostro la città?"

Siccome non avevamo molto da fare decidemmo di seguirla

ISABELLE

Sono stata cresciuta con la responsabilità di tenere chiusi i portali, così appena avevamo saputo che il portale numero 827 era stato aperto, avevo dovuto correre a vedere chi era uscito da lì.

In sedici anni di vita mi avevano cresciuta dicendo che le persone provenienti dagli altri mondi erano pericolose e io ne ero sempre stata convinta. O almeno era ciò che mi avevano detto negli ultimi tre anni e mezzo.

Adesso però stavo camminando a passo spedito verso il quartier generale dei guardiani, con i ragazzi al mio fianco e sinceramente non mi parevano pericolosi.

Ruby continuava a sorridere e a parlare, Derek continuava a coccolare Arya, mentre Jughead non parlava molto ma continuava a fissare Ruby.

Sembravano tre ragazzi normali, che visitavano una città...

Nel frattempo ci passò di fianco un Range Rover nero con i finestrini oscurati, e intuii che il capo mi stava seguendo per vedere se facevo le scelte giuste.

Iniziai a respirare con un po' di affanno e pensai Poi guardai i ragazzi, e capii che non si meritavano quello che stavamo per fare.

Mandai a farsi fottere il mio raziocinio e tutto quello che mi avevano insegnato. "Seguitemi" dissi e iniziai a correre. Passammo per tutte le vie secondarie e arrivammo a casa mia.

Sapevo che intanto mia zia Cecile - ossia il capo dei guardiani - avrebbe aspettato almeno un'ora prima di dare l'allarme del mio tradimento.

Aprii la porta e feci infilare i ragazzi di corsa.

Non feci una circonlocuzione come era mio solito fare e andai dritta al punto. Mi misi di fronte a loro e dissi: "Io so cosa siete"

The Pendant of Werewolf's QueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora