12. Appuntamento.

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Jungwon's POV

Camminavamo per la città ormai da ore e io sapevo che quel coglione ci stava seguendo, scommetto che bruciava di rabbia! Non gli ho nemmeno detto che uscivo, l'ho fatto e basta, cercando di non farmi scoprire, ma evidentemente mi ha visto. Come lo so? Beh l'ho beccato più di una volta, mentre si stava nascondendo nella folla, tuttavia ho fatto finta di niente; quella doveva essere una serata di svago, solo per me e il mio "amante".

L'ho preso per mano e ho appoggiato la testa sulla sua spalla. Mi duole farlo, ma quel bastardo deve soffrire!

Le mie dita avvolgevano la sua mano, molto più grande rispetto alla mia, e io so che in fondo in fondo gli piaceva; ho notato un lieve sorrisino stampato sulle sue labbra da quella forma così singolare, che non so nemmeno descrivere.

"Potresti levare quella testa cornuta che ti ritrovi dalla mia spalla? Mi fai caldo." Ha detto Jongsong.

Ho sollevato il capo e sono scoppiato a ridere.

"Avanti, so che ti piace... Ah no... Dimenticavo... Tu sei etero! Anche se ne dubito fortemente."

"Taci." Ha ringhiato infastidito.

"Certo, donnaiolo, scusa se ti ho offeso."

Dopo questa ennesima provocazione, Jongsong si è girato e mi ha spinto contro il muretto vicino a cui stavamo passeggiando. La mia schiena ha picchiato contro la superficie ruvida, ho sgranato gli occhi dallo stupore.

Era serio in volto, immobile... Labbra serrate, occhi socchiusi e aria leggermente accigliata, teneva la mano appoggiata alla parete, vicina alla mia faccia.

Il suo viso pareva ancora più bello alla luce fioca della sera, la quale colorava ogni cosa di tonalità calde, anche lui, soprattutto le sue labbra, come se mi invitasse a baciarlo... Anche il sole è contro di me ora?!

"Piantala." Ha mormorato, con la sua solita voce profonda... Impazzirò giuro... È così dannatamente... Attraente!

Sono rimasto senza fiato e immobile come pietrificato... Anche io sono contro me stesso adesso!
Il mio respiro si è fatto sempre più irregolare e mi sentivo una batteria nel petto che batteva sempre più insistentemente, come se volesse scappare, un prigioniero che cerca di sfondare una cella.

Ho percepito appena il suo fiato caldo... Sapeva di menta.

D'un tratto il muro su cui stavo appoggiato sembrava diventare sempre più bollente e ho iniziato a sudare. Le guance avvampavano, le sentivo come se bruciassero.

Non so quanto tempo è passato prima che si staccasse, forse anche troppo e quando l'ha fatto, ho tirato un sospiro di sollievo.

Ha ripreso a camminare, accelerando il passo man mano, come se fosse nervoso... Forse l'ho offeso.

"Jongsong... Sei offeso, tesoro?" Quello è l'unico mio metodo di scusarmi, specialmente con uno come lui... Lo so... Sono veramente un insensibile.

"Non chiamarmi così, scemo!"

Ho nascosto un ghigno, poi mi sono convinto che era meglio cambiare argomento.

"Hai fame?" Ho chiesto.

Ha scosso la testa.

"Neanch'io... Che si fa?"

"Vedi tu."

Ho sospirato spazientito... Ma perché mi costringe a uscirci se non sa nemmeno lui cosa fare?! Certo che non capisce niente dell'etichetta o dell'arte del corteggiamento! Chi è che chiede un appuntamento per girare a vuoto?! Però devo ammettere che è carino passeggiare senza meta, ma non fa per me!

Lovers ~ Jaywon🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora