24. Fare l'amore

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Anni prima, avevo frequentato un gruppo di supporto. "Ci devi andare" aveva asserito zia, "niente obiezioni, l'ha detto il dottore. Ci sono persone come te, che ti vogliono aiutare".

Zombie. Adolescenti costretti a radunarsi: in pochi parlavano; tant'è che Maria, la cinquantenne sovrappeso e sopracciglia folte, esempio raro di trascuratezza, ci mise un foglio bianco davanti:

"Scrivete la prima cosa che vi viene in mente. Li metteremo in un barattolo, anonimi, e li leggeremo".

Scrissi una parola, mi balzò davanti come un'epifania. Ne lesse una decina avanti al mio:

"Mi addormento piangendo ogni notte, perché vorrei essere con qualcuno. Tutto ciò che vorrei sarebbe qualcuno che mi stringesse, che mi sfiorasse le guance con le punte delle sue dita, che mi massaggiasse la schiena e mi stringesse la mano. Mi sento impotente perché non so quando troverò qualcuno da amare e se ci sarà mai qualcuno che mi ami a sua volta".

"Sarebbe bellissimo non vedere più anima viva. Stare con le persone mi porta ulteriore tristezza. Finisco per stare malissimo. A scuola i ragazzi sorridono. Vorrei sorridere, ma mi ritrovo a piangere, perché non sorriderò mai come loro".

"Sto bene da solo perché soffro lontano da occhi indiscreti. Quando uno vuole morire, vuole morire da solo. E' umiliante".

Arrivò il mio.

"Amore".

La prima parola che mi venne in mente fu l'unica che non sentivo mia. L'amore, qualcosa di tanto lontano; qualcosa che, inconsciamente, desideravo vicino.




Cosa si prova a non fare sesso per l'orgasmo? Il fine è quello, no? Passavano i giorni, l'autunno finiva, e la titubanza stillava goccia per goccia; una certezza stava diventando un dubbio. Ma se ci fossero più strade per avere un orgasmo? Se cinque minuti in bagni di servizio, mani estranee addosso, pavimenti lerci, gente senza nome né volto, incontri che, finiti, non ti lasciano niente... non fossero l'unica strada?

Dispiegava spartiti e testi, li leggeva sottovoce, li provava e li cancellava, li riprovava e li ricancellava più e più volte. Un perfezionista. Quando per lui era perfetto – e lo era davvero – me lo passava e diceva: "Canta"

E rispondevo: "No. Non so cantare e non mi umilierò davanti a te. Un cantante è sufficiente".

Insisteva, ma ogni volta, pian piano, insisteva sempre meno. Le vincevo tutte. Anche quel giorno avrei vinto, sennonché, passandomi lo spartito, al solito: "Louise, canta", non diedi l'usuale e attesa risposta.

Indugiai ad afferrare il foglio, e dissi:

"Jared, cosa si prova a fare sesso per amore?"

Lo domanda lo lasciò sinceramente stupito. Perché ero seria, non canzonatoria, ovvero tono abituale. Ritirò il foglio e, dall'alto, divenne lui canzonatorio:

"Mai fatto l'amore? Un'esperta del piacere carnale, lussuriosa di prim'ordine, estranea all'eros amoroso?"

Scossi piano la testa. "Ho amato Yuri, ma era più un fatto mentale. Mi è stato tanto vicino, il primo amico e il primo amante, gli ero legata. Però il nostro sesso era sfrenato e veloce, per saziare un desiderio puramente carnale. Sì, sesso strepitoso, roba da fare tremare il pavimento, eccetera, eccetera. Ma non sesso fatto per amore. Sesso fatto per strepitosi orgasmi, basta".

Il ragazzo di fronte sbarrò gli occhi per un istante e sospirò; storse le labbra, si voltò di schiena, per riporre il foglio. "La tua onestà continua a spiazzarmi..."

"Perché? Tutti gli esseri umani di tutto il globo di tutti i secoli fanno e hanno fatto sesso"

"Perché sei così diretta e dettagliata, dannazione"

Un battito d'ali su un mare di cicatrici🍃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora