14. Bambolina

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La casa di Gregoria era poco più grande della mia, e più curata. La vicina adorava i fiori, e fuori al giardino era strapieno di meravigliose aiuole colorate recintate da grossi sassi; c'era anche un albero di ciliegio, sotto il quale da piccola restavo a leggere i classici che mi piacevano tanto, che mi regalava proprio lei.

Mi ispirava ricordi e ricordi. Leggevo sotto il ciliegio per ore, mentre lei faceva giardinaggio o sfogliava riviste di cucina. Capitava di rado che mi lasciasse sola. Insomma, tra biscotti e libri, da bambina avevo trascorso tanto tempo con Gregoria.


Per la serata, optai per una camicetta semitrasparente e una gonna svolazzante che arrivava sopra il ginocchio, con le solite calze nere e dei tacchi innocenti. Di meglio non avrei potuto fare. Certo, il reggiseno vistoso non era molto innocente...

Ad aprirmi stavolta venne una donna mai vista. Alta e snella, indossava una maglietta con una scollatura vertiginosa e dei jeans aderenti. I capelli erano lisci e splendenti, viola, che incorniciavano un viso truccato in modo pesante, con le ciglia finte lunghissime e sbattute lentamente, e le labbra piene ricoperte rossetto. E questa chi cazzo è? Fra seno straripante e le labbra gonfie, con molta probabilità doveva aver fatto qualche intervento di chirurgia plastica. Non avrei saputo dire la sua età: da come era conciata, era quasi impossibile fare ipotesi. Aveva gli stessi occhi di Gregoria, forse essere sua sorella... sua sorella è la madre di Jared...

E questa sarebbe la madre di Jared?

"Tu devi essere Louise"

"Mmh-mmh. Lei è la madre di Jared?"

"Sono Marisa, dammi del tu". Sembrava più un ordine che una gentilezza. Mi fece entrare in casa, aggiungendo: "Jared è in ritardo, devi aspettarlo".

Capì da dove aveva ripreso le buone maniere.

Mi accomodai sul divano, e in seguito a cinque minuti di imbarazzante silenzio, annunciò: "Gregoria mi ha parlato di te"

"Spero cose belle".

Mi chiesi come si comportasse con lui, che rapporto avessero. Aveva un aspetto che suscitava parecchia ilarità. Marisa non era l'immagine di genitore standard e affettuoso, anzi, sembrava una stronzetta; ma le apparenze ingannano e gli stereotipi della società sono ormai superati.

"Cosa farete stasera?", svoltò argomento. Aveva una voce armoniosa... una scarica di affetto, un déjà-vu che ricorse inarrestabile.

"Mon chéri, sono qui, ci sarò sempre, ma petite chérie"

"Louise?", mi risvegliò dalle mie stupide allucinazioni. Perché doveva succedere ogni volta nei momenti meno opportuni?

"Ci vediamo da una mia amica, villa sfarzosa e roba varia"

Alzò un sopracciglio, con sguardo indagatore, puntellò le unghie lunghe laccate di fucsia sul bracciolo del divano. "Ci stai provando con Jared?"

Me l'aveva chiesto davvero? "Sarebbe un problema?"

"Mia sorella ti adora, Jared non ha dato segnali di molto fastidio, ma voglio dirti una cosa". Congiunse i palmi e piegò il busto: "Tu non mi piaci".

"Beh, allora fortuna che non è a lei che devo piacere".

Mi trattenni dal ridere. Marisa ricambiò la mia occhiata di sfida.

"Quanti anni hai?" Assottigliò gli occhi ricoperti di ombretto blu.

"Diciannove". Fece una faccia sbalordita, come impreparata ad una risposta simile.

"Il Signore ha fatto un buon lavoro con te..."

Cosa? Serrai le labbra per non scoppiare a riderle in faccia. Una donna così grottesca; l'aspetto di una milf, domande insolite, subdola e cristiana.

Un battito d'ali su un mare di cicatrici🍃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora