Sette semidei scelti per salvare il mondo e impedire il risveglio di Gea. Un'impresa a cui Percy Jackson, guardando Daphne Rosier, pensò che potesse far comodo una figlia di Somnus.
Nonostante la rivalità naturale tra le due linee di semidei, e un'...
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LEO si sentiva ridicolo mentre indossava gli occhiali da saldatore che aveva tirato fuori dalla cintura degli attrezzi. Hazel l'aveva aiutato a lisciarsi i capelli all'indietro e ad arrotolarsi meglio le maniche della camicia, Eco gli aveva tirato giù le bretelle dalle spalle lasciandole a dondolare lungo i fianchi. Tutto questo sotto allo sguardo divertito di Daphne Rosier, che si teneva a distanza e non aveva preso parte alla drastica trasformazione del figlio di Efesto.
Agli occhi di Leo, i tempi in cui aveva visto per la prima volta la semidea romana e non voleva fare altro che avere i suoi occhi addosso e farla ridere sembravano così lontani da essere preistorici.
Segretamente aveva sperato che la trasformazione riuscisse ad incantare un pò anche lei, vederle uno sguardo sorpreso sul volto dopo che aveva deriso l'unico piano che avevano sarebbe stato un bel pagamento per il ridicolo che si era spalmato addosso, ma Daphne sembrava solo divertirsi un mondo.
La risata più forte che le si era liberata dalle labbra era quando Leo aveva tirato fuori dalla cintura un pennarello nero e aveva cominciato a scriversi sulle braccia scoperte parole come "figaccione" e "Leo è il più figo", Daphne sembrava aver ripreso colore, e adesso aveva lacrime che le scorrevano sulle guance arrossate. <<A quanto pare la mia ilarità non ha limiti>> Leo sbuffò, biascicando sulle parole dato che teneva il tappo del pennarello tra i denti. <<Quel ragazzo ha un intero fan club, e tu pensi di far girare le loro teste con qualche scritta e un bottone aperto in più della camicia?>>
<<Non ti sento proporre di meglio, Biancaneve>> Il moro ringhiò, poi si passò una mano sul volto quasi deluso da se stesso. Odiava che quella ragazza gli tirasse fuori il peggio. <<Hai un rossetto?>> gli porse la mano a palmo aperto, impaziente, Leo strinse i denti e infilò la mano nella cintura tirandone fuori un rossetto rosso. Daphne glielo strappò di mano con un'espressione affranta, ma ci teneva a provare che se quel piano sarebbe riuscito, sarebbe stato grazie a lei.
Si colorò velocemente le labbra di rosso e afferrò il volto di Leo stampandogli due perfette impronte di labbra rosse sulla guancia. Poi, mentre Leo era troppo sorpreso per contestare, Daphne cominciò a scrivere numeri a caso sul suo avambraccio con "chiamami" poco sotto.
«Tu concentrati sullo spostamento di quel bronzo celeste. Eco, sei pronta?» Daphne si girò verso Hazel, riservandole l'ultima occhiata seria prima della facciata sorridente che avrebbe dovuto indossare tra poco, e poi guardò Eco che annuì. «Pronta» confermò la ninfa.
<<Andiamo a renderci ridicoli>> si lamentò attraverso denti perfettamente bianchi scoperti da un sorriso sognante, poi afferrò la mano di Leo e cominciò a ridacchiare come una ragazzina ad alta voce, tirandolo verso il gruppo di ninfe. Leo si ritrovò a trattenere il respiro quando Daphne allungò una mano sulla sua fronte, arrotolandosi intorno all'indice un riccio e lasciandolo dondolare perfettamente. <<No! Dobbiamo evitarle, appena ti vedranno vorranno rubarti>> lo guardò, e le sue guance erano spinte in alto dal sorriso che le addobbava il volto, ma gli occhi della ragazza erano vuoti e incapaci di guardarlo persino con finto interesse. Leo deglutì, e cercò di mandare giù la rabbia.