37. Coccole e...

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Jungwon's POV

La sua schiena scorreva liscia sotto le mie dita, i muscoli morbidi che coprivano le scapole, la pelle graffiata dalle mie unghie, che lo segnavano come marchi, ogni volta che provavo quell'immenso, ma anche doloroso piacere.

Lo stringevo a me fortissimo, poiché ho sentito molto la sua mancanza in quegli ultimi giorni e quando l'ho rivisto varcare la soglia, sedersi vicino a me, ho sentito il tepore delle sue braccia avvolgermi, il sapore dolce della sua bocca e molto altro, mi sono sentito di nuovo felice, non posso più negarlo.

Certo, stavo ancora male per la rottura con Seojoon, ma in quel momento l'avevo quasi dimenticato. Nei miei pensieri non persisteva la collera, ma solo un senso di pace, legato a gemiti e grida di godimento. Anche Jongsong gemeva, sebbene meno intensamente; i suoi lamenti erano più contenuti, riecheggiavano come un mormorio, ma io li sentivo forte e chiaro e mi conpiacevo di questo: del fatto che anche lui stesse avendo un momento felice grazie a me.

Peccato che tutte le cose debbano finire, persino un momento di estasi come quello! Ma non me ne preoccupavo. Guardavo il viso del mio amante e ne ricavavo ogni espressione, cercavo di cogliere ogni sfumatura; spesso chiudeva gli occhi per qualche istante e io amavo quando lo faceva, perché significa che gli piaceva, forse più che a me.

Più volte ho urlato il suo nome e ho sentito il mio in un mormorio affannato. Quando è venuto, l'ho gridato un'ultima volta, senza più fiato in gola, ho inarcato la schiena e mi sono aggrappato a lui, stringendolo ancora più forte di prima, sono rimasto così per un po', mentre ansimavamo entrambi.

"Jungwon..."

"Sì?"

"Potresti un attimo staccarti? Non respiro così."

Ho obbedito immediatamente, cosicché lui potesse distendersi accanto a me e riprendere fiato.

Non appena anche i miei respiri si sono fatti più calmi e regolari, mi sono girato verso Jongsong, sdraiandomi sul fianco sinistro, anche lui ha fatto lo stesso, stabilendo un dolce contatto visivo. Sebbene le labbra fossero serrate in un espressione seria, intravedevo qualcosa nel suo sguardo del tutto diverso.

Ha preso ad accarezzarmi il viso e io sorridevo come non facevo da molto tempo.

"Il mio piccolo diavolo!" Ha mormorato dolcemente. Non pensavo che mi avesse affibbiato anche questo nomignolo, ma devo dire che mi piace, sebbene un po' esagerato.

Si è avvicinato appena, in modo che mi potessi accoccolare tra le sue braccia. Oramai i suoi respiri erano diventati lenti e regolari. Aveva appoggiato le labbra contro i miei capelli, sentivo quel tepore, quello del suo fiato che usciva piano piano.

"Jongsong..." Ho mormorato, non appena mi fossi sistemato, comodo comodo, con la faccia che premeva contro il suo petto.

"Sì?"

"Mi sei mancato."

Dopo questa mia affermazione, mi ha dato un dolcissimo bacino sulla fronte.

"Anche tu mi sei mancato, Jungwon."

Jay's POV

Gli accarezzavo i capelli lentamente, lui intanto dormiva tra le mie braccia. Ogni tanto abbassavo lo sguardo, per ammirare il suo visetto così pacifico, così adorabile e calmo, le labbra serrate a contatto con la mia pelle, le sue guance fresche, il respiro regolare.

Entrambi eravamo scaldati dal tepore delle coperte, mentre guardavamo kdrama da tutto il pomeriggio. Jungwon purtroppo si è addormentato e anch'io mi sentivo le palpebre pesanti ormai, sebbene fossero solo le cinque. Si vedeva che era stanco e provato da qualsiasi cosa lui avesse fatto.

Mi facevo strada con le dita, lisciando le ciocche scurissime. Il suo calore corporeo mi confortava in un certo senso.

Abbassando lo sguardo, intravedevo quello scuro livido che gli avevo fatto qualche ora prima, mentre lo facevamo. Il suo urlo e i suoi ansimi frequenti mi avevano eccitato tantissimo.

I graffi che mi aveva procurato sulla schiena mi facevano ancora male, pulsavano e bruciavano appena. Quando ho sentito le sue unghie scavare nella carne, mi è scappato un gemito e lui mi ha stretto più forte a sé, sia con le braccia, sia con le gambe, che mi premevano contro e mi traevano ancora più in profondità e Jungwon urlava di dolore tutte le volte che lo facevo, ma sorrideva sempre e mi diceva parole fugaci del tipo "continua ti prego" o "sei bravissimo"

Non ho mai provato così tanto piacere in vita mia; gemevo lievemente, mentre lui gridava il mio nome nell' affanno e nell' estasi, dentro avvampavo, come se tutte le mie membra ardessero, un fuoco impazzito, che non dava segno di placare la sua insaziabile fame lussuriosa.

Quasi non respiravo più mentre venivo... Quel liquido bianco aveva contaminato le coperte appena cambiate e il pensiero di doverlo rifare mi scocciava, ma ovviamente è finita che ho procrastinato quel compito seccante fino al giorno dopo.

Dopo una ventina di minuti si è addormentato tra le mie braccia, stanco morto. Non aveva nemmeno finito di elencarmene tutti i motivi, che è crollato. Diciamo che quel momento di adrenalina gli ha dato il colpo di grazia, poverino. È veramente un ottimo rappresentante, si fa in quattro per tutti ogni giorno, senza chiedere mai nulla in cambio.

"Jongsong..." Ha mormorato, interrompendo il suo sonno, o quasi.

"Sì?"

"Scusami."

"Per cosa?"

Si è sistemato meglio, in modo da potermi guardare negli occhi, io continuavo a stringerlo come se fosse un peluche.

"Per quello che ho detto in assemblea... Mentivo." Il suo fiato mi scaldava il collo a ogni sussurro, poi con le dita si è messo a giocherellare con le incurvature del mio petto, scorrendole e accarezzandole, ha sorriso, come se avesse visto e toccato qualcosa di unico.

"Spiegati meglio."

Ci ha messo un po' a rispondere.

"Non è vero che non starei mai con te..."

La sua mano è salita e ha incominciato ad accarezzarmi le guance.

"Io ti amo." Ha detto e il mio cuoricino ha perso un battito.

Mi sono avvicinato a lui fino a far incontrare le nostre labbra. I suoi respiri calmi era l'unica cosa che sentivo in quel breve momento, quelli e un tamburo nel petto.
Ha riecheggiato uno schiocco sonoro, quando è terminato. I suoi occhi brillavano e sorrideva, le fossette gli segnavano le guance candide alla luce diurna.

Non riuscivamo a distoglierci gli sguardi, come magneti si attraevano, intanto dentro di me sentivo crescere sempre di più il desiderio di lui, fino a diventare quasi insopportabile.

Ho ricominciato a baciarlo, e infine un bacio tira l'altro e... Che dire... Come dicono molti testi epici (che io naturalmente odio) giacemmo insieme per la seconda volta in una giornata e devo dire che è stato anche meglio della prima, per me, ma non per Jungwon, infatti ad una certa è scoppiato a piangere tra le mie braccia, mentre mi stringeva come al suo solito.
Ha provato a rassicurarmi, dicendo che non era niente, che era solo stanco, ma io lo so che mentiva; non riusciva a smettere di singhiozzare.

"Scusami, ma ora devo andare." Mi ha detto, prima di alzarsi, vestirsi rapidamente e uscire, lasciandomi solo.

Sarà stata colpa mia? Ho fatto qualcosa di male? Temo di sì, ma non capisco cosa ho sbagliato... Credo che questa notte non troverò sonno, cercando una risposta a tutte le mie domande.

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Spazio autrice

E anche questo capitolo fa cagare! Sono rimasta seriamente a corto di idee, sorratemi :( Cmq siamo già quasi a 5k e io vi ringrazio di questo traguardo! Spero vi stia piacendo!

Lovers ~ Jaywon🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora