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L'aria nel paddock era tesa, anzi, tesissima.
Era arrivato anche il Gp di Spagna che si sarebbe tenuto come sempre a Barcellona, e soprattutto nel box la tensione era elle stelle: Carlos ci teneva tantissimo a questa gara.

-Mate, don't worry- gli dissi dandogli una pacca sulla spalla, mentre lui beveva dell'acqua.

-Of course i'm worried, stop saying that- mi disse aprendo le braccia.

-Come on, think about me, when there is the Monaco Grand Prix i'm not worried anymore- dissi sorridendo ma sapendo che era solo un sorriso falso.

-Yes because you never win- mi disse secco.

-That's rude mate- gli dissi, poi me ne andai, nonostante sapessi che l'avesse detto perché era sotto pressione.

Entrai nella mia motorhome e mi sedetti sul divano, accesi il cellulare e cominciai a scorrere nella home di instagram.

Da quella sera i social sembrarono impazziti, tutti i fan e tifosi avevano notato lo strano follow di Max sul mio profilo, e il mio sul suo.

Ma la cosa ancora più strana é che il ragazzo dopo pochi giorni lo aveva già levato: se ne era accorto.

Io e Max non abbiamo più parlato da quella notte. Sapevamo entrambi di aver fatto una cazzata ma nessuno dei due si scorda le emozioni provate in quel momento.

É stato così bello, era come tornare a respirare, ma poi siamo caduti a vuoto.

L'aria nel paddock era tesa anche per quello, non volevo vedere Max. Era un casino quello che avevamo combinato, certo nessuno sarebbe venuto a saperlo, ma quel bacio rimbalzava nella nostra testa come una pallina sbattuta per terra.

Spensi il cellulare e lo buttai sul divano, e gettai la testa dietro di me sbuffando. Mi passai le mani sulla faccia ripensando alla posizione in cui mi trovavo.

Non potevamo stare insieme.
Ma io Max lo volevo, e non poco.

Quella sera, dopo i lunghi baci, abbiamo dormito insieme, uno attaccato all'altro, la sua testa sul mio petto e il mio braccio sulla sua vita per tenerlo stretto.

La mattina dopo, Max non c'era più. Né un biglietto, né un messaggio, niente di niente. Era andato via senza lasciare tracce dietro di sé: aveva capito prima di me che cosa avevamo fatto.

-Charles, quali, come on- disse Andrea entrando improvvisamente nella mia stanza, e subito annuii uscendo dietro di lui.

Non avevo la testa, non avevo assolutamente la testa per quella giornata, infatti le qualifiche non andarono da schifo, peggio. Mi qualificai diciannovesimo.

Da lì sarebbe stata un impresa arrivare in zona punti, anzi, impossibile.

-Charles how do you feel about your qualification- mi chiese una donna durante le interviste.

-Umh.. I don't feel- risi nervosamente -I had no head for today's qualifying, and the result showed. It will be difficult to get into the points, if not impossible, but I don't lose hope.- dissi con un sorriso finto stampato in faccia, ormai avevo solo quello.

Da lontano scorsi due occhi color ghiaccio scrutarmi, ma subito si distaccarono da me. Dovevamo parlare.

Questa situazione andava avanti da troppo tempo ormai, precisamente da otto mesi. Da novembre a giugno.

Salutai i giornalisti in fretta, e seguii l'olandese che ad un certo punto girò in un vicoletto.

Controllai che nessuno mi vedesse e girai anche io a destra, poi peró qualcuno mi tappó la bocca e in pochi secondi mi ritrovai in una stanza non molto grande, buia.

Quando la luce si accese trovai Max davanti a me con la sua borraccia in mano e i capelli scompigliati, con delle gocce di sudore dovute ancora alle qualifiche.

-Stop following me- mi disse freddo.

-Was there a need to lock me in a closet to tell me?- chiesi facendo una smorfia.

-Yes, they could see us- mi disse indicando con la testa fuori lo stanzino.

-Why did you leave the other day?- chiesi subito, non dandogli tempo di finire la frase. Volevo risposte, volevo capire il perché.

-Charles you said it's wrong- mi disse aprendo le braccia.

-Yes, yes it is but...-

-But what Charles, Don't you see that every hair that falls is recorded? We can't show ourselves alone otherwise social media will start, we can't talk about the fact that we'll find ourselves journalists on our heels. It's impossible.- disse tutto d'un fiato, ma scorsi qualcosa nei suoi occhi: delusione.

-I know Max, but that they we were alone, in my house-

-Charles don't you understand?- chiese avvicinandosi pericolosamente.

-Understand what?- chiesi indietreggiando, ma come sempre, mi ritrovai spiaccicato ad una mensola senza via di scampo.

-I can't be near you Charles. Even now, it's so hard for me not to jump on you and take off your clothes, take you on these surfaces and walk out of this little room as if nothing had happened, but we can't.- mi disse ormai a pochi centimetri dalla mia bocca.

(Traduzione: Non posso starti vicino Charles. Anche adesso, é così difficile non saltarti addosso e levarti i vestiti, prenderti su queste superfici e uscire da questa piccola stanza come se nulla fosse, ma non possiamo)

Rimasi a bocca aperta per le parole appena uscite dalla bocca del biondo, ma oltre ad essere stupito, l'eccitazione in quelle righe si fece sentire fin là sotto.

-Max..- sussurrai. -You created a problem- dissi abbassando leggermente la testa, e lui mi capii subito.

-I didn't mean to- mi disse facendo comparire sul suo volto un sorriso malizioso, che diamine voleva combinare ora.

-Max... what are you thinking- dissi allontanandolo con le mani al petto.

-Don't you need help?- disse sorridendo, cazzo era così sexy.

-Max... I don't think it's a good idea- dissi allontanandolo leggermente di più, e lui annuii.

-Okey- disse alzando le mani in segno di resa e allontanandosi, e andando verso la porta.

Solo il pensiero di quello che stava per succedere rendeva i miei pantaloni più stretti.

Se fossi uscito da lì cosa avrebbe pensato la gente? Che avevo una ragazza? Che avevo visto un video vietato ai minori?

Vaffanculo a tutto e a tutti, pensai.

-Max...- lo richiamai proprio quando stava per aprire la porta.

-Yes Charles?- mi chiese avvicinandosi di nuovo, prima di arrivare nuovamente a pochi centimetri dal mio volto.

Ero sicuro di quello che stavamo per fare, sarebbe durato poco, e lo avremmo saputo solo noi.

-Do it. Quickly- dissi con voce sicura, sembrava più una preghiera.

E allora il ragazzo sorrise maliziosamente, e mi abbassò là zip dei pantaloni per poi far scivolare la sua mano al loro interno.

Dopo di che la sua mano finì sulla mia erezione ben evidente, e solo voi potete immaginare cosa é successo.

Impossible// Charles Leclerc & Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora