5. Veleno

80 3 2
                                    

(trigger warning)

"Si vede che non sei mai stato a un vero REV", replicai. "Lor, puoi andartene. Non dovevi vederti con Marta stasera?"

La sua fidanzata. L'unico del gruppo capace di amare e rispettare una ragazza.

"E' al lavoro".

Intravidi i miei due amici in cucina, a giocare a poker con il padrone di casa. Gli passai davanti, sfoggiando il mio migliore sorriso accattivante; mi squadrò per bene le gambe fasciate dalle calze e la minigonna di jeans. Mi sedetti sulle sue gambe: "La Colombia è così vicina?"

"No, sono io che con un po' di coca divento Superman" rise, con gli occhi rossi, mollando le carte sul tavolo, prima di fiondarsi a leccarmi il collo. "Di sopra ho il tuo regalino, mi segui?" mormorò, e stavo per annuire, quando una voce ben nota mi interruppe.

"Oh, ti prego... sei un ragazzo così carino... non vedo l'ora di soddisfarti..."

Noemi, la vaporosa e volgare rossa venticinquenne, non appena notò arrivare Lorenzo mollò il tizio che aveva fra le grinfie e lo seguì sperando di convincerlo a entrare nelle sue grazie. Routine. Lorenzo sbuffò e stressato accese un'altra Chesterfield.

"No, finiscila, in primis ho una ragazza e seconda cosa non mi interessano incontri veloci".

Prevedibilmente, Giovanni, Mark e Yuri schiamazzarono.

"Incontri veloci" citò il biondo, "vieni da me, bambola".

"Non voglio te, Giovanni, voglio lui! Te la so anche facendo gratis! Perché non sei interessato?"

Odiavo i suoi modi. Si truccava male e si vestiva in una maniera sconvolgente anche per me. Si palpò con insistenza la massa di ricci rossi, credendo di poterli sistemare, come se in realtà non assomigliassero in un nido di uccelli.

"Perché è una checca senza palle". Qualcuno rispose prima di lui. "Se fosse meno checca si farebbe una bella scopata e una bella sniffata".

Lorenzo disse: "Tu te la fai sempre una sniffata e ti si è ristretto il cervello".

"Vattene a fanculo. Che ci fai qui se non scopi e non sniffi?"

Wyatt – o forse Willy, non ricordavo, un nome anglosassone – gonfiò il petto, da vero macho.

"Lasciami in pace, Wilson, mi ha invitato Yuri". Era tediato, controllò la sue carte per sviare.

Nessuno disse nulla. Ma è possibile? La vera domanda non era cosa ci faceva lì Lorenzo, ma un coglione come Wilson. "Dimmi un po', Wilson" m'inserì, "spendi più in puttane o in coca? Scommetto in puttane. Nessuna sana di mente scoperebbe con te senza essere pagata".

Yuri fischiò, Giovanni rise a crepapelle.

"Ripetilo se hai il coraggio" ringhiò. Si avvicinò con la faccia rossastra, gonfio come un tacchino il giorno del Ringraziamento, nei film americani. Io poggiai il gomito sul tavolo. Sapevo bene cosa stava per succedere, sentì l'adrenalina scorrere nelle vene.

"Ehi, ehi, Wilson, lascia stare, è una stronzetta". Mark tentò di placare le acque, io gli remai contro.

"Non vali proprio un cazzo, Wilson". Balzai dalle gambe di Yuri e lo fronteggiai; gli sibilai in faccia: "Fatti un favore, sparati"

"Sta zitta", digrigno i dentì. Le sue narici fremettero.

Yuri mi lanciò un'occhiata complice. Lo presi come un incentivo. Sorrisi serafica e in risposta gli sputai in faccia. Accadde l'inevitabile.

"Brutta puttana!". Mi afferrò i capelli, trascinandomi in basso e oscillando la mia testa da destra a sinistra, creandomi un dolore lancinante alla cute. Mi morsi il labbro per non urlare, intanto che borbottava qualche "troia" sotto gli occhi di tutti, che osservavano la scena senza fiatare.

Il motivo per cui non proferirono parola è il seguente: mi conoscevano. Non provocavo un idiota tutto muscoli niente cervello perché idiota quanto lui. Approfittando di un secondo in cui Wilson si fermò, Yuri gli sferrò un bel calcio da dietro, facendolo piegare verso di me. Dunque gli sferrai una ginocchiata in pieno viso, lasciandolo gemente per qualche secondo, in cui il mio compagno eseguì il suo stesso movimento prendendolo per i capelli.

"Come te la passi adesso?"

L'atmosfera si scatenò e i drogati resuscitati ci accerchiarono creando un coro assetato di "botte". L'aria confusa, riempita dai presenti ammassati spalla a spalla, che non facevano altro che urlare, era ciò che riempiva la mia anima. Il cuore mi batteva forte nel petto, mentre quello lasciò cadere Wilson a terra, scagliando un calcio, e sentendolo gemere di dolore. Lo imitai, e il frastuono salì alle stelle.

Fui io a prenderlo per i capelli, sussurrando acida: "Chi deve stare zitto?"

Bofonchiò infastidito. Yuri scoppiò in una risata sadica. "Picchia ancora la mia petite chèrie e ti faccio fuori, Wilson".

C'era un forte chiacchiericcio in sottofondo, vidi di sbieco Lorenzo alzarsi e strillargli contro. Non mi interessava. Mi trovavo sott'acqua. In pochi minuti la cucina divenne un campo di battaglia: una rissa generale, la folla esplodeva in continui boati.

Soffri, soffri, soffri.

Soffri, soffri, soffri.

Andai fuori controllo. Ero altrove. C'era uno tsunami, un chiasso spaventoso, che però nelle mie orecchie era attutito. Osservai Wilson dolorante, ma non così in pessime condizioni da restare lì steso. Posò il braccio sul pavimento per farsi leva, era a rallentatore.

Ho sofferto per anni. Immagini, ricordi, incubi, un vuoto dentro, solitudine, tagli, ricoveri, medicine inutili. Che ho fatto per meritarmelo? Cos'avete voi più di me? Perché io sto male e voi no? Vi detesto. Vi detesto perché vi invidio. Vi detesto perché voi siete felici e non siete riconoscenti. Sono cresciuta immersa nel rancore. Vi meritate di avere un assaggio, un misero assaggio dell'oceano di dolore che c'è dentro di me.

Sul punto di rischiare la vita nella violenta massa, qualcuno mi strattonò all'esterno dal cerchio, portandomi di peso fuori dalla stanza. Nello stesso tempo i ragazzi si precipitarono verso Wiston, coraggiosamente in piedi.

"Vuoi lasciarmi? Lorenzo, lasciami!". Lo spintonai.

"Sennò? Picchi anche me?". Inarcò un sopracciglio, accompagnandomi fuori al sole; era alto nel cielo, pomeriggio inoltrato.

Incrociai le braccia sotto il seno. "Perché devi rovinare tutto? Ci stavamo divertendo"

"Divertendo? Stai andando sempre più fuori di testa, Lou, ed è colpa del coglione. Mostri i tuoi lati peggiori"

"Forse sono fatta solo di lati peggiori"

Lui si limitò a sospirare. Avevo la maglia imbrattata. Ero nera di rabbia, sotto il sole ardente. Le calze bianche erano diventate rosse e strappate da un lato. Eppure: "Sei una pazza crudele fuori controllo, ma ti voglio bene". Non repressi un sorriso, e lasciai che mi stringesse la mano. Non ero fatta per abbracciare, né baciare, né per qualsivoglia dimostrazione di affetto. "Domani saranno tutti doloranti e dovrò sorbirmi un altro resoconto accurato..."

"Sei un piccolo angioletto. Scappa a gambe levate da noi"

"Siete miei amici. Però odio quando ti sfoghi attraverso gli altri. Ti avvelena".

Sono già avvelenata.

_____________




NOTA: Ehilà✨✨

Che ne dite di Yuri? Secondo voi, è vero che ha un impatto negativo su Louise?🫠

Ps: vi conosco troppo bene e so che state pensando: "Ma Jared dov'è??????".

Più o meno vi immagino così ahaha. Scherzi a parte, arriva, non preoccupatevi. Vi avviso, non sarà proprio un angioletto...

Un battito d'ali su un mare di cicatrici🍃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora