Sette semidei scelti per salvare il mondo e impedire il risveglio di Gea. Un'impresa a cui Percy Jackson, guardando Daphne Rosier, pensò che potesse far comodo una figlia di Somnus.
Nonostante la rivalità naturale tra le due linee di semidei, e un'...
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PERCY era stufo dell'acqua.
Se l'avesse detto ad alta voce, probabilmente sarebbe stato cacciato via dagli Scout Marini di Poseidone, ma non gli importava.
Dopo essere sopravvissuto a malapena al ninfeo, voleva tornare in superficie. Voleva essere asciutto e sedersi nella calda luce del sole per tanto tempo – preferibilmente con Annabeth.
Purtroppo, non sapeva dove fosse Annabeth. Frank, Hazel e Leo erano assenti all'appello. Doveva ancora salvare Nico di Angelo, supponendo che il ragazzo non fosse già morto. E c'era quella piccola questione dei giganti che volevano distruggere Roma, svegliare Gea e prendere il controllo del mondo.
Seriamente, tutti quei mostri e quelle divinità avevano migliaia di anni. Non potevano prendersi una pausa di qualche decennio e lasciare che Percy vivesse la sua vita? A quanto pare no.
Percy andò in testa mentre strisciavano lungo il condotto di scarico. Dopo nove metri, la tubatura si aprì in un tunnel più ampio. Alla loro sinistra, da qualche parte in lontananza, Percy udiva brontolii e cigolii, come un'enorme macchina che aveva bisogno di essere oliata. Non aveva assolutamente nessun desiderio di scoprire cosa stesse producendo quel rumore, quindi immaginò che quella dovesse essere la strada da prendere.
Dopo diverse centinaia di metri, raggiunsero una svolta nel tunnel. Percy alzò la mano, facendo segno a Jason, Daphne e Piper di aspettare. Sbirciò da dietro l'angolo. Il corridoio si apriva in un'ampia stanza con soffitti di sei metri e file di colonne di supporto. Assomigliava al parcheggio delle macchine che Percy aveva visto nei suoi sogni, ma ora era affollata con molte più cose.
I brontolii e cigolii provenivano da enormi ingranaggi e sistemi di leva che sollevavano e abbassavano sezioni di pavimento senza nessuna ragione apparente. L'acqua fluiva attraverso fosse aperte (oh, fantastico, altra acqua), alimentando dei mulini che facevano girare alcuni dei macchinari. Altre macchine erano collegate a enormi ruote da criceto che ospitavano dei segugi infernali. Percy non poté fare a meno di pensare a Mrs O'Leary, e a quanto avrebbe detestato essere intrappolata all'interno di uno di quegli attrezzi.
Sospese sul soffitto c'erano delle gabbie con animali vivi – un leone, diverse zebre, un intero branco di iene, e persino un'idra a otto teste. Nastri trasportatori di bronzo e cuoio dall'aspetto antico trasportavano pile di armi e armature, un po' come il magazzino delle Amazzoni a Seattle, solo che questo posto era chiaramente molto più antico e non altrettanto organizzato.
Leo lo avrebbe adorato, pensò Percy. L'intera stanza era come un'unica, gigantesca, spaventosa macchina pericolosa. C'erano rischi e nemici in ogni angolo, e loro erano in quattro, stanchi e deboli, e ancora non sapevano cos'avesse Daphne dato che lei si era rifiutata di parlare. Il lato positivo? Daphne era ancora arrabbiata! Percy stava valutando il suo approccio, perchè la ragazza stava visibilmente male eppure riusciva ad andare avanti senza problemi.