Derek
"Trova il coraggio di parlare e di ritrovare la tua pace interiore.
Apri un varco nella tua mente e trasportati in luoghi lontani dalla realtà e dalla cattiveria.
Trova il modo per salvarti.
Perché una via c'è sempre.
Ed è sempre lì, pronta ad essere percorsa."Derek Moore
15 anni prima...
Quel giorno ebbi un primo 'appuntamento' con una ragazza, ed ero così fottutamente emozionato che non riuscii a contenere la felicità.
Era il primo della mia vita. Dopo tanto tempo, le mie labbra ripresero a curvarsi, scagionando un sorriso meraviglioso.
Mi sentivo bene, bene con me stesso.
Una delle ragazze più carine della scuola accettò il mio invito e all'inizio feci fatica a crederci.
Mi feci una doccia rilassante e mi spruzzai tantissimo profumo, mi sistemai i capelli e scelsi di vestirmi con una camicia bianca e un jeans che comprai appositamente per quell'occasione.
La ragazza decise di venire a casa mia e avremmo condiviso insieme una pizza e poi avremmo guardato un film, mentre i miei genitori sarebbero usciti a cena.
Mi guardai allo specchio e feci un respiro profondo.
Derek, puoi farcela.
Scesi velocemente le scale di casa e intravidi i miei acchiappare le loro giacche dall'attaccapanni e aprire la porta di casa.
«Mi raccomando amore, comportatevi bene», affermò mia madre dandomi un bacio sulla fronte.
«Derek, trattala bene.» Mio padre fu più austero e severo con me, ma sapevo come la pensasse sulle ragazze. Poi mi fece un occhiolino e mise una mano attorno alla schiena di mia madre per accompagnarla alla porta.
«A dopo!» Dissi e richiusi la porta.
Per la prima volta mi sentii considerato e leggero. Mi sentivo felice.
Dopo qualche minuto, suonò la porta: era lei. Mi diedi un'ultima sistemata ai capelli e poi presi un respiro profondo. Mi diressi verso la porta e la aprii.
Era bellissima...
«Ciao Derek», mi sorrise e io mi spostai per farla entrare.
Deglutii.
Tutta la sicurezza che avevo mi crollò addosso. Non riuscii a spiaccicare parola.
«C-ciao Rebecca», balbettai.
«Sei carino stasera», affermò e io arrossii.
Mi sentivo un bambino stupido.
«A-anche tu... S-sei stupenda», non riuscivo a smettere di balbettare e questo mi imbarazzava.
Derek... Avanti, riprenditi.
«Guardiamo un film?» Le domandai. «Ho una vasta scelta», mi sforzai di sorridere nel modo meno timido possibile e afferrai il telecomando, dopo che ci sedemmo entrambi sul divano.
«In realtà...» Lei si avvicinò e il mio cuore iniziò a battere all'impazzata. Iniziai a sudare freddo e non riuscii a controllare la mia ansia. «Avevo in mente una cosa più carina», posò le sue labbra sulla mia guancia e mi stampò un tenero bacio.
Rimasi immobile. Non sapevo cosa fare.
Ma comunque sentii una tensione in basso, un senso di eccitazione che non avevo mai provato prima.
Mi prese il panico.
Non sapevo come si iniziasse a...
«Allora?» Posò le mani sul mio petto e iniziò a sbottonarmi la camicia. Poi si avvicinò con la bocca al mio collo e iniziò a baciarlo con intensità. Chiusi gli occhi, mentre sentivo il mio sesso farsi sempre più rigido e quasi mi fece male.
«Io...» Lei posò una mano sulla patta del mio pantalone, apparentemente gonfia.
«Non dirmi che sei vergine», si staccò da me e mi guardò esterrefatta.
«Cosa?! No!» Esclamai.
E invece sì.
«E allora fammi vedere...», sussurrò lei e mi morse il lobo dell'orecchio provocandomi una scarica di adrenalina.
Tremai. Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a sciogliermi.
«Rebecca...» Mi distaccai, tremendamente arrossito.
«Ho capito. Sei un verginello.... E non lo sai fare» affermò delusa e si alzò dal divano.
«Aspetta... Dove stai andando?» Le presi il braccio, mentre mi tremava il labbro ad ogni parola che pronunciavo.
«Cole aveva ragione... Non sarei dovuta venire. Ho perso la scommessa, maledizione.»
Le sue parole morirono nel mio cuore appena le pronunciò.
Non riuscii a trattenere le lacrime.
Mi aveva solo usato per una stupida scommessa.
«Va via. Sparisci», le dissi con un tono cupo e deluso.
«È proprio quello che stavo per fare. Ci si vede in giro, sfigato.» Andò via sbattendo la porta. Si portò con sé le mie sicurezze, la mia gioia e qualunque cosa bella avessi programmato per quella serata.
Forse era vero...
Non meritavo di essere felice.
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The Silence of a Promise
RomanceHo fatto un gioco con un Piccolo Bocciolo di Margherita. La bambina mi ha promesso di non parlare. E se avesse parlato, le avrei staccato i suoi petali e le avrei fatto male. Proprio come hanno fatto con me. Ho fatto una promessa. Non ricordo ben...