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Erano giorni che ero chiuso in casa.
Dopo il Gran Premio in Canada c'erano le solite due settimane di pausa per poi riprendere con il GP d'Austria.

Come sempre durante queste settimane io rimanevo a Monaco, nella mia città.

Stranamente, nonostante fosse estate piena, il questi giorni pioveva spesso, e quindi ero chiuso in casa.

Il cielo sembrava essere d'accordo con il mio umore: dopo la litigata con Max era calato totalmente.

Avevamo litigato perché eravamo gelosi uno dell'altro, certo come prima cosa si pensa "ma che bello" invece no. Essere gelosi per noi l'uno dell'altro è rischio.

Rischio di perdere il lavoro. Rischio di essere scoperti. Rischio di insulti e minacce.

Gli omosessuali non erano ancora molto accetti nel mondo, figuriamoci nella Formula 1.

Ma anche il sol pensiero di avere due fidanzati in due team differenti, faceva pensare a scambio di discorsi privati, informazioni private eccetera.

Perché era così difficile? Perché era così complicato tenere a qualcuno?

Inizialmente non pensi a nulla, poi una specie di vuoto parte dalla gola fino ad arrivare allo stomaco. Inizi a ricordare tutto ciò che hai passato. Tutto ciò che volevi e vuoi cancellare c'è ancora e non andrà via. Hai voglia di urlare e di piangere ma non riesci, rimane li tutto com'é e non riesci a respirare.
Non lo programmi, è una cosa che succede e basta e ci mette tempo a passare, anche troppo.

Mi guardo allo specchio e penso che cosa mi sta succedendo, e non lo capisco. Non lo capisco perché non sono mai stato così per una persona.

Charles Leclerc che si piega dinanzi ad una litigata, con Max.

Il telefono mi squilla facendomi sussultare, la mia camera é buia e lo schermo illumina tutto. Sullo schermo esce il nome "Lando"

-Lando?- chiesi stropicciandomi gli occhi, puzzavo di alcool e di fumo più di quanto immaginassi, e me ne stavo rendendo conto solo in quel momento.

-Mate, we are trying to call you since last Gp, are you ok?- mi disse e sentivo di sottofondo delle voci.

Allontanai il telefono vedendo i trecento messaggi e le cinquanta chiamate dei ragazzi, da tutti, tranne che da lui.

-Yes, i'm ok- risposi velocemente.

-Are you sure? Wanna come over? There are a few of us- mi chiese.

-Umh, no. Don't worry, i have some things to do- dissi rispondendo freddo.

-Oh, okey. Stay good mate- disse Lando per poi chiudere la chiamata.

Mi alzai dal letto e andai direttamente in cucina per bermi dell'acqua e mangiare qualcosa, ora che ci pensavo, anche Andrea mi aveva chiamato molte volte, avevo saltato molti allenamenti.

Mi affacciai dalla finestra vedendo che il tempo non decideva a calmarsi e sospirai.

Il mare era molto mosso e tirava vento molto forte, a Monaco persino quel tempo era molto strano.

Una sola domanda mi rimbombava in testa, era difficile ignorarla.

Perchè stavo così?

Ero troppo giù di morale, anzi, stavo troppo male. Non ero mai stato così nemmeno per Charlotte, e lo avevo visto solo con una ragazza.

Forse mi stavo facendo troppe paranoie, forse era tutta una farsa per coprire tutto, forse era vero, io volevo saperlo.

Max's pov

-What are you doing mate- mi chiese Daniel infastidito.

-I don't know Dan, i don't know- dissi passandomi le mani tra i capelli.

-You're probably hurting him now, you know that? That was a stupid idea: show in a round with a girl. What did your brain told to you?- mi chiese.

-Dan, I'm scared. I don't want people think we're doing that only for work, or only for money. I want him, Dan. Just the thought that seeing me with Kelly hurt him tears me up inside.-

Daniel aveva ragione, avevo incasinato tutto. Charles non si faceva sentire da giorni, forse da più di una settimana, ed era strano.

Nemmeno sul gruppo con noi piloti scriveva più nulla, di solito era sempre il primo a rispondere ai messaggi.

Fuori pioveva a dirotto e il tempo spiegava che non aveva intenzione di finire presto.

-Max. Do you like him?- mi chiese Daniel dopo dei momenti di silenzio.

-Yes Dan. I like him, you can't think how much- dissi sinceramente.

Non lo amavo.
O almeno non lo sapevo.
Il mio rapporto con Charles é stato sempre così contorto e difficile, e non abbiamo mai avuto il tempo di capire cosa provavamo l'un l'altro.

Lui era qualcosa di grande per me.
Solo ora capivo che quando non lo vedevo nel paddock stavo male.
Quando non lo sentivo per giorni stavo male.
Quando litigavamo stavo male.

Ed é vero che, come si dice, l'amore fa male.
L'amore ti lascia un segno.
Ma la paura di innamorarsi non è forse già un po' di amore?

-Go get him- mi disse Daniel secco.

Avevo capito bene?
Daniel voleva che andassi da lui? Da Charles?

-What?- chiesi.

-Go to Charles, Max. Before it's too late. Since November you two had such a connection that even the walls could see. So go to him, go and kiss him and show him that you live him-

-Daniel I don't...-

-Max. You said you like him. It's been a week and no one has his news, so go.-

-But Dan, there is a storm out there.- dissi indicando la finestra per fargli notare il tempo.

-You do crazy things when you love- mi disse sorridendomi leggermente.

Rimanemmo in silenzio a fissarci, forse quel silenzio valeva più di mille parole.

Forse Dan aveva ragione, dovevo andare da Charles.

-Thank you, Dan- dissi con tono di voce più basso.

-I'm your best friend, you don't need to thank me- disse sorridendomi, per poi avvicinarsi ed abbracciarmi.

Andai in camera, indossai il primo giubbotto che trovai nell'armadio e mi misi il cappuccio, salutai il ragazzo e presi le chiavi dell'auto.

Sceso, entrai nella macchina e misi la mano sul volante.

Stavo facendo la cosa giusta?
E se mi avesse cacciato di casa?
E se non avesse mai più voluto vedermi?

Ero pazzo per uscire con quel tempo, soprattutto per andare da un ragazzo.

Charles, sto arrivando.

Impossible// Charles Leclerc & Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora