XXIII.LEO

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DOPO AVER saccheggiato un museo pieno di fantasmi di confederati, Leo non credeva che
la sua giornata potesse peggiorare. Si sbagliava.

Non avevano trovato nulla nel sottomarino della Guerra Civile o da nessuna altra parte nel
museo; solo qualche turista anziano, una dozzina di guardie della sicurezza, e – quando avevano cercato di ispezionare gli artefatti – un intero battaglione di brillanti zombie in uniforme grigia.

L'idea che Frank sarebbe dovuto essere in grado di controllare gli spiriti? Sì... quella era praticamente fallita. Quando Piper aveva inviato il suo messaggio-Iride avvertendoli dell'attacco dei romani, loro si trovavano già a metà strada diretti verso la nave, inseguiti attraverso il centro di Charleston da un branco di arrabbiati Confederati morti.

Poi – oh, cielo! – Leo aveva avuto un passaggio da Frank l'Aquila Simpatica così che potessero combattere un mucchio di romani. Si doveva essere sparsa la voce che era stato Leo a sparare sulla loro piccola città, perché quei romani sembravano particolarmente ansiosi di uccidere proprio lui.

Ma aspettate! C'è di più! Il Coach Hedge li aveva fatti precipitare dal cielo; Frank lo aveva fatto cadere (quello non era stato un incidente); e loro si erano schiantati dentro Fort Sumter. Leo era stato inseguito da altri soldati - questa volta vivi, ma altrettanto arrabbiati - e si era fatto male alla caviglia, anche se quello era stato facilmente risolto con un po di ambrosia mentre gli altri tenevano lontani la legione romana.

Ora, mentre l'Argo II avanzava rapida sull'acqua, Leo doveva usare tutte le sue abilità solo per mantenere la nave in un unico pezzo. Percy e Jason erano un po' troppo bravi nel creare tempeste gigantesche. Ad un certo punto, Annabeth era apparsa vicino a lui, urlando contro il boato del vento: <<Percy ha detto che ha parlato con una Nereide nel porto di Charleston!>>

<<Buon per lui!>> urlò Leo di rimando, non era particolarmente chine a fare conversazione, al momento. La sua mente era concentrata sul salpare con la nave, e occasionalmente controllare la figura immobile di Daphne a babordo. <<La Nereide ha detto che dovremmo chiedere aiuto ai fratelli di Chirone.>>

<<Che vuol dire? I Party Pony?>> Leo non aveva mai incontrato i pazzi parenti centauri di Chirone, ma aveva sentito voci su dei tornei di combattimento con la spada, gare a chi beveva più birra di radice tutta d'un fiato, e pistole ad acqua caricate con panna
pressurizzata. <<Non ne sono certa>> disse Annabeth. <<Ma ho delle coordinate. Puoi inserire latitudine e
longitudine in questa cosa?>>

<<Posso inserire una carta stellare e ordinarti un frullato, se vuoi. Certo che posso mettere latitudine e longitudine!>> Annabeth dettò i numeri. Leo riuscì in qualche modo a digitarli mentre teneva il timone con una mano. Un puntino rosso apparve sullo schermo di bronzo. <<Quel posto si trova nel bel mezzo dell'Atlantico>> disse, corrucciando le sopracciglia. <<I Party Pony hanno uno yatch?>> Annabeth scrollò le spalle senza risposta. <<Tieni insieme la nave finché non ci allontaniamo di più da Charleston. Jason e Percy continueranno ad alimentare i venti!>>

VENI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora