Capitolo 32

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ISABELLE

~3 anni e 2 mesi prima~

Sono passati due mesi dallultima volta in cui ho visto Dém...

Non è venuto a festeggiare né il mio compleanno, né il suo; ha compiuto diciassette anni esattamente quattro giorni fa.

I miei genitori sono a casa, ma li evito così tanto che ormai non li vedo da un mese e mezzo.

Ho passato le giornate preoccupandomi, col pensiero fisso di Démon e di quella macchina infernale.

Sono seduta sul letto che leggo uno dei miei libri preferiti quando Jacq entra di corsa in camera mia: "Isyyyyyyyyy! Dééém è tornato."

Lancio il libro sul letto e scendo le scale di corsa seguita a ruota da Jacq.

Non appena identifico mio fratello in mezzo al salotto, gli corro incontro e gli butto le braccia al collo.

"Tu m'as manqué sorellina."

"E io?" protesta Jacq.

"Mi sei mancato anche tu piccolo mostro!"

Ha le occhiaie molto profonde e lo sguardo è perso, vuoto, quasi come se ci guardasse attraverso una patina.

Ho paura, vorrei dirgli, scappiamo noi tre per favore? Viaggiamo per il mondo? Invece deglutisco e dico: "Mi sei mancato tanto anche tu."

Iniziamo a camminare per i corridoi, quando davanti a noi compare nostra madre e con voce austera dice: "Démon, sei tornato. Seguimi" si gira verso noi due "Andate in camera."

So che non dovrei farlo, che probabilmente è l'idea peggiore che abbia mai avuto, ma lo faccio... lascio Jacq in camera sua e poi vado ad accovacciarmi davanti alla porta chiusa dello studio di mia madre.

Provo ad ascoltare, ma alcune frasi arrivano a spezzoni e si sente veramente poco: "Hai fatto quello che ti avevamo detto?"

"Sì madre."

"L'hai ucciso?"

"Sì madre."

"Hai fatto un buon lavoro?"

"Sì madre."

"Ti ha visto qualcuno?"

"No madre."

"Ricorda il nostro patto Démon."

"Sì madre."

"Se no" e poi non sento niente perché mia madre abbassa la voce.

"Non li puoi toccare me l'hai promesso. Cazzo! Me l'avete promesso. Non ve lo permetterò. Vi ucciderò pur d'impedirvelo."

Mio padre ride: "Non avresti mai il coraggio di ucciderci. La nostra spia ci ha avvertiti che dopo aver ucciso il tuo compito, hai liberato lo stomaco."

"Ohhh, ma io lo farò, vi prometto che vi ucciderò. Prima o poi, quando meno ve lo aspetterete. Diventerò il vostro incubo peggiore ve lo assicuro."

"Basta Démon! Ricordati qual'è il tuo posto! Forse dovremmo rinfrescarti la memoria... Penso che un giretto sul carègon veneziano ti aiuterebbe parecchio!"

"Io vi ucciderò! Ve lo giuro" mio fratello continua ad insultarli.

Faccio in tempo a nascondermi dietro la tenda, che mio padre spalanca la porta trascinandosi dietro Dém.

Scendono le scale ed entrano di nuovo nel tunnel che li conduce un'altra volta nella stanza.

Mi nascondo ancora dietro il muro.

So che gli faranno del male, so che urlerà e piangerà, ma io non ho abbastanza coraggio. Ho paura che se intervenissi, mi faranno le stesse cose.

Guardo i miei genitori far togliere le scarpe a mio fratello, sedere sopra una sedia e legarlo con delle catene ad essa.

Sotto ai suoi piedi, c'è una grata, ci metto un paio di secondi a capire quello che sta succedendo.

Per prima cosa, vedo la grata diventare rossa e poi sento mio fratello urlare.

Dopo un paio di secondi, inizio a sentire odore di bruciato, mio fratello urla, si dimena e i suoi occhi si incupiscono.

So che quello è il carègon veneziano, ma, c'è una cosa che mi chiedo, perché essere così barbari?

Cosa abbiamo fatto noi ai nostri genitori? Cosa gli ha fatto lui?

Corro via, in camera, mi lancio in bagno ed entro nella doccia ancora con tutti i vestiti.

Inizio a piangere, ma l'acqua porta via le mie lacrime, assieme alla mia disperazione, mi addormento lì, sotto la doccia.

***

"Isa... Isa! Svegliati" mi sento scuotere il braccio e piano piano apro gli occhi.

"Che fai?" E' la voce di Dém quella che mi sveglia.

"Ho avuto un incubo" mi giustifico io.

"E siccome hai avuto un incubo, hai pensato bene di lanciarti in doccia completamente vestita, nel cuore della notte e addormentarti lì? Tu risques d'attraper une bronchopneumonie, idiot."

"Sì, lo so scusa."

"Perché chiedi scusa a me? Io voglio solo che tu stia bene."

Mi guarda "Sto facendo di tutto per proteggervi" sussurra sottovoce.

"Eh?"

"Niente."

Mi dà una mano e mi aiuta ad alzarmi.

"Allora mi dici cosa ci facevi veramente nella doccia alle tre di notte?"

"E tu mi dici perché usi le stampelle?"

"No."

Mi passa il pigiama e io torno in bagno a cambiarmi.

Esco e mi metto a letto.

"Notte, gran frère."

"Notte, mon petit."

"Starai bene?"

"Lo spero veramente."

The Pendant of Werewolf's QueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora