Capitolo 34

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ISABELLE

~3 anni e 1 mese prima~

Sbatto la porta della camera.

Respiro piano, cerco di capire e ragionale razionalmente.

Parlavano di fenici e draghi? Che diavoleria è mai questa? Hanno ucciso una persona. Una ragazzina indifesa. Sono degli assassini. Abbiamo tutti le mani sporche di sangue. Anch'io... Anch'io, perché ho visto tutto e non l'ho fermato.

Inizio a piangere per me, per Démon, per Jacq, per questa vita di merda e per non essermene resa conto prima che lo è, una vita di merda.

E so anche che non potrò cambiarla, che siamo tutti fottuti, tutti rotti... tranne Jacq, forse.

Démon ha detto che io e Jacq siamo le uniche cose buone in questo mondo di marcio, ma si sbagliava io ormai ci sono dentro fino al collo.

Sento che tutto quello che ho visto mi sta trascinando in un buco senza fondo e so che prima o poi impazzirò chissà come vive tutto questo Démon.

So che le ragazzine della mia età pensano a come vestirsi il sabato sera e a pedinare ragazzi. Sicuramente non vedono i propri genitori che uccidono una persona o torturano il proprio fratello, ma che posso dire... Sono proprio speciale.

Mi addormento così, piangendo lacrime amare e pensando a una vita che potrebbe essere, ma non sarà mai.

***

Mi sveglio che sono le 00:57, mi stropiccio gli occhi secchi e vado in bagno.

Mi sciacquo frettolosamente la faccia, con la fame che mi divora lo stomaco.

Sto per aprire la porta e andare alle cucine, quando sento il rumore di qualcosa che si rompe.

Non volendo assistere a qualche altro disastro, chiudo lentamente la porta e me ne torno in camera mia...

Mi sono messa a letto da neanche dieci secondi, che Jacques spalanca la porta e corre nel mio letto.

"Piccolo mostro che succede?"

"Isyyy... ho paura."

"Non c'è niente di cui aver paura" tremo al pensiero delle cose di cui si deve ovviamente aver paura: i miei genitori, le torture, quegli uccellacci...

"Isy, c'è qualcosa di là, te lo giuro" è in quel momento che lo sento; lo sparo.

Scatto in avanti "Vieni!" prendo per mano Jacq e lo infilo nella mia cabina armadio.

Sento il suo respiro affannoso che mi rimbomba nelle orecchie.

"Okay Jacq, adesso facciamo un gioco, ti va? Tu resti qua dentro silenzioso finchè io non ritorno, e apri l'armadio solo se senti la mia voce, okay?"

"Ho paura, Isy" trema così tanto che faccio fatica a capire quello che dice.

"Non devi averne, vedrai che non è niente, andrà tutto bene. Ti voglio bene. Torno subito."

"Promesso?"

"Certo!" gli dò il mignolo. Poi, chiudo la porta dell'armadio e mi volto verso i suoni che provengono dal corridoio.

Con quel poco di coraggio che ho spalanco la porta e la richiudo tentando di non fare rumore. Corro verso lo studio di mio padre, ma lì dentro non trovo nessuno.

Risuonano altri quattro spari di seguito, poi il rumore dei passi, qualcuno sta correndo.

Resto un attimo ferma e poi corro verso lo studio di mia madre.

Arrivata lì, mi si rivolge davanti agli occhi la scena più raccapricciante che abbia mai visto...

Mio padre è seduto su una sedia, gli occhi sono completamente bianchi e ha un buco sulla fronte; morto.

The Pendant of Werewolf's QueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora