XXXII.DAPHNE

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QUANDO DAPHNE arrivò alla Argo, trovò soltanto il satiro che cantava "Nella vecchia fattoria" e mangiava un panino a prua. Il Coach Hedge sembrò ugualmente infastidito dalla sua vista. «Dove sono Piper e Jason?»

«Sono andati a mangiare, parlavano di parchi e Roma» Daphne sbuffò, certo che parlavano di Roma, sono a Roma. Prima che potesse rispondergli però, la faccia di Leo si materializzò davanti a lei in onde colorate e semitrasparenti. «Hey uh- Hazel ha detto di sentire qualcosa sotto una basilica quindi entreremo a cercare un passaggio, forse è meglio se aspettate per venire però» Leo sembrava fin troppo serio, sulle spine. «Perchè?» Daphne corrucciò le sopracciglia, appoggiando la borsa di tela per terra, lui si guardò intorno. «Non lo so, ho un brutto presentimento» Frank, al suo fianco, sembrò ugualmente a disagio, come se le stesse nascondendo qualcosa. «Hazel è confusa... forse è meglio continuare le ricerche prima di concentrarci tutti in un posto, Percy è tornato?» chiese il figlio di Marte, al che Daphne scosse la testa. C'erano solo lei e il coach. «No, e devo chiamare anche Jason e Piper che sono usciti»

«Bene allora, radunali e aspettate notizie»

«Cosa? No, dove siete?» Ma Leo le chiuse la chiamata-iride in faccia, facendola esasperare ancora di più. Daphne infilò la mano nella tasca della felpa e tirò fuori una moneta d'oro, lanciandola nella scia quasi invisibile del messaggio appena finito. «Jason Grace» il volto di Jason le apparve subito, il suo sorriso sembrò spegnersi. «Daphne? Avete trovato qualcosa?»

«Forse si, venite alla nave, sta succedendo qualcosa di strano...non avete sentito niente da Percy e Annabeth?» Piper al suo fianco scosse la testa, ma in quel momento gli occhi di Jason sembrarono scivolare oltre lei. «Veramente...Percy sta arrivando adesso»

«Bene, tornate, e subito» Daphne chiuse la chiamata, passandosi una mano tra i capelli e facendo cadere per sbaglio il cappello che Leo le aveva ficcato in testa. Era un cappello intrecciato di paglia finta, o vera Daphne non lo sapeva, con un largo bordo parasole e un nastro verde legato intorno. Era bello ma non poteva mica ammetterlo davanti a quel greco, ne avrebbe fatto un affare di stato e chiesto a Jason di chiamare tutti i venti, così da poterglielo gridare.

Daphne approfittò dei pochi minuti di solitudine per cacciarsi tra le labbra un altro pezzetto di ambrosia, il gusto le incendiò immediatamente la bocca. Era decisamente troppo, e quando si mangiava troppa ambrosia il corpo di un semidio rischiava letteralmente di andare a fuoco, ma quel calore era ciò che le serviva per restare in piedi e rimandare l'inevitabile.

Fortunatamente, Piper e Jason erano davvero vicino, e quando Daphne vide l'espressione di Percy valutò l'idea di scacciare Timeo per non vederla più.

Si riunirono sul ponte così che il Coach Hedge potesse ascoltare la storia. Quando Percy ebbe finito, Piper continuava a non crederci. «Quindi Annabeth è stata rapita su un motorino» riassunse «da Gregory Peck e Audrey Hepburn.»

VENI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora