XXXIII.PIPER

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TROVARE il posto fu semplice. Percy li guidò senza problemi ad una distesa abbandonata sul fianco della collina che si affacciava sul Foro.

Anche entrare fu facile. La spada dorata di Jason affettò il lucchetto, e il cancello di metallo si aprì scricchiolando. Nessun mortale li vide. Nessun allarme si azionò. Delle scale di pietra scendevano a spirale nell'oscurità.

«Vado prima io» disse Jason. «No!» gemette Piper, il suo cuore continuava a saltare battiti alla vista di quell'entrata. Daphne sollevò un sopracciglio, inclinando la testa e facendola sentire incredibilmente in soggezione.

«Pipes, cosa c'è?» chiese Jason. «Perchè ti comporti così?» lei sospirò, con gli occhi che pungevano. «Non sapevo come dirvelo. Ho visto la stanza là sotto che si riempiva di acqua. Ho visto noi che annegavamo»

Jason e Percy si accigliarono. «Io non posso annegare» disse Percy, sebbene suonasse come una domanda. «Magari il futuro è cambiato» ipotizzò Jason. «Nella visione che ci hai mostrato non c'era acqua» Piper desiderò che Percy avesse ragione, ma sospettava che non sarebbero stati così fortunati. «Ascolta» disse Daphne. <<Manderò Timeo a guardare prima, ok?>>

<<Grazie>> sussurrò Piper, torturandosi le mani mentre il corvo volava giù per le scale e spariva dietro l'angolo. Tutti e tre si girarono verso la romana, che aveva le sopraccigliagià corrucciate. Piper notò che la tinta nera delle sue sopracciglia era sbiadita, lasciandole invece un colore grigiastro che però non toglieva dalla severità della sua espressione.

Piper contò silenziosamente mentre attendeva. Arrivata a circa trentacinque, Daphne schiuse le labbra. «La buona notizia: non c'è acqua» disse, i suoi occhi ancora persi nel vuoto. Le iridi si muovevano, come se si stesse guardando intorno, ma la testa era ferma e l'espressione stoica. «La cattiva notizia: non vedo nessuna uscita là sotto...»

Piper si sentì rabbrividire, Daphne scosse la testa. <<Non saprei spiegarlo, è strano, ma possiamo scendere>>

Scesero con cautela. Percy andò in testa, con Vortice sguainata. Piper era dietro di lui, e Jason la seguì insieme a Daphne, coprendo loro le spalle. Il pozzo delle scale era uno stretto passaggio di mattoni a chiocciola, dal diametro di non più di due metri. Anche se Daphne aveva dato il 'via libera', Piper tenne gli occhi aperti in cerca di trappole, ma era così buio che difficilmente stare attenti cambiava qualcosa. Con ogni curva di scale, lei si aspettava un'imboscata. Non aveva armi, solo la cornucopia fissata con una corda di pelle sulla schiena. Se si arrivava al peggio, le spade dei ragazzi non sarebbero state di grande aiuto in uno spazio così ristretto. Doveva davvero imparare ad usare una lama che non le facesse venire il voltastomaco ogni volta che la guardava, forse qualche lezione con una spada non le avrebbe fatto male. Forse avrebbe potuto chiedere a Daphne, nella mattina che aveva promesso a Jason di passare con lei. La romana avrebbe potuto addirittura accettare se l'offerta comprendeva una tazza di cioccolata calda e buttarla a terra.

VENI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora