45. Vecchia fiamma

6 0 0
                                    

"Ansia forte in strip club: per cosa? Per le spogliarelliste? Una buona ipotesi; ha anche problemi con il sesso, no?

Oppure, forse, le luci, la musica? No, siamo già stati in posti chiassosi e la sera del salvataggio al B-sex era stato normale.

Il face-à-face con Fontana? Forse...

Più lo conosco, e più sento di non conoscerlo per nulla. Non abbiamo più toccato l'argomento: troppo reticente. Non si fida di me come io mi fido di lui. Una sorta di istinto di sopravvivenza: mi ama, ma un fattore inconscio in lui gli suggerisce comunque di non affidarsi a me.

Posso biasimarlo?"

"Voglio fottere Fontana"

"Fontana è un soggetto importante in giro", notò Clarissa, "è molto anche che ti abbia lasciata andare via con facilità..."

Clarissa aveva scelto me; alle otto, nel piazzale, attendeva la campanella con me. Fumavo anche con lei, ma non smezzavamo le sigarette, e lei ne faceva fuori la metà. Negli ultimi giorni ne avevo consumate parecchie: mai ai livelli di Jared, ma lo stress mi ricopriva come una patina. Incenerire il bastoncino e ammirare il fumo fluttuare mi dava l'idea di bruciare i pensieri negativi.

"Mi ha lasciata andare come una farfallina, per davvero", sbottai. "Conosco il suo giro. Non teme nulla? Cristo. Yuri e Mark minacciano chiunque abbia una minima idea del lavoretto". Mi si strinse il cuore nel ricordare.

"Tu vali come quelle merde. Sparisci o avrai le stesse conseguenze"

"Chiunque sarebbe felice di questa grazia, tu ti offendi perché non ricevi minacce da un pappone".

Riflettei, e poi tentai: la mia testa, fossilizzata su una nuova ossessione, aveva preso fuoco; ma ne era spuntato un progetto da definire.

"Ti ricordi il tipo che fa il buttafuori?". Mugolò, sforzandosi. "Fine ottobre. Ci ha fatti entrare furtivi nella discoteca in periferia, DNA? Non era amico di Yuri, era tuo, vero?"

"Alex? Muscoloso, capelloni rasati?"

L'ingresso al DNA costava all'incirca venti a testa, quindi l'amicizia di Clarissa con il buttafuori era stata utile al risparmio. In più l'avevo rimorchiato; prima, però, avevamo chiacchierato; credo mi avesse presa in simpatia.

"Sì. Ho il suo numero, ma non ho confidenza. Potresti combinarmi un appuntamento?"

**

Alex era sui venticinque, ne dimostrava trenta. Grosso e pesante, uno di quei tipi che fanno massa soltanto di muscoli; capelli rasati da nazista, nessuna svastica, ma nel sentirlo parlare di certo non votava per la sinistra.

Comunque non portava "estreme" propensioni. In verità pochi mi restavano impressi, e Alex era fra gli eletti.

Forse io mi ero avvicinata, forse lui. Staccava alla chiusura del DNA, verso le quattro del mattino, e fino a quell'orario avevamo flirtato, girando e rigirando in doppi sensi.

Entrambi sapevamo che avremmo scopato, ma il flirt è divertente, no?

"A vederti non sembri proprio un angioletto"

"No, caro. Sono una diabla", un piccolo ruggito, "non tutti hanno il privilegio..."

In poche occasioni avevo conversato con i ragazzi "usa e getta", insulsi bersagli. Alex era interessante, uno con cui si poteva ragionare.

Nel suo appartamento aveva soddisfatto le aspettative. Ero tornata a casa alle sei, inventando con zia la solita balla "sono rimasta da Yuri".

Il suo numero registrato e un "chiamami, diabla": avevamo scolato bottiglie di vino per altre due incontri, e poi stop.

Un battito d'ali su un mare di cicatrici🍃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora