41. Amara solitudine.

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Jay's POV

Ho sentito qualcuno bussare alla porta dell' alloggio, ma io non riuscivo a muovermi dal cuscino; lo tenevo abbracciato, con la faccia affondata in quel morbido tessuto. In men che non si dica, mi sono addormentato, ignorando completamente i rumori esterni.

Writer's POV

E così la vendetta di Jungwon si può definitivamente considerare come conclusa, ma c'è ancora qualcosa rimasto in sospeso e quel "qualcosa" tormentava l'animo del ragazzo, anche se lui non se ne accorgeva oppure faceva finta di non farlo.

Appena tornato nell' alloggio, dopo un paio d'ore, siccome per lui quella festa si era fatta ripetitiva e noiosa, si è guardato intorno e qualcosa mancava, cosa alquanto bizzarra, siccome tutti i mobili e i suoi oggetti personali erano esattamente al loro posto: i libri accatastati sugli scaffali, il quaderno aperto sulla scrivania, avente scritti esercizi di algebra non ancora terminati, la lampada dei bts sul comodino, una piantina di cotone finta, un casco da andare in moto appoggiato sull'armadio e ovviamente il letto.

Ci si è seduto sopra e non ha fatto a meno di notare che era perfettamente in ordine, nemmeno una macchia sulle lenzuola. Incuriosito da questo fatto, è rimasto a guardarle per un po', immerso nei pensieri, a riflettere sul motivo di tanto ordine e di questa sensazione di vuoto nel suo cuore, fino a quando qualcuno a bussato alla porta.

Esitante è andato ad aprire e, con sua sorpresa, Sunghoon gli si è trovato davanti, quindi, dopo un breve saluto, l'ha invitato ad entrare e a sedersi affianco a lui sul letto, ma il pattinatore aveva intenzione di stare in piedi per parlare. La sua espressione non diceva niente di buono e Jungwon iniziava a preoccuparsi.

"C'è qualcosa che non va?" Ha chiesto.

"Dobbiamo parlare di Jongsong."

Il ragazzo, ad ascoltare anche solo pronunciato quel nome, si è messo sulla difensiva.

"Sunghoon, ti ho già detto mille volte che..." Ha ringhiato, già infastidito da quello che credeva stesse per dire, d'altronde è sempre stato gelosissimo del suo amante.

"Non è per questo... Io ho Heeseung, lo sai molto bene." L'ha interrotto.

"Scusa, non volevo offenderti."

Sunghoon ha tirato un sospiro, ha riordinato il discorso nella sua mente e ha cominciato con voce calma.

"Jungwon, sai che le persone non sono giocattoli, vero?"

Il faccino tenero del ragazzo si è arrossato di botto, i suoi occhi sorridenti ardevano di collera.

"Senti senti chi parla! Ti ricordo che sei un playboy!" Ha ribattuto arrogante.

"Lo ero... Te l'ho detto, ho Heeseung."

"Bugiardo! Lo tradiresti ancora per me!" Con gesti fulminei Jungwon si è alzato, ha preso la maglia dell' amico per il colletto e lo ha tratto a sé, facendo avvicinare i loro visi fino a farli sfiorare, le labbra di Jungwon stavano a pochi millimetri da quelle del pattinatore.

"E se ti baciassi? Cosa faresti?" Lo ha provocato sfacciatamente.

Sunghoon ha serrato le labbra e lo ha spinto via.

"Che cosa non ti è chiaro?! Io amo solo Heeseung e tu Jongsong."

Ha abbozzato un'espressione di scherno, ma è arrossito allo stesso tempo.

"Non lo dire neanche per scherzo!" Ha ringhiato.

"Perché? Non è forse vero? Ho visto il modo in cui lo guardi."

"Taci."

"E il bello è che anche Jongsong ti amava, anzi, ti ama, ti ama moltissimo e tu..."

"TI HO DETTO DI TACERE!" Ha gridato Jungwon furente. La verità gli faceva male, perché lui effettivamente desiderava il suo odiatissimo Jay, ma in lui era più forte il desiderio di vendetta.

"Perché, Jungwon? Perché?"

"Non ti sembra ovvio? Non poteva essere lasciato impunito, sai bene quanto mi abbia fatto soffrire."

"Avresti potuto almeno dargli un'altra chance, non trovi? D'altronde con te si è mostrato davvero disponibile a cambiare..."

"Sunghoon, se sei venuto per farmi la ramanzina su cose che non ti riguardano, sei pregato di andartene." Dopodiché Jungwon ha raggiunto la porta e l'ha aperta e gli ha fatto cenno di uscire dalla stanza.

"Volevo solo aiutarti a ragionare..."

"Non mi serve il tuo aiuto. Ora va'." Un altro cenno con il capo per intimarlo ad andarsene.

"Ti prego almeno di pensare a quello che ti ho detto, te lo dico da "fratello maggiore"."

Non ha più risposto, ma la sua espressione parlava chiaro: "o te ne vai o ti prendo a calci" e Sunghoon ha ricevuto il messaggio forte e chiaro, perciò si è incamminato verso l'uscita.

"Jungwon, non ti riconosco più." Ha mormorato, prima di andarsene.

Non appena l'amico fosse uscito dalla stanza, ha serrato la porta a chiave e ha sospirato, immergendosi nella quiete della sua stanza, che man mano che lunghissimi secondi passavano, sembrava opprimerlo ancora di più. Le parole di Sunghoon gli rimbombavano in testa, seguiti ai ricordi felici legati a Jongsong e al periodo in cui erano stati amanti e a quanto fosse stato felice con lui, tuttavia il nostro Jungwon è troppo caparbio per cedere alla dolcezza di semplici ricordi, sebbene non si può negare che stessero facendo breccia nel suo cuore.

Jungwon è un tipico ragazzo troppo orgoglioso, rigoroso e perfido certe volte, il ché non è quasi mai buono. Lui ha stabilito dall' inizio un piano al quale è rimasto fedele fino all' ultimo istante, malgrado tutto, ha fatto del male al suo amante, per il quale è chiaro che prova dei sentimenti, ma vuole reprimere tutti i sentimenti come polvere sotto un tappeto.

Io a questo punto alzo le mani, lascio giudicare a voi se ha fatto bene a vendicarsi delle umiliazioni e delle offese, oppure ha esagerato? Beh secondo la "legge del Taglione" questo è stato del tutto lecito: un' umiliazione per un' altra umiliazione, ma questa fa solo parte della storia, è una cosa vecchia e la mentalità attuale è un pochino diversa. Per adesso non aggiungo altro, purché neppure io stessa so cosa succederà esattamente e se Jungwon si ricrederà; non ci resta che... Leggere.

Jay's POV

Mi sono svegliato nel cuore della notte; ho avuto un incubo, di cui non ricordo niente, so solo che avevo ancora le lacrime agli occhi e, quando il momento di stordimento iniziale è passato e alla mente sono riaffiorati tutti i ricordi, un senso di amarezza si è fatto strada dentro di me e mi è preso un groppo in gola.

Sono corso a prendere un bicchiere d'acqua, per mandare giù il tutto, invano... E come potevo?! Un dolore del genere non si placava bevendo dell' acqua; non è una medicina amara.

Mi sono sdraiato di nuovo e ho controllato la sveglia... Le 5:30, poi ho lanciato uno sguardo fuori dalla finestra e intravedevo le prime luci dell'alba, mentre le guardavo attonito, nella mia mente il suo nome si ripeteva come un disco rotto... Jungwon... Jungwon... Jungwon... Come ho potuto innamorarmi di una persona del genere?! Mi ha spezzato il cuore e soprattutto mi ha trattato come un oggettino!

Jungwon, Jungwon, Jungwon... Il suo nome non mi lasciava scampo nemmeno quando, pian piano ho riconciliato il sonno.

Lovers ~ Jaywon🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora