Sette semidei scelti per salvare il mondo e impedire il risveglio di Gea. Un'impresa a cui Percy Jackson, guardando Daphne Rosier, pensò che potesse far comodo una figlia di Somnus.
Nonostante la rivalità naturale tra le due linee di semidei, e un'...
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NON RIUSCIRONO a raggiungere la nave.
Quando le ragazze arrivarono a metà del molo, tre aquile giganti atterrarono di fronte a loro, sbarrando la strada. Ciascuna depositò un soldato romano con la maglietta viola e i jeans sotto l'armatura d'oro scintillante, completa di spada e scudo.
Le aquile volarono via, e il soldato al centro, il più magro, sollevò la visiera dell'elmo. Era Ottaviano. «Arrendetevi a Roma!» strillò, la sua voce si spezzò a metà di "roma" per la pubertà, facendole trattenere un sorriso. Hazel estrasse la spada da cavalleria e ringhiò: «Scordatelo!» con una sicurezza che invece a Daphne mancava. Annabeth aveva visto l'effetto che le parole di Afrodite avevano avuto sulla semidea, l'incrocio che le presentava. Le allusioni a quello che Daphne era riuscita solo ad accennare nella loro chiacchierata.
Annabeth imprecò tra i denti. Da solo, quello stecchino di un augure non sarebbe stato un problema, ma gli altri due sembravano guerrieri esperti, molto più grossi e più forti di quanto fosse disposta ad affrontare, avrebbe davvero voluto che Afrodite avesse tenuto la bocca chiusa così che Daphne li mettesse a dormire, ma la romana sembrava paralizzata. Ferma davanti alla scelta di continuare con loro o tradirli e ritornare dai romani, riportare l'onore sul nome suo e di Reyna immediatamente, senza doverseli subire per il resto del viaggio verso Roma.
«Ottaviano, quello che è successo al campo è stato un inganno. Possiamo spiegare.» Piper alzò le mani, provando ad usare la lingua ammaliatrice, ma lui sorrise. «Non ti sentiamo!» urlò l'augure. «Abbiamo la cera nelle orecchie... procedura standard contro le sirene. Abbiamo imparato dai nostri errori, traditori!Sapevo di aver sempre avuto ragione su di te!>> sputò contro di loro, Annabeth non ebbe il coraggio di guardare Daphne mentre sentiva quelle parole. Preferiva di gran lunga ritrovarsi pugnalata alle spalle piuttosto che guardare di nuovo negli occhi qualcuno che la tradiva. <<Ora, gettate le armi e voltatevi lentamente, così potrò legarvi le mani.»
«Lasciatemelo infilzare» mormorò Hazel. «Vi prego.» La nave era solo a una quindicina di metri di distanza, ma Annabeth non vide traccia di Hedge sul ponte. Probabilmente era sottocoperta, a guardare i suoi stupidi programmi di arti marziali. Il ritorno del gruppo di Jason non era previsto prima del tramonto, e Percy era sicuramente sott'acqua, ignaro dell'invasione. Se lei fosse riuscita a salire a bordo, avrebbe potuto usare le baliste; ma era impossibile aggirare quei tre.
Il tempo stava scadendo, i brividi cominciavano a ricoprirla per la possibilità di Daphne e delle sue spade - forgiate da Leo - puntate contro di loro. Le aquile volavano sopra le loro teste, mandando forti strida per avvertire le sorelle: "Ehi, ci sono dei gustosi bocconcini greci da queste parti!"
Annabeth non riusciva più a scorgere la biga volante, ma doveva essere vicina.
Bisognava escogitare qualcosa prima che arrivassero altri Romani, che arrivasse Reyna. Se Daphne aveva intenzione di tradirli, Ottaviano poteva metterle il dubbio ma Reyna sarebbe stata la conferma della loro fine. Le serviva aiuto... ci voleva un segnale d'allarme per il satiro, o meglio ancora per Percy, qualcosa che li tirasse fuori di lì prima che Daphne decidesse di muoversi o Ottaviano perdesse la pazienza.