23. Guerra

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Yuri uscì dalla doccia mezz'ora dopo, e mi ritrovò esattamente dove mi aveva lasciata: gambe incrociate all'angolo del letto. Mi mangiucchiai le unghie, pensavo, pensavo, pensavo, e Yuri, che mi conosceva fin troppo, lo intuì e stemperò a modo suo:

"Dimmi almeno che questo Jared è più bello di me!" esclamò, scherzando, coperto soltanto da un asciugamano. Aprì il cassetto per prendere i vestiti. "Se immagini qualcun altro quando scopi con me deve essere almeno come Beckham vent'anni fa"

"Cazzo, Yuri". Misi le mani fra i capelli. "Non è più bello di te. Non c'entra quanto è bello. Mi sta facendo impazzire. Voglio scoparmelo da settimane, ma ossessionarmi tanto da immaginarlo quando sono con te... tu sei tipo la scopata migliore da anni ed anni..."

La parte migliore di Yuri era la sua incapacità di offendersi. Mi sentivo libera con lui; ed era una differenza essenziale da Jared, che era una drama queen.

"Non è che ti piace?" Infilò i calzini pesanti: "cazzo, in galera faceva un freddo boia"

"Macché", risi di gusto, "quando mai mi è piaciuto qualcuno a parte te?"

"Vabbè, siamo in continua evoluzione. Forse Jared ti riporterà romanticamente a farti battere il cuore", ammiccò, indossando anche i pantaloni della tuta, prima di accasciarsi con me.

"Sto per vomitare..." roteai gli occhi, "l'unico modo per togliermelo dalla testa è placare il desiderio. Dobbiamo fare sesso, per lui però il sesso non esiste, lui vuole fare l'amore", feci le virgolette, "con chi ama. Ma che cazzo, ha ventidue anni. Perché non se la gode un po'?"

"Louise, tu étais comme lui, une fois... tu te rappelles? Il est ton miroir..."

"Sì, e poi sono cresciuta. Ho capito come funziona il mondo" sputai, saltando in piedi dal nervoso, "lo so che è il mio specchio, siamo più simili di quanto lui creda"

"Eri una romanticona da piccola. Come lui". Sfrigolò uno spinello e lo passò. "Cannone?"

"Volentieri. Senti, dammi un consiglio"

"Se vuoi farci sesso, ma lui lo fa solo con chi ama, la soluzione è ovvia"

Realizzai dopo pochi secondi e scoppiai a ridere di gusto: "Parecchio arduo, se non impossibile. Voglio spingerlo a desiderarmi, provocarlo finché non mi pregherà di aprire le gambe"

"Fallo innamorare di te. Non ci vuole molto. Ma forse io sono di parte..." sussurrò languido, mi tenne per la vita e avvicinò la testa alla mia pancia.

"Yuri", gli scompigliai i capelli, "non voglio farlo innamorare. Jared non sarà una seconda Erika".

"Cazzo, che ricordi!" esplose in una risata sguaiata, "un giorno memorabile. Mark ha fatto un lavoretto pazzesco"

"Certo, un lavoretto così pazzesco che si sono innamorati entrambi, l'uno dell'altra. Si è fottuto da solo"

"Dici che era innamorato? Quello stronzo puttanaio innamorato di una tipa. Fantascienza"

"A proposito di Mark", cambiai questione e mi districai dalla presa, "sei un cazzone, Yuri. Era un segreto. Se-gre-to. Lo sai che vuol dire?"

"Perdonne-moi, mon coeur" capì subito ciò che intendevo, "ero sotto acidi... lui ti vuole bene..."

Pure se fosse, avrei dovuto dirglielo io, avrei voluto terminare, ma le parole mi morirono in gola, come ogni volta che trattavo l'argomento. Per quanto Yuri mi volesse bene, non capiva la gravità del mio trauma, di come volessi tenerlo segreto, sotto lucchetto nel mio cuore. Non era un fatto di gossip fra amici, di cui chiacchierare da strafatti. Sotto acidi oppure lucido, non lo avrei perdonato mai.

Un battito d'ali su un mare di cicatrici🍃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora