XVIII.HAZEL

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HAZEL faceva ancora fatica a seguire la conversazione, aveva la mente impastata dal sonno e la bocca ancora di più. Hedge si era stranamente offerto di andare sotto coperta e aveva portato loro dei panini mentre Frank e Percy, dal loro stato scompigliato dalla missione, stavano raccontando cosa fosse successo. La Argo II era già in rotta per Charleston, sotto ordine di Percy, nonostante lei avrebbe preferito una lunga strada diretta per Roma, verso Nico.

Se fosse stata ancora stanca, irritata e sul piede di guerra come poche ore fa avrebbe commentato sulla scelta della nuova tappa, ma Hazel non si era sentita così in pace da mesi, tutto grazie a Daphne. La figlia di Pluto lanciò un occhiata all'angolo sinistro della loro riunione: si erano riuniti sul pontile così che Leo potesse pilotare la nave e ascoltare, e Piper e Jason erano seduti giusto vicino alle sue gambe. Quando si era svegliata, grazie ad un Frank che correva sotto coperta fradicio e urlava per chiamare Leo e far partire la nave, Hazel aveva scoperto che l'incontro con Gea nel suo sogno aveva avuto un effetto più drastico di quanto pensasse sulla romana.

Non per altro aspettava che si svegliasse, sperando che stesse abbastanza bene da poterla ringraziare.

Non le portava più nemmeno rancore, nonostante Hazel non fosse mai stata brava in quel genere di cose. L'aveva perdonata appena sentito quel tono gentile che Daphne usava solo nella privacy di quattro mura e un solo altro paio d'occhi, appena le aveva avvolto le spalle con il braccio dicendole che si sarebbe dovuta rivolgere a lei. In più, era difficile essere arrabbiata con lei quando in fondo in fondo, persino Hazel sapeva che aveva ragione sia nei suoi sospetti contro Nico che nella scelta data di partecipare alla missione.

Anche se non avesse avuto ragione, affrontare Gea per pulire la memoria di Sammy e darle un paio d'ore di vero sonno le avevano tolto ogni peccato agli occhi della figlia di Plutone.

Era così rilassata che tenere il passo del racconto di Percy stava diventando quasi impossibile.

<<Ci faranno anche i manifestini con la scritta RICERCATO?» chiese Leo, facendole sbattere le palpebre un paio di volte per il colpo di frusta che la nuova conversazione le aveva dato. L'ultima cosa che aveva sentito - prima di perdersi nell'immensa gratitudine che provava verso Daphne - erano le creature marine sedate nell'acquario che avevano visitato. «E le taglie a quanto ammontano, di preciso?
C'è un listino?» Hazel arricciò il naso. «Di che cavolo stai parlando?»

«Sono solo curioso di sapere quanto valgo, di questi tempi» replicò Leo, con un sandwich al formaggio in una mano mentre con l'altra premeva qualche bottone, ignaro del fatto che la mora gli avesse chiesto letteralmente di cosa stesse parlando e non solo l'ironia delle sue parole. «Cioè, posso capire di non essere prezioso quanto Percy o Jason, forse...>>

<<Ugh nemmeno una settimana di sonno potrebbe rendere la tua voce sopportabile>> la voce di Daphne fece girare tutte le teste sul pontile con una sincronizzazione che quasi fece ridere Hazel. Leo si strappò velocemente il panino al formaggio dalla bocca, infilandosi il joystick che controllava la nave dentro ad una delle mille tasche che su ritrovava addosso. <<Daphne! Come stai?>> la figlia di Somnus si avvicinò lentamente, strizzando gli occhi per abituarsi alla luce e stringendosi la felpa addosso.

VENI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora