51. Nebbia

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Nota: ciao ragazzi, sono tornata. Ho avuto problemi con le pubblicazioni ma per fortuna sono riuscita a risolvere❤️ pubblicherò capitoli anticipati per recuperare questo periodo di assenza. Buona lettura!

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(trigger warning)

Pensiero 1, forse l'ultimo di aprile:

Nessun funerale per me, e nessun funerale cui assistetti. La zia era certa che il funerale sarebbe stato un addendo dei traumi già incanalati. Tra l'altro, impossibile: la prima settimana dall'incidente entrai in una sorta di stato dissociativo. Mi vedevo da fuori.

Mi vedevo da fuori e pensavo: "Chi è quella lì? Poverina". Stato di apatia, stordimento, da cui uscì con gradualità.

"Con chi vuoi stare?"

Replicai subito: in Italia da Lucia e Alfonso; sia per loro, sia perché l'Italia mi appariva come un luogo differente, in cui allontanarmi, rifugiarmi.

Ma ovunque tu vada, per quanto ti allontani, non ti allontanerai mai da ciò che hai dentro. Ciò che hai dentro ti perseguiterà sempre, finché non lo estirperai, o finché non stipulerai un patto: "resta, conviviamo, ma almeno pagami l'affitto". Oppure "Resta, ma permettimi di vivere".

Jared aveva stipulato un contratto con il suo dolore. Gli era rimasto addosso, si leggeva. Era parte di lui, forse la parte migliore di lui.

Solo chi ha sofferto può riconoscere la sofferenza. Chi ha sofferto diventa sensibile, comprende valori, sviluppa capacità analitiche. La sofferenza è un superpotere.

Sì, ma soltanto dopo che vinci su di essa; non se ti vince. Una ferita che si rimargina. Una cicatrice. Se ti vince, è una costante ferita aperta. Diventi ciò che c'è di peggio. Un mostro, un criminale, un autolesionista, un animale che attacca. E distruggerti non ti basta e desideri distruggere il mondo perché, forse, se il mondo collassasse tu collasseresti con esso. Diventi l'antagonista, il villain.

Perché un supereroe dovrebbe stare con un villain?

Ma ne sono sollevata. Inizio a non star bene. Il professore spiega e d'improvviso mi vortica la testa. Ho un compito di chimica, ergo devo seguire.

Jared è un supporto senza paragoni. Non sa nulla dell'incidente, eppure al suo fianco il mondo mi appare schiarito: se non nero, grigio. E si ostina a curarmi le ferite. Resta il fatto che il ventuno lui saprà che sono in viaggio ad Avignone.

***

Diciassette aprile.

Una nebbia solida si affollò nella mia mente, un susseguirsi di suoni e rumori che rimbalzavano come il flipper da un angolo all'altro del mio cervello. Mi impediva di ascoltare la voce stessa dei miei pensieri. E smisi di essere un essere umano pensante.

"Maman, voglio lo zucchero filato quando arriviamo!"

"Scegli la torta o lo zucchero filato. Ti verrà il mal di pancia".

"Prendi lo zucchero filato! Così io posso mangiare tutta la torta!"

"No! Facciamo una gara allo scivolo grande e chi vince mangia tutta la torta!"

Fin qui piacevole.

Boom.

"Maman, voglio lo zucchero filato quando arriviamo!"

Boom.

"Scegli la torta o lo zucchero filato". Boom. "Ti verrà il mal di pancia"

Boom. Boom. Boom.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 12 ⏰

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