Capitolo 46

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ISABELLE

Mi resi immediatamente conto di quando Derek spirò. Un urlo immane risuonò nell'angusto stanzino. Ruby, pensai.

"Mi spiace" lo sussurrai nel silenzio della stanza anche sapendo che lui non avrebbe sentito.

"Avrei voluto fare di più."

Mi iniziai a guardare intorno nella stanza.

In quel momento Arya si trasformò nella sua versione con tante zampe e tre code.

Il cancello della cella fu scaraventato addosso al muro.

Di fronte a me, imponente che mi fissava, c'era il lupo più grande che avessi mai visto, col pelo nero e gli occhi rossi. Al collo aveva legato il pendente e sul suo dorso si reggeva un più morto che vivo Jughead.

Osservai Ruby con occhi sgranati, ancora con il retrogusto salato delle lacrime in bocca.

Ruby disse qualcosa ad Arya, così, lei crebbe di un altro metro circa, finchè non divenne grande tanto quanto il lupo mannaro al suo fianco.

Così Jughead con voce strascicata disse: "Devi montarle in groppa."

Stavo per salirle sopra che mi ricordai di una cosa. "Non possiamo lasciarlo qui" indicai il corpo steso per terra.

Poi con uno sforzo immane, riuscii a tirarlo su. Mi sedetti su Arya con lui in braccio e partimmo di corsa.

Velocemente andai a recuperare le nostre armi che erano state buttate sul tavolo.

Tornai verso Arya e corremmo molto velocemente sulle scale. Eravamo quasi arrivati davanti alla porta principale, ci mancavano solo un paio di metri.

Ruby stava per andare verso la porta d'ingresso, quando da una porta laterale sbucarono una sessantina di soldati armati di tutto punto.

Ci indicarono subito e iniziarono a inseguirci.

"Su!" urlai.

Iniziammo a salire le scale. Secondo piano, terzo, quarto, quinto... arrivammo al dodicesimo con ancora le guardie attaccate al culo.

Ne mancavano ancora due al tetto e quando saremmo arrivati lì non avrei saputo che fare.

Continuammo a salire, le guardie arrancavano dietro di noi e in quel momento ringraziai del fatto di avere come amici due licantropi e un Dirkën... un licantropo.

Prendemmo il corridoio che portava alle scale del tetto. Scesi molto in fretta da Arya e sbarrai la porta con una spada.

In quel momento mi tornò in mente quel giorno. Quando scappai da lui. Lui che si mise a inseguirmi tentando di uccidermi. Io che mi barricai in una stanza degli ospiti. Lui che la sfondò...

Iniziai a tremare. Mi tornarono in mente gli spari e Jacques che cadeva per terra. Lui che mi fissava. Il suo sguardo freddo che mi uccise dentro. Le lacrime tornarono a scendere lentamente.

Poi sentii un urlo. Qualcuno tentava di richiamarmi e mi scuoteva violentemente. Mi guardai intorno, ma vedevo bianco.

Poi sentii la voce di Jacques che mi chiamava... non Jacques, era Jughead. E assieme a lui sentivo qualcosa ringhiare; Ruby.

Pensai ad i miei amici. Pensai a Derek, a come si prendeva cura di Arya, al suo modo di sorridere di sbieco. Pensai a Ruby, forse la prima vera amica da quando ero nata. Stronza ma incredibilmente simpatica. La piccola Arya, che tanto piccola non era... E Juggy, che odiava essere chiamato Juggy.

Piano piano tornai a respirare con più calma e a vederci.

Di fronte a me stava Arya che mi diede una leccatina appena le sorrisi, Jughead cercava di richiamarmi e Ruby continuava a ringhiare.

La porta tremava. Fortuna che era bella massiccia, se no sarebbe crollata subito.

Tornai in groppa ad Arya e tenendo sollevata la testa di Derek continuammo a correre.

Arrivammo sul terrazzo ed urlai: "Ed adesso come scendiamo?"

Ruby ululò, subito dopo la dragonessa arrivò planando verso di noi.

Mi sembrava tutto troppo facile... ma appena quel gigantesco essere vivente mi arrivo di fianco mi affrettai a scendere da Arya.

Poggiai Derek al muro e dissi ad Arya: "Torna un gattino."

Così dopo che lei si fu disitrasformata mi affrettai a farla entrare dentro lo zaino nel quale avevo messo anche le nostre armi.

Così trascinai Derek davanti a Sunshine e sperando che potesse capirmi le dissi: "Puoi tenerlo tra le zampe?" lei fece qualcosa che mi sembrò un assenso e così lo lasciai lì.

Per sicurezza però, con una corda abbandonata sul muro del tetto legai Derek al collo della dragonessa.

Subito dopo, con Arya dentro lo zaino salii sulla schiena possente dell'essere magico.

Ruby salì ancora trasformata e lentamente fece scendere Jughead dalla sua schiena.

Stavamo per partire quando la porta si spalancò. Il drago, con un colpo d'ali si librò in volo e si alzò sempre più velocemente fino quando non volammo appena sotto la superficie delle nuvole.

Stavamo quasi per superare completamente la città, quando davanti a noi si parò lo zio di Ruby a cavallo del suo drago nero.

Osservai attentamente il drago gonfiare il petto, probabilmente per sputare fuoco, ma un suono gutturale e terribile scosse i cieli e la terra.

Sunshine iniziò a tremolare e piano piano tutte le sue squame iniziarono a brillare, rendendola quasi un sole.

Poi una voce temibile e antica di secoli, iniziò a squarciare il cielo.

"Storm... Come osi attaccare la tua regina" iniziai a guardarmi intorno per capire chi avesse parlato.

Soltanto successivamente riuscii a capire che era stata la dragonessa stessa a parlare.

Lo zio di Ruby alzò gli occhi fiammanti. "Per questa volta siete stati graziati dal volere della regina dei draghi. Ma sappiate la prossima volta che ci incontrerete non andrà così."

E poi si voltò per andarsene.

The Pendant of Werewolf's QueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora