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Il profumo di casa mi pervase le narici.
Ero finalmente a casa.

Era passata una settimana dal mio risveglio, e non avevo accettato nessuno a farmi visita al di fuori di mia madre e dei miei fratelli.

Se volevano, sarebbero venuti a casa mia.

E come se i problemi non bastassero, ora dovevo essere seguito da una psicologa.

Il mio caso é stato catalogato come "tentato suicidio" e forse era vero.

Qualche mese fa volevo solo che le voci nella mia testa si spegnessero, e aumentai la dose delle pillole, ma non volevo morire.

No, no e no.
Non volevo morire.
Volevo solo stare tranquillo.

-If you need something, you only need to call me- mi disse Lorenzo lasciando le mie cose sul tavolo di sala.

-Thanks- gli dissi semplicemente, e lui con un sorriso andò via lasciandomi solo a casa.

Mi guardai intorno, era tutto rimasto uguale.
Ne un vaso ne niente fuori posto.

Durante questi sette giorni il mio telefono era esploso. Letteralmente.

Messaggi di piloti, di amici e familiari.
Notifiche da ogni tipo di social.
Chiamate da tutti.

Fu per questo che lo lasciai sempre sull'ingresso di casa, ma pensai che forse era arrivato il momento di rispondere a qualcuno.

Lo ripresi e solo a vedere quelle notifiche mi venne mal di testa.

Aprii le chat e vidi messaggi da tutti i piloti e amici, tranne che da lui.

Decisi di chiamare le persone, avrei fatto prima che rispondere ai messaggi.

-Hey Carlos- dissi sorridendo sedendomi sul divano.
-Oh santo dio, padre mio, tu eres aqui! Oh mu god Charles, It's been so much. I'm taking the first flight, I swear- lo sentii dire e sorrisi.
-I'll wait for you mate-

Chiamai Pierre, Daniel, Lando e tutti gli altri che mi avevano scritto, nessuno sapeva del mio risveglio.

Tutti erano felici, e tutti si auto invitarono a casa mia, come potevo dire di no.

Tutti tranne lui mi avevano cercato.
L'ultimo messaggio risaliva a settembre.

Fissai incessantemente là chat.
Aveva voluto lui la pausa.
Certo non una pausa di cinque mesi, ma, non era tutta colpa mia.

Ad un certo punto sentii bussare alla porta, e mi voltai verso di essa. Non dirmi che era lui per favore.

Aprii la porta e con grande sorpresa mi ritrovai Lando e Pierre.

Senza dire nulla mi si avventarono addosso abbracciandomi e io non potei fare altro che sorridere ricambiando quell'abbraccio.

-You will kill me- dissi ridendo, stavano stringendo davvero tanto.

-Stupid boy, don't talk about dying thanks- disse Lando chiudendo la porta, riferendosi pensai al momento in cui mi trovarono.
Approposito, avevo bisogno di risposte.

-We need to talk- dissi ai due, che guardandosi annuirono, e tutti e tre ci sedemmo sul divano.

-So... what happened- domandai.

Sapevano a cosa mi riferissi.
Volevo sapere tutto.
Come mi avevano trovato, chi mi aveva trovato, volevo risposte.

-We arrived when you were already... gone- cominciò Pierre bloccandosi subito.

-Carlos called us, he said you were unconscious. When we arrived you were there Charles... lying on your bed...- spiegò Lando bloccandosi, non volevo che si sentisse male rivivendo quella scena.

Impossible// Charles Leclerc & Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora