3. Proposta.

514 37 73
                                    

Jungwon's POV:

Certo che le lezioni di inglese sono una noia mortale! Ad un certo punto mi è sembrato che la prof si fosse messa a parlare in arabo.

La mia mente intanto vagava in ricordi non tanto piacevoli. L'immagine di Seojoon in macchina, che lo faceva con una ragazza, non me lo leverò più dalla testa... Cane!

Tenevo la matita tra le mani, la quale, preso dalla rabbia, ho spezzato in pochi secondi, facendo un rumore tale, da interrompere la spiegazione dell'insegnante.

Ho alzato lo sguardo e l'ho vista, che mi fissava infastidita.

"Yang Jungwon, mi potrebbe ripetere quello che ho appena spiegato?"

Ma perché si è scaldata tanto?!

Purtroppo per lei, non avevo la minima idea di quello che aveva detto, così non ho aperto bocca e so che se lo avessi fatto, mi sarebbero uscite parole poco carine. Ormai ero furioso.

Intanto la professoressa mi addocchiava sempre più bieca, mi squadrava da cima a fondo, con quella sua solita espressione schifata.

Ma che balsamo ha usato?! I capelli erano più crespi di un mucchio di fieno e spenti come una notte senza stelle. Inoltre tutti i prodotti che è abituata a usare incominciano ad essere inefficaci; la pelle è segnata da rughe e occhiaie.

Certo che qualcuno deve dirle che portare i capelli a caschetto a quell'età è incoerente e il suo modo di vestirsi: jeans attillati e camicetta leggermente scollata sul davanti... Inappropriato! Non è una ragazzina!

Forse è vero che ognuno è libero di indossare ciò che vuole, ma in un contesto scolastico questo è assolutamente vietato.

"Yang Jungwon, 4... Lo sai bene cosa succede quando non si sta attenti, vero?"

Un 4?! Ma è assurdo!

"Vero? Esigo una risposta!" Ha insistito.

Non ce la facevo più...

Mi sono alzato di scatto, senza avere più il controllo del mio corpo.

"Certo, prof, mi scusi tanto se le ho arrecato così tanto disturbo per una fottutissima matita!" Ho risposto arrogantemente.

Il suo sguardo avrebbe potuto sgretolare una montagna o peggio.

Stava per aprire bocca, ormai mi preparavo alle urla, ma il suono della campanella mi ha salvato e tutti i miei compagni di classe sono corsi fuori come schegge.

Io sono rimasto un attimo in classe, a guardare con aria beffeggiante la prof. Il mio cuore batteva come se avessi appena firmato la mia condanna a morte. Dopodiché ho issato lo zaino sulle spalle e ho raggiunto gli altri.

Quello è stato il mio primo atto di tracotanza e devo dire che è stato assai appagante.

I corridoi straripavano di studenti, alcuni che andavano a casa e altri che restavano per il doposcuola. Io avevo il corso di Taekwondo quel giorno, infatti mi stavo dirigendo verso la mensa.

Cercavo di arrivarci il prima possibile, per occupare il cosiddetto "Posto Vip" ovvero quello vicino al più popolare della scuola. Non avevo alcuna intenzione di parlarci, ma dovevo farlo, se volevo che la mia vendetta potesse avere inizio.

Quando sono entrato in quella grande stanza già affollata, lui era seduto a un lungo tavolo, circondato da ragazze che flirtavano come al solito... Chissà quante ne ha portate a letto... Anzi... Non lo voglio nemmeno sapere!

Nel vederlo, mi è passata la fame, perciò non ho preso niente da mangiare. D'altronde il cibo della scuola non era granché.

Mi sono incamminato verso il suo tavolo, lungo gli ampi corridoi di sedie fatte a panchine.

Il mio passo si è fatto sempre più deciso e delle studentesse mi hanno notato mentre mi avvicinavo, per poi bisbigliare qualcosa alle amiche.

"Scusatemi, ragazze..." Le ho interrotte. La mia voce suonava fredda e autoritaria.

"Devo parlare con Jongsong... Da soli." Ho arricciato appena il naso e lui si è girato e mi ha fulminato con lo sguardo.

Loro all'inizio erano un po' riluttanti, ma dopo il mio "adesso", si sono alzate una per una, borbottando parole incomprensibili.

Io mi sono seduto davanti a Jongsong. Il suo visino è così bello che mi viene l'impulso di prenderlo a sberle!

Ho tirato un respiro profondo.

"Sei sempre simpatico, vedo!" Ha commentato.

"E tu quanto quel bicchiere."

"Che ti succede? Ti ha forse mollato il fidanzatino?" Quanto non sopporto quel tono di voce! Non fa altro che schernirmi per il mio orientamento sessuale.

"Mi ha tradito." Ho ringhiato.

Vedevo il piacere stampato sul suo volto. Le sue labbra sottili tirarsi appena, formando un sorrisino appena percettibile.

"Povero! Ha provato anche lui a sopportarti!" Ha canzonato, per poi prendere dei grissini e mangiarli, facendo un fastidiosissimo scrocchio, che a me ha subito mandato in bestia... Lo stava facendo apposta! Lui sa quanto odio sentire la gente masticare!

"Potresti fare meno rumore per favore?" Ho chiesto a denti stretti.

"Sennò?"

Allora ho afferrato il pacchetto di grissini aperto, li ho rovesciati sul tavolo e successivamente sbriciolati uno ad uno e lanciati sul suo faccino da schiaffi.

Jongsong ha fatto per andarsene, ma io gli ho afferrato la mano e l'ho premuta contro la superficie in legno levigato. Lui mi ha guardato storto, con i suoi occhi stretti e profondi.

"Aspetta!" Ho esclamato. Forse il mio tono di voce era troppo alto, poiché tutti si sono girati verso di me.

"Se sei venuto per umiliarmi..."

"No... Ti devo parlare... È importante."

Non si è mosso di un millimetro, stava esitando, indeciso sul da farsi.

"Mi serve il tuo aiuto." Gli ho detto e si è riseduto.

"Che cosa ti fa credere che io voglia aiutarti?"

Ha alzato il sopracciglio. Intanto la poca luce che entrava dalle tapparelle serrate, o quasi, gli levigava il viso, marcando ancora di più la sua mascella acuminata. Assomigliava a un'opera di Caravaggio.

Dopo quella domanda, ho tirato fuori dalle tasche 200.000 won (equivalente a circa 140€) e li ho appoggiati sul tavolo.

"Ti pago."

I suoi occhi si sono sgranati di colpo. Evidentemente non pensava che possedessi una tale cifra.

"E cosa vuoi che faccia?"

Ho masticato un po' le parole, prima di sputarle di bocca.

"Devi essere il mio amante." D'un tratto ho sentito un gusto amaro sulla lingua, volevo lavarla con acqua e acido.

La sua faccia si era bloccata in un'espressione da ebete...

"Che?"

"Hai capito."

Si è alzato di scatto.

"NO!" Ha gridato, prima di uscire dalla mensa a passo spedito.

Questa non ci voleva! Non potevo certo lasciare che mi piantasse in nasso così, quindi l'ho rincorso fuori.

Lo vedevo allontanarsi... La divisa gli faceva risaltare i fianchi e le spalle... Non ho mai contemplato un fisico più... Perfetto! Mi rincresce dirlo, tuttavia sarà un vero piacere usufruirne per qualche giorno o settimana, sempre se quel coglione me lo permette!

Ma perché sto facendo sogni erotici su colui che odio di più al mondo?!

Mi sono messo a correre. Non gli ho lasciato il tempo di voltarsi, che gli avevo già afferrato la mano e trascinato nella prima classe che ho trovato, chiudendomi la porta alle spalle.

Lovers ~ Jaywon🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora