XVII.DAPHNE

101 4 2
                                    

ᶻ 𝗓 𐰁

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

ᶻ 𝗓 𐰁

DAPHNE aspettò silenziosa che l'allegra ciurma salutasse i tre destinati a scendere: Percy, il satiro e Frank. Aveva mantenuto le proprie distanze per non far sentire gli sbuffi più divertiti che infastiditi dai loro saluti, come se fosse la più pericolosa delle missioni in cui si fossero ritrovati.

Particolarmente, Daphne aspettò che Hazel la finisse con le sue preoccupate raccomandazioni a Frank dato che il ragazzo stava diventando sempre più rosso e lei sempre più impaziente. Quando finalmente Percy saltò giù dalla nave, seguito dagli altri due, la romana si avvicinò. <<Hazel, dobbiamo parlare>> la mora annuì subito, forse meccanicamente, e la romana si rese conto del tono troppo severo con cui l'aveva approcciata, quindi provò a farle un sorriso che sembrò farla rilassare.

Daphne vide con la coda dell'occhio Annabeth che richiudeva la bocca come se l'avesse interrotta. La figlia di Somnus girò la testa verso di lei e inarcò un sopracciglio, ma la bionda le sorrise e fece cenno di non preoccuparsene. Forse ne avrebbero parlato dopo.

Daphne si girò quindi, cominciando ad andare verso l'entrata del sottocoperta con i passi di Hazel dietro, e poco prima che arrivassero alle scale il legno il legno del pontile tremò sotto agli scarponi di Leo.

<<Daphne, aspetta>> la romana si girò, guardandolo sospetta. Timeo dietro di lei gracchiò e ritornò dal corridoio sotto coperta per vedere. Leo si fermò davanti a lei, schiarendosi velocemente la gola. <<Uhm, posso...posso riavere i bracciali? Devo fare delle modifiche>>

<<Stanno benissimo così>> Daphne rispose semplicemente, e quando il sorriso di Leo si ampliò si rese conto di quello che aveva detto. <<Apprezzo il fatto che ti piaccia il mio lavoro, ma di solito faccio un check-up entro 24 ore per assicurarmi che vada tutto a posto, sai, per colpa della maledizione di Efesto>> la romana corrucciò le sopracciglia, ma pur di non continuare a subirsi quel ghigno si sfilò i bracciali e li diede al ragazzo prima di rigirarsi e scendere le scale per il sottocoperta. Timeo la abbandonò all'ultimo scalino, volando subito dentro alla propria stanza. <<Non so cosa ti stia succedendo>> iniziò la ragazza dai capelli bianchi, allungando la mano verso la porta e aprendola per entrare nella stanza che Leo aveva trasformato nell'ennesima camera da letto.

Timeo, dall'alto del suo armadietto, guardò alle spalle della padrona e vide Hazel corrucciare le sopracciglia. <<Ma devi smetterla, è...nauseante, Hazel>>

<<Di cosa...di cosa stai parlando?>>

<<Ogni volta che quel ragazzo, Leo, ti si avvicina, emani un odore di incubi così intenso che mi ha quasi stordito la prima volta, adesso è solo...distraente, ma comunque fastidioso, siedi prego>> Daphne si appoggiò alla piccola scrivania di fianco al letto, prendendo un'arancia dalla ciotola sul tavolo, e fece cenno alla figlia di Plutone di sedersi sulle coperte.

VENI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora