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Mi risvegliai piano, aprendo gli occhi e sentendo una presenza al mio fianco.

Erano le sei del mattino, un orario decente, dato che ero tornato alle due da quel maledetto locale.

Mi volto leggermente trovando il ragazzo con cui avevo fatto sesso quella notte al mio fianco, che dormiva ancora.

Ormai era sempre così.
Quasi ogni sera un nuovo personaggio provvisto di membro tra le sue gambe entrava in casa mia e passava la notte da me.

La mia omosessualità non era un segreto, almeno non per tutti.

Pierre il mio migliore amico lo sapeva, lo aveva sempre saputo, almeno così mi aveva detto quando mi vide baciarmi con un moro.

Sono fatto così.
Non sono persona da relazione seria, ho bisogno dei miei spazi, e non voglio che finisca come l'ultima volta.

Charlotte era la mia ragazza.
Una ragazza bellissima e perfetta, ma mi lasciò. Mi lasciò perché le avevo detto del mio orientamento sessuale e lei mi amava, mi ha lasciato perché mi amava.

Siamo stati insieme per tre lunghi anni, e la rottura è stata difficile da superare nonostante tutto.

Non ricordo molto di ieri sera, so solo che ero uscito con Daniel e Lando, eravamo andati nel locale che eravamo soliti a frequentare il sabato sera.

Appena arrivati già sentivo odore di alcol e fumo invadermi le narici, avevo sempre odiato questo odore,

Ma al contempo nessuno mi toglieva il fatto di fumare. Strano no?
Odiavo l'odore del fumo quando si appiccicava ai miei vestiti, ma tirare da quel pezzo di carta e inalare il fumo semplicemente mi faceva stare bene.

Non bevevo. Almeno quello no, faccio periodicamente test dell'alcol a causa del mio lavoro.

Carlos ha cercato sempre di nascondermi i pacchi di sigarette, ma senza mai riuscirci.

-Devi smetterla- mi diceva e dice sempre, io ci provo, lo giuro ci provo, ma é difficile.

Tutti i miei muscoli si rilassano.
Tutti i miei pensieri vanno via.
Questo mi provoca il tabacco.

È una dipendenza: facile iniziare, difficile smettere.

Mi alzai e mi sedetti sul bordo del letto fissando il pacchetto di sigarette poggiato sul mio comodino. Dovevo limitarmi.
Presi una sigaretta e l'accendino e uscii fuori sul balconcino della mia camere, espirando il fumo prodotto dal tabacco.

Monaco è sempre stata meravigliosa, e ora con le prime luci del mattino, lo é sempre di più.
Il mare calmo che riflette le sfumature del cielo, i palazzi con le finestre ancora spente e il rumore delle macchine delle persone che andavano a lavorare.

-Buongiorno- mi voltai dopo essermi spaventato vedendo quel ragazzo dietro di me a torso nudo.
-Ciao- dissi rigirandomi, poggiando le braccia sulla ringhiera.
-Che ne dici...-
-Senti, ieri é stato un errore. Non volevo ed ero ubriaco- dissi secco.

Sempre così. Finiva sempre così.
Non era vero che ero ubriaco. Io non bevo.

Il ragazzo fece una smorfia per poi girarsi, prendere le sue cose ed andare via: aveva fatto la miglior cosa.

Sospirai spegnendo la sigaretta nel portacenere e guardai l'orario: alle otto sarei dovuto partire per Baku.

Era la settimana del gran premio, quindi rientrato in camera mia sistemai le ultime cose in valigia ed entrai in doccia.

Perché ero così?
Allontanavo sempre tutti, chiunque provasse ad avvicinarsi a me. Ero come un magnete ma dal lato sbagliato: non mi avvicinavo a nessuno. A parte mia madre e i miei fratelli, e qualche amico, era difficile vedermi parlare con qualcuno.

Mandai un veloce messaggio ad Andrea, il mio preparatore atletico, avvisandolo che ero pronto per partire e dopo pochi minuti mi rispose di scendere.

Arrivati in aereo porto fummo fermati da un orda di fans che volevano foto e autografi sul merch della Ferrari, e così perdemmo tempo.

~
-Hello mate-

Finalmente eravamo arrivati in hotel, e dopo aver preso la chiave per la mia stanza è aver sistemato tutti i bagagli ero sceso giù nel salotto dell'hotel dove trovai già molti piloti.

Carlos era seduto accanto Lando e Lewis e lo raggiunsi subito dopo che entrai nella stanza.

-I thought you weren't coming anymore mate, I was worried- rise lo spagnolo.
-I'm here now, don't worry-

Mi sedetti sulla poltroncina vicino la loro cercando di capire il loro discorso ma venni distratto dalla sua entrata nella stanza.

Col suo sguardo osserva tutte le persone presenti nella stanza. Sempre gli stessi occhi.
Sempre lo stesso sguardo ghiacciato. Sempre stesso colore grigio che non trasmette emozioni. Quel grigio che quando ha incontrato i miei occhi in quel momento, sembrava essere diventato azzurro.

Sembrarono incastrarsi il mio e il suo sguardo, ma durò poco, perché subito lui andò a sedersi accanto Checo, il suo compagno di squadra.

Tra di noi c'era sempre stata una sorta di rivalità, sin dai tempi dei kart. Una rivalità che per una notte sembrò scomparire.

Un errore. Un grandissimo errore.
É stato alla fine della stagione 2022. Eravamo ubriachi fradici.

Da quel momento in poi non ho più bevuto, me lo ero promesso, non lo avrei più fatto.

Avevamo abbassato le barriere.
Non avremmo dovuto.

Ricordo benissimo quella sera, come scordarla?
Ricordo i suoi occhi incastrati nei miei come una chiave in una porta.
Ricordo i nostri corpi sudati uno sopra l'altro.
Ricordo i suoi versi e i suoi gemiti quando spingevo troppo forte.
Ricordo il piacere che provavo quando era invece lui a toccare parti sensibili.
Ricordo tutto.
Ed é terribile.

Mi accorsi di starlo fissando solo quando i miei occhi incontrarono di nuovo i suoi, lo avevo seguito con lo sguardo fino al suo tavolo e ora si era voltato verso di me.

Era un segreto che dovevamo tenere nascosto.
Un macigno più grande di noi che ci toccava spingere.

E se prima io e Max non potevamo vederci, beh, ora le cose erano peggiorate.

Ogni volta che ci incrociavamo per strada finivamo sempre per insultarci, anche per una stupida cosa.

Carlos e Lando intervenivano sempre per separarci, perché se non lo facessero probabilmente finirebbe con il sangue.

Vi chiederete perché.
Non lo so. Questa é la verità. Ma so che quella notte qualcosa in noi é cambiato.

Forse la paura di essere scoperti? Non lo sapremo mai.

So solo che la stagione é ancora lunga, e tenere Max Verstappen lontano da me é quasi impossibile a causa del nostro lavoro.

-Mate, stop looking him- mi rifilò Carlos con sguardo confuso.
-Sorry-
-Come on, i don't want to separate you two again and again- si intromise Lando, riferendosi a me e Max.
-It won't happen again-
-Good joke mate, good joke- rise Lewis.

Era persino inutile dire che non lo avremmo più fatto, perché tanto le nostre strade in un modo o nell'altro si sarebbero sempre incontrate.

Impossible// Charles Leclerc & Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora