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Gran Premio d'Olanda.

Il circuito era pieno di bandiere olandesi, cartelloni con il nome di Max, e fumogeni rossi e blu.

Sembrava Monza, quando nel 2019 quella massa di gente con grandi bandiere Ferrari, fumogeni rossi, accorsero tutti sotto il podio, perché avevo vinto a casa. Nella seconda casa, per precisione.

Non avevo mai vinto a Monaco, era una sorta di tradizione ormai. Non vincere a casa.

Comunque il paddock talvolta era pieno di persone, ma di tensione ce n'era ben poca, perché si sapeva chi avrebbe vinto, a casa sua: Max.

Nei giorni precedenti ci eravamo scritti molto, anzi, sempre, ma poi mi avvisò di una situazione. Al GP ci sarebbe stato suo padre, che non sapeva della nostra relazione.

Sapevo com'era.
Jos Verstappen era uno dei padri più severi mai conosciuti, basti pensare a quella volta che lasciò Max nella stazione di servizio da solo, ed era solo un ragazzino.

Era sempre stato severo con Max, da sempre.
Sin dai tempi dei kart lo sentivo sbraitare in olandese contro il piccolo Max, e lui, che era indifeso, era lì a subire tutto, per uno stupido secondo posto ad esempio.

We'll have to pay more attention than ever.

Mi aveva scritto questo, e io lo capivo, e gli risposi semplicemente di stare tranquillo, perché eravamo sempre stati cauti.

Le qualifiche andarono malino, arrivai solo nono, ma sapevo che l'indomani, domenica, avrei potuto recuperare posizioni importanti, e guadagnare buoni punti per la squadra e per me.

La stagione non stava andando a gonfie vele, ma ero fiducioso nella Ferrari. Lo sarò sempre.

Le qualifiche erano andate, e le interviste anche, ed il paddock cominciava a svuotarsi in vista dell'arrivo della sera.

-We can't here- mi disse all'orecchio il biondo, continuando a baciarmi il collo.

Eravamo nella mia motorhome, nel Box e nell'hospitality era rimasta pochissima gente, e ci stavamo baciando.

Le sue labbra sulle mie erano un esplosione di emozioni, in tutti i sensi.

-Mh mh, I know- gli risposi per un secondo che ci staccammo dalle labbra dell'uno dall'altro.

Lui sorrise sulla mia bocca e fece scendere le sue mani dal collo ai fianchi, per poi infilarle nella mia maglia termica.

-Okey, I suggest to go to the hotel, and end there- dissi sorridendo, ma triste di dovermi staccare da quelle labbra.

-I have to go home, my father will be suspicious- mi disse accarezzandomi il volto.

-Are you sure?- chiesi per conferma.

Lui mi guardò sorridendo e poggiando la sua fonte sulla mia.

-Tomorrow I'll be there for you-

-All mine?-

-All yours- mi disse lasciandomi un veloce bacio sulle labbra, e uscendo cautamente dalla stanza.

~
I semafori si spensero e il Gran Premio d'Olanda iniziò ufficialmente.

Ero partito abbastanza bene ed ero riuscito a recuperare delle posizioni, fino a quando l'auto non ha cominciato a dare i primi segni.

-What's going on- chiesi.

-We're... checking- sentii dire, e ringhiai tra me e me. Non poteva andare tutto così a puttane ora che stavo recuperando.

-So Charles... we changed the power unit before and it's giving issues- mi avvisarono, e io seppi quanto imprecai.

Era il quarantesimo giro e la macchina andava ancora, ma al quarantaduesimo giro, quando lo terminai, la macchina andò a puttane.

-It's off. It's fucking off- dissi posteggiando la macchina al lato del circuito e sbattendo le mani contro il volante.

Uscii dall'abitacolo e mi levati i guanti camminando verso i box.

Mi ero ritirato, e avevo perso altri punti più che importanti.

Non parlai con nessuno anzi, mi rinchiusi direttamente nella mia stanza.

Fu quando l'inno olandese si diffuse nell'aria che uscii, dirigendomi vicino al box per vedere Max sorridere di nuovo. E per sempre.

Era lì con la sua coppa in mano, e un momento dopo si spruzzava champagne con Fernando e Pierre.

Perché non c'ero io lì? Perché la macchina faceva schifo, ecco perché.

I meccanici non osarono parlarmi, neppure il mio ingegnere di pista o chiunque altra persona, avevano scelto la strada più facile.

Tornai in motorhome e mi cambiai indossando dei vestiti normali, presi le mie cose e lasciai l'hospitality.

Nel paddock la gente cominciava ad andare via, perciò venni fermato anche poco, ma in lontananza vidi Max.

Volevo congratularmi con lui, ma affianco aveva un uomo alto e molto simile a lui: suo padre Jos.

-Congrats Max- dissi, e lui che era di spalle si voltò, e così fece suo padre.

-Thanks Leclerc- disse.

Ma che aveva? I suoi occhi erano spenti e la sua voce cupa e fredda. Storsi la testa domandandogli senza parlare cosa avesse.

-Should we go, son?- gli chiese l'uomo accanto a lui.

-Yes, bye- disse semplicemente, lasciandomi lì da solo come un fesso.

Che centrasse con il discorso che mi aveva fatto su suo padre? Non lo so. Ma mi avrebbe comunque dovuto dare spiegazioni.

~
Ero finalmente in hotel, e dopo essermi fatto una bella doccia e essermi messo nel letto, giustamente, qualcuno bussò.

Sbuffando mi alzai dal letto e andai verso la porta aprendola, trovandomi davanti un Max in pigiama.

-Hi- dissi con un leggero sorriso.

-Can I come in?- mi domandò.

-Yes, of course- dissi spostandomi, lasciandolo entrare in camera mia.

Chiusi la porta e tornai sul letto dove si era seduto Max che era stranamente silenzioso.

-So? Don't you wanna talk?- domandai guardando praticamente le sue spalle dato che era seduto così.

-I'm sorry for my coldness before, but there was my dad, and... you know. He is not the best person in the world. The fact is, if he discovers I'm gay, he will get so angry and... I don't want to-

-I know, love- dissi avvicinandomi a lui, spronandomi per farlo stendere affianco a me, e così fece.

-This.. is too complicated- disse.

-What do you mean-

-It's so difficult keep our relationship hidden. We risk so much everyday-

-I know... and?- domandai, non stavo capendo il filo del discorso. Voleva lasciarmi? Voleva una pausa?

-Nothing. I just want to sleep- disse incastrando i suoi occhi azzurri con i miei, facendomi intendere che volesse dormire con me.

-Come here- gli dissi, facendolo avvicinare a me e poggiò la sua testa sul mio petto.

-Tomorrow after the party, I'll make you happy...- dissi sorridendo tra me e me.

-You perverted guy- disse ridendo il biondo.

-What? Don't you want?-

-Of course I want, silly boy- disse avvicinandosi a me e baciandomi. Mi erano mancate le sue labbra.

E se suo padre fosse stato un ostacolo per la nostra storia, l'avremmo superato, insieme.

Impossible// Charles Leclerc & Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora