49. Sesso per amore

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"Ma credi davvero che per amare bisogni sapere come si ama?"

- Luigi Pirandello



Aspettavo che fosse lui a fare il primo passo: assicurarmi che ne fosse sicuro al cento percento, che sentisse di "avere le redini" e non fosse "trascinato".

Jared mi mandava in tilt, smettevo di ragionare. Tutto proteso verso di me, la completa dedizione; una bolla di calore, luminosa, in cui bramavo immergermi, che annullava il gelo durevole; tante volte mi ero scaldata, l'avevo lambita.

Ora mi si apriva l'occasione di accoglierla nella totalità, di annegarci. Mi lanciai, come su uno scoglio, un tuffo in mare aperto.

Sfregai le labbra alle sue: un lieve accenno, la possibilità di reagire, non un assalto.

Mi rispose. Ci eravamo baciati e divorati in più occasioni; e adesso approfondì, ma con una dose di timidezza.

Le volte precedenti, non era stato "programmato" nulla. Non aveva avuto propositi. Sfregando bocca contro bocca, i miei palmi a lambirgli il collo liscio, ebbi flashback e flashback.

"Mi dispiace, non sono interessato alle tue allusioni".

"Perché? Sei un piccolo finocchio? Per questo è rosa?"

Ritirai i palmi, li posi lungo il petto; portai le labbra sulla linea del mento, la carotide che scandiva il battito del cuore. Ebbe un sussulto.

"Cristo, scendi da quel piedistallo. Solo perché non sono interessato alle tue avances non vuol dire che sono gay. Ti assicuro che sono del tutto etero"

Volevo mi pregasse. Volevo stimolare gli ormoni, il desiderio animalesco insito in ogni essere umano... così da farlo implorare di scoparmi, dovunque, velocemente; stuzzicare e risvegliare il suo istinto animale.

"Lo so che potrebbe essere il tuo prossimo spasso, ma devi lasciarmelo. Scaverò in lui fino a farlo pregare. Voglio fargli cose che non vuoi sapere"

"Se te lo lascio lo voglio sapere. Ti do cento euro se fai un video mentre te lo scopi".

Nessun video. Alla fine, la microspia aveva ricoperto un ruolo alternativo: ovvero, per riprendere la scena delle spogliarelliste-prostitute che ammettevano di lavorare per un pappone.

Nessun video con Jared: doveva essere una cosa nostra, la sua prima volta... e la mia, seppur in concetti divergenti.

"Jared", bisbigliai, "non dobbiamo farlo per forza, se non sei pronto".

Era una corda di violino. Reagiva ai baci, ma non si spostava.

"No", disse, inclinando la testa. Arrotolò una ciocca bionda. Gli piacevano i miei capelli, l'essenza di cocco. "E' che... non so come dirlo... tu sei così esperta... ho paura di..."

"Non saper soddisfare una donna?"

"Mhmm"

Afferrai le guance e lo guardai dritto in viso. "Mi eccita solo il pensiero di fare sesso con te. Ci ho fatto diversi pensierini nei mesi scorsi. Rilassati". Gli lisciai il ciuffo. "Mi piacerà qualsiasi cosa farai. Va bene?".

Non ci si può eccitare appieno se si è nervosi all'estremo. Le mie parole lo rassicurarono. Rispose al bacio con impeto, una danza di lingua, denti e morsi.

Toccò l'orlo del mio maglione: come di chi vuol far qualcosa, ma è intimorito e indugia.

Compresi e me lo sfilai, mostrando il reggiseno bianco a balconcino, e in pizzo; lo stesso con la sua felpa, lanciando via entrambi.

Un battito d'ali su un mare di cicatrici🍃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora