47. Come una coltellata

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Il responso di Alex tardava, ma volle rassicurarmi: "Le denunce sono roba lunga". Intanto non misi al corrente nessun altro, specie Jared.

Stava andando tutto fin troppo bene per gettarlo via così.

A Sole febbraio era gelido da far paura a qualsiasi turista. Comunque, per prendere aria, ci capitava di passeggiare. E un giorno, immersi fra lucenti fiocchi di neve, mi informò di essere del segno dei Pesci. Non lo disse per caso.

Ventitré anni il venti di marzo. "Festeggi?"

Alzò un lembo delle labbra, come a dire "mi conosci da tempo sufficiente per risponderti da sola...".

"Ti farò un regalo. Cosa vuoi?"

Serrò la mano nella mia. Fermai il passo mi posi davanti. "Cosa c'è?"

Liberò le dita e me le posò ai lati del mento. Battito d'ali. La sua delicatezza era persistente, persino nei minimi e involontari gesti sapeva dimostrarmi l'amore. Mi maneggiava come una bambolina in vetro.

"Che hai? Quando fai il timido mi sembra di entrare in un mondo sci-fi".

Gli strappai una risata, ma non mi guardò. "Sono timido solo su una cosa. Non farmelo dire".

Metabolizzai un secondo. "Al tuo compleanno?". Annuì. "Mi fai aspettare fino al venti marzo?". Sorrise e mi lasciò un bacio leggero.

Già. Dopo poco più di cinque mesi... ce l'avevo fatta, no?

Peccato che le carte in tavola fossero cambiate. Tutto ciò era partito dal suo liquidarmi brusco: la soddisfazione si supponeva essere "lo vedi? Hai accettato le mie avances..."; ma non aveva ceduto al desiderio. Si era innamorato di me: il sesso, come enunciato, continuava ad essere una misera cornice.

Non ero giunta al mio scopo effettivo. Ero uscita sconfitta, lui vincitore: stavo ignorando qualsiasi altro ragazzo, perché avevo l'impressione che Jared riuscisse a darmi tutto. Molto più di tutti gli altri messi insieme.

Mi terrorizzava e non finsi mai. Non ero innamorata, il che rendeva complesso spiegarmi comunque l'effetto, la sicurezza, la fiducia, che mi orientava.

Durante le ripetizioni, disturbai Erika mentre copiava degli appunti. Ma me ne pentì.

"Abbiamo una data. Non puoi capire quanto cazzo sto godendo. Se avessi potuto avrei urlato come faresti tu al concerto di Harry Styles".

"Ce l'hai fatta", finse entusiasmo.

Chiesi perché fosse tanto giù di tono e in risposta aprì e sfogliò il libro frettolosamente, andando mirata verso una tale pagina.

"Toi qui, comme un coup de couteau, dans mon coeur plantif est entrée...", sbiascicò l'accento, ma azzeccò la pronuncia, avendola letta e riletta. "De mon esprit humilié faire ton lit et ton domaine...". La lasciai terminare la lettura e infine feci un applauso.

Lasciò cadere in un tonfo sordo "I fiori del male", e torturò il labbro inferiore con i denti.

"Lui è stato questo per me".

Come una coltellata, nel cuore gemente mi sei entrata. Del mio spirito umiliato hai fatto il tuo letto e il tuo dominio.

"Un vampiro, una schiavitù, la mia maledizione, una prigione da cui evado e poi torno di mia volontà...", sussurrò, una tristezza nitida. "E tu sei questo per Jared e... lo invidio, perché tu gli stai dando una possibilità, lui nemmeno ha provato a chiedermi una data...", fece le virgolette con le dita, passò il palmo sotto il naso. "Nemmeno il sesso con me gli importava... tutte tranne me..."

"Ti ha contattata, vero?"

Negò. "L'altro ragazzo di Tinder... mi ha sputato addosso che sono una bugiarda... perché lui è andato a dirgli che siamo fidanzati..."

"Figlio di puttana", ringhiai, a denti stretti, perché stavolta aveva superato il limite. "Erika, vai a parlargli. E' subdolo. Fa queste cazzate aspettando che tu perda la pazienza e vada da lui".

Avevano tranciato i rapporti con me, ma pur avendo ancora legami non mi sarei messa in mezzo. Era una faccenda loro.

***

La nausea faceva capolino settimane in anticipo. Un climax ascendente, un piccolo terminale quel giorno e un lento anticlimax: sul diario, l'avevo figurata come una montagna dalla vetta appuntita. La vetta era: venti aprile.

"Vomiti perché sei bulimica?"

"No, vomito perché mi fa male lo stomaco"

"Perché ti fa male?"

"Mi fa tanto dolore in macchina. Di notte tante volte e ho messo un secchio vicino al letto. E in aprile tutti i giorni quando chiudo gli occhi".

Il mio unico amico, il mio unico fidanzato, mi riempiva di domande, spinto da una viva curiosità su di me. Mi voleva di sicuro un gran bene, ma nel tempo, seppur vicino, non era mai stato un pilastro per me. Si era interessato senza essere coinvolto.

Perciò con Yuri non avevo temuto che lo sapesse: io volevo essere lasciata in pace. Non era invadente: mai consigli non richiesti come "vai in terapia perché hai un disturbo da stress post-traumatico" come la zia o la nonna o zio Alfonso.

"Primo pensiero: La mia pseudo-relazione con Jared sta diventando troppo intima, e non posso sperare che non lo scopra.

So com'è fatto. Il ventuno di aprile mi chiuderò in camera e piangerò e urlerò e vomiterò e lui, vedendo che non risponderò alle chiamate, verrà da me.

Pur tappando la bocca a zia Lucia, lui sospetterà e indagherà. Perché odia il mondo: ma in quelle poche cose a cui tiene mette tutto se stesso.

La scena disastrosa lo spingerebbe a guardarmi con quegli occhi addolciti con cui mi si rivolgono tutti, ricolmi di compassione. Sì, lo so. Come non potrebbero? Resta di fatto che sono satura della pietà altrui. Racconterò una balla.

Sono in viaggio? Non so, Avignone, per esempio. Sono malata? Passerebbe comunque.

La balla del viaggio è forse l'unica soluzione.

Secondo pensiero: ci ho fantasticato per mesi e fra pochi giorni succederà. Fremo al solo pensiero, ci ho rimuginato tanto che sono quasi in ansia, ma è piuttosto una smania travestita da ansia.

Volevo farlo mio, volevo marchiarlo. Ma è chiaro che sarà lui a farmi sua.

Cito Erika: "Tu sei questo per lui". Parlava del "vampiro" di Baudelaire.

Una coltellata nel petto; e potrei essere d'accordo, purtroppo, eppure avrei da aggiungere...

Anche lui si è insinuato in me, sottopelle, sotto il mio sguardo terrorizzato. Siamo due coltellate, due orribili coltellate di cui non vogliamo fare a meno.

Sta rubando troppe parti di me: ed è perciò che, almeno, devo nascondere dell'incidente".

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Nota: ciao a tutti! Capitolo di passaggio, ma pare che stia andando bene 😇 ma non finisce certo qui! Ci sono parecchie sorprese in serbo.

Siccome questo è un po' breve, potrei pubblicare prima di sabato. A presto!💗

Un battito d'ali su un mare di cicatrici🍃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora