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2 pillole al mattino
2 pillole alla sera
Tutto dopo i pasti

Era questo che lo psicologo mi prescrisse, un medicinale che avrebbe calmato la mia ansia e la mia depressione. Non curato, calmato.

-You are suffering of depression and fear of abandonement- aveva detto, come sospettato.

Sentirselo dire da un vero professionista era tutt'altra cosa, avevo capito che non era un piccolo problema, era il contrario.

Quando tornai a casa mi gettai nel letto distrutto dalla notizia che già avevo previsto, e rimasi lì con la faccia nel cuscino.

E ora come e quando avrei dovuto prenderle quelle pillole?

Molte volte pranzavo in paddock, e altrettante volte cenavo fuori. Avrei dovuto fare tutto a casa o nella motorhome.

Sarei dovuto essere cauto, molto cauto. E dovevo limitare le dosi perché periodicamente ci facevamo le analisi del sangue.

Era l'ultimo giorno di pausa, infatti l'indomani avrei preso l'aereo per andare in Olanda. Il suo paese. Il paese di Max.

Parlando di quest'ultimo, qualcuno suonò alla porta ma ero così distrutto nel letto che non andai nemmeno ad aprire. Infatti la persona mi chiamò al cellulare.

-Mh?- chiesi senza nemmeno guardare il nome.

-Charles, i'm here, at your house, open the door- mi disse la voce, che riconobbi subito, era Max. Era qui.

Mi alzai mettendo su la faccia più serena e finta allo stesso tempo di sempre, e aprii la porta.

-Hi- dissi guardando il ragazzo davanti a me, era così bello.

Perché un essere distrutto come me si meritava un essere perfetto come lui?

Cosa avevo fatto per meritarmi così tanta bellezza.

-Hi- disse sorridendomi, e avvicinandosi subito a me unendo le nostre labbra.

Subito con quel contatto mi sentii meglio, quasi... rinato.

Le sue labbra erano così morbide, così buone e quando ci baciavamo tutti i problemi che si venivano a creare intorno a noi svanivano.

C'eravamo solo io e Max.
Senza depressione.

-Let me close the door- dissi sorridendo.

Max mi anticipò chiudendo la porta con un calcio e continuando a baciarmi.

-You are so... happy to see me- dissi sorridendo ancora, era l'unico che ci riuscisse.

-You don't even know how much- rispose stringendomi a sé posando le sue mani sui miei fianchi, cominciando ad indietreggiare verso il divano.

Cademmo entrambi su di esso, lui sopra di me, che continuava a baciarmi, stavolta più rudemente.

Cominciò a scendere con i baci e questa fu una mossa azzardata, dato che cominciavo già a sentire i miei boxer farsi più stretti.

-Max...- lo chiamai, e lui si staccò dal mio collo e dalla mia pelle.

-What- chiese affannato, le sue labbra erano rosse e i suoi capelli sfatti a causa delle mie mani che vagavano tra essi.

-You are beautiful- dissi semplicemente ammirandolo, e lui sorrise, uno dei sorrisi più belli di sempre.

Le sue mani vagavano sul mio corpo mentre le mie nei suoi capelli, erano così morbidi, lo erano sempre stati.

E fu proprio su quel divano che facemmo l'amore, non per la prima volta certamente, ma ogni volta sembrava come se lo fosse.

Max mi rendeva felice, quel minimo per poter dimenticare le medicine e la depressione, ma la sua presenza faceva davvero tanto.

Max era tutto per me.

Il fatto di non poterci esporre al mondo era una cosa pessima, perché dovunque non andassimo non potevo guardarlo, toccarlo o baciarlo.

Lui era la mia medicina.
Il mio tutto.

E non avrei mai immaginato di dire una cosa del genere proprio su Max, il mio "rivale" se così lo vogliamo chiamare sin dai tempi dei kart.

Ogni momento con lui che passava, volevo non finisse mai. Era come il pezzo mancante che completava il puzzle.

-Hey...- mi richiamò.

Eravamo uno accanto all'altro sul divano, coperti solo da un pleid in cotone, ancora leggermente affannati.

-Mh?-

-It's everything ok?- mi chiese, e io mi girai verso di lui. Lui mi teneva vicino a sé dalla sua mano che era poggiata sul mio fianco, e con l'indice disegnava piccoli cerchi.

-Yes, why?- domandai io.

-You seem... silent-

-We just had sex, Max, what should I tell- dissi sorridendo, e lui mi seguì a ruota.

-No really... your are different-

-What do you mean, cherie-

Lui alzò le sopracciglia sorpreso e io sorrisi leggermente alla sua reazione, lasciandogli un bacio sulle labbra.

-What- chiesi, dato che il ragazzo non parlava praticamente più.

-Cherie?- mi chiese.

-Don't you like that name? Do you prefer mon amour or mon cœur- domandai guardando il suo volto.

-I love them, you choose.-

-Alright, alright. I will use them all. But if I don't pay attention I will call you mon amour in front of the camera- dissi sorridendo, vedendolo spaventato.

-Don't you even try, liefde-

-And what dose this mean?- domandai curioso. Amavo, davvero, quando parlava la sua lingua nativa.

Era così... attraente.

-Love. It means love-

-Oh okey- sorrisi- and how do you say I love you- domandai cauto.

Lui sorrise.

-Ik houd van jou- disse stringendomi di più a se, e io provai a ripetere.

-Okey, you can stop. You won't do this-

Sorrisi, perché lui era l'unica cosa a rendermi felice in quel mondo.

Angolo autrice
Posso dire di essere tornata.
Scusatemi per l'assenza, più che lunga, ma sono stata in gita con la scuola e indovinate?
Siamo stati a Montecarlo.
É davvero un posto diverso da tutto, mi sentivo povera anche solo a respirare la stessa aria dei monegaschi.
Prometto di ricominciare a pubblicare un po' più spesso, nonostante i mille compiti.

Impossible// Charles Leclerc & Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora